Massimo Midiri, rettore a Palermo: "Addio ai commissari interni nei concorsi, è un segnale di trasparenza"

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Sergio Brasini

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May 30, 2022, 4:34:14 AM5/30/22
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Quando Massimo Midiri, rettore dell'Università di Palermo dal 1° novembre 2021, ha presentato al Senato accademico la proposta di sorteggiare tutti i componenti delle commissioni d'esame, ha ottenuto l'approvazione all'unanimità.

Professore Midiri, ma se erano tutti d'accordo ad abolire il membro interno e a procedere con il sorteggio integrale, perché non ci hanno pensato prima?

"I miei predecessori non hanno ritenuto di mettere il becco sulle scelte dei dipartimenti, cosa che invece io ho intenzione di fare. Secondo me il rettore deve guidare le scelte strategiche dell'ateneo, dev'essere punto di riferimento per stabilire dove siamo e dove vogliamo arrivare".

E tutti i suoi colleghi vogliono andare nella sua stessa direzione?

"Magari. Ho trovato, con una certa sorpresa, anche resistenze da parte di alcuni professori. Ma si va avanti. La mia scelta si è resa necessaria per evitare il Vietnam degli ultimi concorsi con le prove d'esame bloccate da ricorsi o, peggio, da inchieste penali".

Risolverete tutto con il sorteggio integrale?

"È quello che speriamo. Siamo gli unici in Italia ad aver adottato una misura così draconiana che elimina definitivamente la figura del membro interno, cioè la figura del docente designato dal dipartimento che in qualche modo, diciamocelo francamente, dava un po' le indicazioni di come stessero le cose e quali fossero i desiderata. Ma, attenzione: non era un patto pre-concorsuale".

Ma nemmeno il massimo della trasparenza. Lei insegna Scienze radiologiche. Come è diventato professore universitario?

"Ho vinto il concorso da associato a Bari, sono andato di fatto in una sede non mia. Ovviamente c'era qualcuno, di Bari, che ambiva allo stesso ruolo. Non è stato facile, sono stato visto come l'alieno che aveva rubato il posto a un interno. Ma la colpa è del sistema che è sostanzialmente ipocrita".

Qual è l'ipocrisia del sistema?

"Il ministero non dovrebbe delegare agli atenei il compito di costituire le commissioni d'esame. Dovrebbe essere esso stesso a occuparsene. È il momento di rivedere le regole del gioco. Ne parlerò alla prossima conferenza dei rettori. È un tema da affrontare al più presto, anche perché molti docenti cominciano ad aver paura di svolgere il loro dovere di commissari: esistono sedi considerate a rischio".

Quali sono?

"Quelle sotto inchiesta. Non penso sia facile, oggi, fare il commissario d'esame a Reggio Calabria o a Palermo per un concorso di Chirurgia. C'è chi non se la sente. Io credo che il sorteggio integrale possa essere una soluzione efficace. Una risposta non solo alla doverosa richiesta di legalità e correttezza, ma anche al disamore di tanti giovani".

Gli studenti non vi credono più?

"Se in tanti decidono di lasciare l'Italia e in particolare la Sicilia è anche per mancanza di fiducia. Io voglio che la riconquistino, questa fiducia, e scommettano sull'università che sceglie la trasparenza".

Quale sarà il primo concorso con il sorteggio integrale dei commissari?

"Non lo so ancora, ma a Palermo ne saranno banditi circa ottanta. Recluteremo ricercatori, professori associati e almeno venti ordinari. L'ateneo è già in buonissime condizioni. Il mio obiettivo è fare ancora meglio".

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