Sistemando l'archivio elettronico ho trovato questo brano dello scrittore Sebastiano Vassalli (1941-2015). Lo propongo per una riflessione sul nostro futuro.
"(...) Pensiamo all’uomo della Val Camonica, che ci ha raccontato le sue storie incidendole nel granito, senza disporre di attrezzi adeguati e, in pratica, senza attrezzi. Se avesse inciso quei segni nel legno, sarebbero comunque durati più a lungo di lui. Ma lui voleva che fossero eterni e che arrivassero fino a noi: e, a prezzo di chissà quali sforzi, ci è riuscito.
L’uomo della Val Camonica non faceva convegni sul futuro ma ci credeva. Noi, oggi, parliamo del futuro ma ci crediamo sempre meno. Addirittura, ci stiamo abituando a convivere con l'idea della nostra possibile fine, non in quanto individui ma in quanto specie (...)"
(Intervento letto nell'ottobre 2006 e pubblicato in Sole 24 ore - Domenica del 2 agosto 2015)