Gruppo Giustizia per stragi e deportazioni nazifasciste
all’avvocato Udo Sürer
Holbeinstr. 18
88131 Lindau (B)
Germania
p.c., ai mezzi di informazione e agli altri interessati
Fucecchio, ottobre 2020
Siamo un gruppo di familiari delle vittime di stragi nazifasciste commesse dal 1943 al 1945 (ad esempio, nel Padule di Fucecchio, a Fivizzano, all’Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze, a Niccioleta, a Fossoli-Carpi, a Sant’Anna di Stazzema, a Marzabotto e a Cefalonia). Qualcuno fra noi, allora bambino, a quelle stragi è sopravvissuto ma la sua vita è stata segnata per sempre; altri sono figli di deportati IMI o di deportati civili, fatti lavorare come schiavi in Germania. Delle nostre attività ha parlato la stampa, come si può vedere qui:
https://drive.google.com/open?id=15_io0vcAgPUUAonvuWrpkoF7vdxPw2DG
Un nostro rappresentante è intervenuto all’apertura dell’anno giudiziario 2020 presso la Corte d’appello di Firenze. Il suo discorso è qui: http://www.radioradicale.it/scheda/597070?i=4091416.
Ci rivolgiamo a Lei, e in italiano, perché abbiamo notato il Suo impegno sul tema delle stragi e la Sua conoscenza della nostra lingua.
Il Suo caso è noto. Ne parlano anche i film Il nome del padre, a cura di Daniele Ceccarini, Mario Molinari, Paola Settimini, e Il secondo trauma: il massacro impunito di Sant’Anna di Stazzema (Das zweite Trauma), di Jurgen Weber.
Lei è figlio di un militare delle SS, Josef Maier, che fece parte di una formazione colpevole di massacri, in Italia. Ha cambiato cognome, frequenta i luoghi delle stragi, ha fatto amicizia coi superstiti e i familiari, coltiva la memoria. È anche cittadino onorario di Fivizzano, un Comune fra i più colpiti, e insanguinato proprio da quella formazione. Naturalmente apprezziamo il Suo interessamento a questi temi.
Adesso Le chiediamo di spendersi, oltre che per la memoria, anche per la giustizia. Quella penale, purtroppo, è una partita persa per gli italiani, per gli antifascisti e per la civiltà europea e umana.
La giustizia civile, invece, è ancora possibile, perché alle vittime spettano i risarcimenti. Le famiglie italiane che hanno diritto a queste somme sono moltissime, ma la Germania deve pagare e ne ha i mezzi.
Tutto questo è stato chiarito in un convegno, svolto nel 2019 presso il Senato italiano, Stragi e deportazioni nazifasciste: per la giustizia e contro l’ambiguità, aperto dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, in cui sono intervenuti anche la senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, e il presidente emerito della Corte costituzionale Giuseppe Tesauro. Questo il link al convegno: https://www.youtube.com/watch?v=gpDYeJPX4gU.
Lei è un avvocato e in Il nome del padre ha spiegato coraggiosamente la sua scelta professionale: «Ho detto: sì, è bene sapere i diritti, anche contro il potere». Tenendo conto di queste parole importanti, siamo convinti che Lei conosca le solide ragioni giuridiche delle vittime, e che si renda conto che la sola memoria non basta: risarcire i crimini nazisti contribuisce alla costruzione di un’Europa e un mondo migliori. In questo momento di fermenti nazisti e fascisti, giustizia significa prevenzione. Il risarcimento ha un effetto dissuasivo: i crimini non restano senza conseguenze.
È noto che alcune vittime si accontentano di riparazioni memoriali. Ma sono posizioni singole che vengono enfatizzate dai mezzi di comunicazione, mentre chi chiede giustizia non riceve attenzione né rispetto.
Sempre in Il nome del padre, Lei descrive Suo padre come impenetrabile, «un uomo dietro un muro». Oggi le vittime che chiedono giustizia incontrano lo stesso muro; quanto alla memoria, invece, su quel muro c’è il telone di un cinema, perché i fatti sono narrati ma non hanno conseguenze.
Lei partecipa a commemorazioni in cui è negata la parola a chi vuole rivendicare il diritto al risarcimento: sono manifestazioni memoriali senza giustizia. In questo modo si promuove l’idea illusoria che la Repubblica federale tedesca abbia adempiuto ogni suo obbligo.
In conformità al Suo lodevole impegno, e per proseguire nella stessa direzione, Le chiediamo di: schierarsi pubblicamente affinché lo Stato tedesco paghi i risarcimenti economici; ricordare questo dovere nelle occasioni pubbliche cui partecipa; come avvocato, impegnarsi come ritiene possibile perché i diritti dei familiari delle vittime, per le cause da intentare in Germania, abbiano un’efficace tutela, se necessario anche dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Per contatti: prof. Lido Lazzerini, 334 2799709
Gruppo Giustizia per stragi e deportazioni nazifasciste in rappresentanza di sopravvissuti e di familiari delle vittime delle stragi e delle deportazioni di:
Padule di Fucecchio
Fivizzano
Cefalonia
Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze
Niccioleta
Fossoli – Carpi
Associazione Martiri Sant’Anna di Stazzema
Centro Studi “Schiavi di Hitler”
Associazione Familiari Montesole
Associazione familiari e parenti delle vittime della strage di Cervarolo del 20 marzo 1944
È possibile/opportuno firmare la lettera aperta da parte di normali cittadini? E, se sì, come?
Marcella Pepe
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