La studentessa chiede: che differenza c'è tra un fisioterapista e un neuropsicomotricista?

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fabiana

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Mar 12, 2011, 2:37:50 PM3/12/11
to Diario di una terapista
da: http://diariodiunaterapista.blogspot.com/2011/03/la-studentessa-chiede-che-differenza-ce.html

Salve, sò che la mia domanda forse non sarà interessante come tutte le
altre contenute nelle mail che le arrivano ma a me piacerebbe tanto
far chiarezza nella mia testa! Sono una studentessa dell'ultimo anno
del corso di laurea Terapia della neuro e psicomotricità dell'età
evolutiva, a ottobre mi devo laureare eppure ancora non sono riuscita
a capire: QUAL'è LA DIFFERENZA TRA IL LAVORO DI UN FISIOTERAPISTA E
QUELLO DI UN NEUROPSICOMOTRICISTA? All'università ci hanno "insegnato"
che molto del lavoro che fa il fisioterapista non gli compete, perchè
è competenza di diritto del neuropsicomotricista...ma allora: perchè
anche gli stessi medici (neuropsichiatri, pediatri, ecc..) consigliano
i loro pazienti un fisioterapista anche lì dove non è loro compito?
Molti mi dicono che quella del neuropsicomotricista è una professione
ancora non molto conosciuta (e su questo potrei essere d'accordo anche
io) ma com'è possibile che neanche gli altri professionisti che
rientrano nello stesso team di lavoro non sappiano che esista? Eppure
gran parte del lavoro di un riabilitatore (se non tutto) prevede che
ci sia un'alleanza (se così si può dire) tra le varie figure che
rientrano nel progetto della presa in carico!


La ringrazio fin da ora se vorrà cortesemente rispondere alla mia mail
anche se mi rendo conto che ha molto lavoro da fare!


Questa è una domanda che mette in luce molti di quelli che io
considero aspetti "neri" della riabilitazione. Probabilmente risulterò
impopolare ai più con questa risposta (non che me ne sia mai fregata
granchè: sono GIA' impopolare tra chi fa il mio stesso mestiere,
quindi non cambierò di molto la mia posizione), ma se devo dire qual è
la differenza tra un fisioterapista e un neuropsicomotricista, dico
tranquillamente NESSUNA, se il fisioterapista si deve limitare a
stiracchiare un bambino o a farlo rotolare o strisciare o metterlo su
una statica, e il neuropsicomotricista a far giocare con la frutta
finta tutti i bambini che gli capitano sottomano, urlando "dà! dà!
metti! metti!" (saranno tutti sordi, questi bimbi?) per MESI di
seguito senza alcun costrutto: non onorano il loro lavoro di
RIABILTATORI, e chi se ne frega di che titolo hanno (ovviamente ci
sono anche bravi professionisti, ma purtroppo avendo lavorato in più
strutture sinceramente ne ho visti ben pochi).
Perchè il problema è che tutte queste "diverse" figure professionali,
in realtà devono trattare lo stesso bambino, solo che perdono tempo,
invece che a studiare, a litigare su "chi deve tirare la palla e far
saltare nei cerchi e chi deve fare il massaggio": ridicolo.
Premettiamo inoltre che come figura professionale il
neuropsicomotricista non esiste in nessuna altra parte del mondo
(esattamente come la figura del medico fisiatra): ce l'abbiamo solo
noi, in Italia, ma questo è un altro discorso di cui poco mi importa.
Invece di preoccuparsi di chi deve fare questo o quello (e
generalmente "questo" e "quello" sono cose ridicole), preoccupiamoci
di formare i professionisti, qualsiasi titolo abbiano: perchè se tutti
vedessimo il bambino come una persona e non come una malattia da
curare, o un problema da risolvere, il sistema cambierbbe e le
strutture non si nasconderebbero dietro alla facciata del "lavoro
d'equipe" dove in sostanza ognuno fa quello che gli pare, e cinque
persone diverse fanno cinque cose contrastanti sullo stesso bambino.
Il bambino, specialmente quando è piccolo, ha bisogno di UN terapista,
perchè non esiste movimento senza linguaggio, senza attenzione, senza
percezione. Non esiste "psico" e "fisio", esiste l'unità corpo-mente,
se riusciamo a capire questo... magari la riabilitazione avrà un
senso, un giorno.
ps. ovviamente i corsi che teniamo presso la nostra associazione sono
aperti a TUTTI i professionisti, perchè il giorno in cui chi si occupa
dei pazienti (qualsiasi sia la sua laurea) adotterà un approccio
sensato, sarà una gran vittoria per tutti. Soprattutto per i pazienti.
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