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Roxanna Bornemann

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Aug 2, 2024, 8:31:45 PM8/2/24
to cumsladbaulo

Nella notazione musicale, una pausa un segno grafico che rappresenta un preciso momento di silenzio. Tale scrittura comprende una serie di segni grafici per indicare i valori di durata sia del suono che del silenzio.

La scrittura musicale in occidente il risultato di una lunga evoluzione storica che si pu far risalire alle prime forme di indicazione adoperate dai monaci, per "fissare su carta" le varie intenzioni melodiche che doveva assumere un testo da cantare (si veda la voce canto gregoriano).

Fino al XIV secolo la scrittura fu sostanzialmente di tipo. Con l'Ars nova furono introdotti i primi essenziali valori musicali che qualsiasi compositore poteva adoperare. Vi si parla, per, solo di valori intesi come durate del suono, non si parla ancora di pause.Infine, la scrittura musicale utilizzata ancora oggi si consolid, dopo una lunga evoluzione, nel XVI secolo (vedi notazione musicale).

Gli occhi sullo spartito, il sorriso sul volto, le mani che si muovono sulla tastiera. Le note che si diffondono dal pianoforte a coda sono la voce di Carlo. Quel brano di Bach che esegue sicuro, pur concedendosi le sue 'licenze' sul ritmo, porta l'impronta del suo mondo. Quel mondo interiore che attraverso la musica ha trovato la strada per ancorarsi alla realt, per uscire dal silenzio e dall'isolamento che l'autismo porta con s.

Carlo De Liso ha 26 anni. Non ne aveva ancora compiuti tre quando arrivata la diagnosi di autismo. Oggi studia pianoforte al Conservatorio di Matera, dove sta per concludere un corso preaccademico della durata di sette anni, e nel suo curriculum annovera una lunga lista di esibizioni, concerti, partecipazioni a manifestazioni ed eventi. Un musicista speciale, Carlo, come la sua storia, che parla di inclusione e di determinazione, di impegno e di riscatto.

A raccontare il percorso di Carlo sua madre, Liliana. "Quando al pianoforte i suoi disturbi legati alla patologia scompaiono. Carlo sereno, cambia anche il suo volto", dice sorridendo mentre lo guarda, seduta accanto a lui. Dalle sue parole emerge tutta la forza e la tenacia con cui ha deciso di affrontare la disabilit del figlio. I lunghi anni di terapia a Roma, subito dopo la diagnosi, le notti in bianco passate a studiare, a cercare di capire le strategie per portare Carlo fuori dal suo silenzio. E' stata proprio lei a metterlo per la prima volta davanti ad un pentagramma, ad intuire che la musica avrebbe potuto rappresentare una strada. "E' cominciato tutto alle scuole medie - ricorda - perch l'insegnante di musica non sapeva come gestire Carlo durante la sua ora. Allora mi sono chiesta: che pu fare Carlo mentre i suoi compagni cantano? E ho pensato che potesse suonare uno strumento. Mi sono detta, gli insegno a mettere le note sul pentagramma e a riconoscerle. Lo ha fatto con una facilit che mi ha sorpresa, cos come poi sul pianoforte. A quel punto ho cercato un'insegnante che lo potesse seguire". Comincia cos quel percorso che prosegue poi durante la scuola superiore: proprio qui, al Vivante, che Carlo si esibisce per la prima volta in pubblico, partecipando come musicista ad un evento teatrale organizzato dall'istituto. Con fatica e determinazione, quella strada prende forma, Carlo si dedica con passione alla musica. "Carlo si impegna molto - dice Elisabetta Pugliese, insegnante di pianoforte, che da due anni lo affianca nella preparazione - Ha un forte senso del dovere e una forte predisposizione. Quando facciamo lezione lui si concentra su quello che fa, e tutte le sue ansie spariscono". Certo all'inizio stato necessario capirsi, entrare in sintonia, trovare il modo giusto di comunicare, ma alla fine tutto venuto naturale, "seguendo Carlo, il suo modo di essere".

