Ultimamente ogni volta che lo incontravo, Marco Babuin mi favoleggiava della Valcellina e del suo fiume Cellina.
"Guarda, io te lo dico, per me il sup non e' fatto per il fiume. Pero' se vieni vedrai un fiume stupendo. E poi capirai tu se puoi farlo. Tra Claut e Barcis c'e' una rapida difficile, detta dei Massi. Ma il resto forse e' alla tua portata."L'occasione per andarci e' stato l'incontro che l'associazione di Marco ha organizzato lo scorso fine settimana per l'inaugurazione della sede della loro associazione
Claut Water Sport Center, che propone kayak e canyoning con partenza da Cellino di Sotto: un grande edificio con salone, cucina, bagni e camerate con letti per ospitare chi voglia trascorrere qualche giorno in valle. C'e' ovviamente ancora qualcosa da sistemare (manca ancora il wifi e praticamente la zona e' isolata da possibilita' di comunicazione, anche telefonica), ma i ragazzi del team - forti, bravi, disponibili - sono pronti.
Tra i tanti partecipanti all'incontro mi ha fatto piacere rivedere il gruppo dei bolognesi, gia' incontrati lo scorso we al raduno allo Stura di Lanzo (ho capito che vanno ovunque!). Poi un numeroso gruppo di veronesi e vari locali. Tutti in kayak.
Il livello del fiume nel we e' stato molto buono: 25-30cm all'idrometro di Prescudin (fonte
RiverZone). Il fiume e' veramente spettacolare: come colori, qualita' dell'acqua, bellezza dei panorami. E c'e' sempre acqua, perche' il bacino e' pieno di fonti. Tratti di primo grado, di secondo grado, di terzo grado: si puo' scegliere il proprio percorso in crescendo.
La zona fluviale e' infestata di zecche: in calzoncini corti, mentre facevo un sopralluogo da terra alla rapida dei massi, ne ho prese parecchie (nere), tutte (spero) tolte prima che si attaccassero.
Ho fatto qualche
foto (della rapida dei massi, dello stupendo lago artificiale di Barcis, di panorami presi durante una camminata), ma su internet ne trovate di migliori.
La valle si presta a camminate, escursioni lungo fiume/lago/forra/orridi, visite. A parte Barcis (bellissima), la zona e' ancora poco turistica e selvaggia, ancorche', come troppo spesso ormai al nord e non solo, deturpata da sbarramenti e da invasi artificiali. Al proposito mi ha fatto amaramente sorridere vedere piu' volte la retorica dei cartelli stradali "fiume Piave, sacro alla Patria": tanto sacro da essere invece il tipico triste esempio (con gli innumerevoli sbarramenti e traverse) di dis-continuita' fluviale artificiale.
Per il mio "mulino": un raduno di suppisti - anche con famiglie e amici al seguito, che non avranno di che annoiarsi - lo vedrei bene ...