"Aprire un percorso post scuola superiore era importante", prosegue Liliana. Gi, perch una volta conclusa la formazione scolastica, i ragazzi affetti da autismo 'scompaiono': viene meno quella rete di assistenza garantita a scuola, molti non fanno altro che restare in casa, o "finiscono per essere dei malati psichiatrici messi nei centri diurni". Indirizzata anche dall'insegnante di musicoterapia, Liliana pensa allora al Conservatorio. Ma da Bari arriva un secco rifiuto che una doccia gelata: "Mi ero informata, avevo chiamato il Miur per conoscere i documenti da presentare e l'iter da seguire. E invece c' stato un no, un rifiuto, anche brusco: al Conservatorio di Bari un disabile non entra". Un'amarezza che in parte resta ancora oggi, anche se da quel 'no' scaturito l'incontro con il Conservatorio di Matera, che a Carlo e Liliana ha riservato un'accoglienza del tutto diversa: "Il direttore ci ha ricevuti, ci ha spiegato tutto, ci ha illustrato l'iter burocratico da seguire per accedere alla prova di ammissione". Una prova che Carlo supera: "Quel giorno eravamo l, tra tantissimi candidati, senza alcuna differenza. Penso sia stata l'attesa pi bella per me", ricorda Liliana. E cos da sette anni, ogni settimana Carlo e Liliana raggiungono in treno Matera per la lezione al Conservatorio, con il maestro Alessandro Marangoni, che segue Carlo, e un tutor che lo affianca. "Al Conservatorio di Matera dobbiamo tantissimo", sottolinea Liliana. "Quando il Conservatorio ha accettato Carlo - prosegue - l'ha garantito. Se io dico che Carlo, ragazzo autistico, suona al Conservatorio, la gente si ferma, riflette. E allora non ha pi uno sguardo di compassione verso un ragazzo autistico, ma uno sguardo diverso. La gente comincia a chiedersi: ma allora se suona mi comprende? Se va l vuole dire che in grado di capire quello che succede? E' l'atteggiamento delle persone che cambia, ti guardano in maniera diversa. Si aprono dei canali di comunicazione". E cos, si abbattono anche pregiudizi e timori.

In questi anni, Carlo ha preso parte a manifestazioni culturali e musicali, si esibito in pubblico da solo o con la sua formazione, 'Carlo & Friends' - in cui affiancato da giovani insegnanti di musica - nata nel 2013 in occasione della partecipazione al festival 'Il Giullare, teatro contro ogni barriera' di Trani. Nel 2015 i 'Carlo &Friends' hanno suonato anche per Telethon, e pi volte in occasione della 'Giornata mondiale dell'autismo', a Bari. Attualmente, invece, Carlo tra i concorrenti del 'Concorso Internazionale Musicale "Citt di Pesaro"', dedicato a Rossini. Il concorso prevede anche il voto di una giuria popolare: si pu esprimere il proprio voto per Carlo con un 'mi piace' al video della sua esibizione, postato sulla pagina Facebook ufficiale del CIMP - Concorso Internazionale Musicale "Citt di Pesaro", a questo link. Ma Carlo suona anche in chiesa, tutte le domeniche, in una parrocchia vicino piazza Garibaldi, per accompagnare il coro: "Secondo me l'espressione pi bella dell'inclusione", dice con un sorriso Liliana.

Una storia bella, quella di Carlo, certo aiutato dal giusto supporto ricevuto, che ha permesso al suo talento di emergere, ma non per questo priva di difficolt. A cominciare dalla necessit di dover andare in trasferta per studiare, per quel 'no' detto dal Conservatorio di Bari. Ma Liliana non si mai arresa, ed anche per questo che ha deciso di parlare del percorso di suo figlio: "Se le persone non sanno che questo possibile, come fanno a credere in qualcosa, a costruire? A Milano nata una realt come l'orchestra 'Allegro moderato', composta da musicisti con disabilit e musicisti professionisti. Perch non a Bari? Perch non c' questa apertura, perch non provare anche qui?". Certo, gli ostacoli ci sono. E il pensiero di Liliana va ai tanti genitori di ragazzi autistici, che, come lei, si ritrovano da soli a lottare per i propri figli, con uno Stato che per loro fa poco o nulla. "C' sempre una strada, che non l'isolamento", dice Liliana. "Certo se le istituzioni chiudono le porte, per questi ragazzi non resta altro che rimanere in casa. Ma non bisogna isolarsi, bisogna uscire, parlare, perch solo cos le persone possono sapere che questi ragazzi esistono". "Non detto che sia possibile per tutti fare determinate cose, come suonare nel caso di Carlo, ma se c' il rispetto per la persona, c' sempre un percorso, anche semplicemente un percorso di amore e di inclusione". "Il bello di Carlo non quello che fa, ma il fatto che stia con gli altri. E' stato anche scout. E' chiaro che ho sempre creato intorno a lui una situazione favorevole, e accanto a me ho trovato anche persone che hanno capito quello che volevo fare, nel rispetto di Carlo e delle persone con disabilit. Ma se Carlo arrivato qui perch abbiamo creduto in lui, non come pianista, ma come persona".

C' molto lontano un mondo strano
strano e fantastico
l non mai sera
la primavera dura una vita
ma trovarlo non potr, finita
c' silenzio tra di noi, s...
Qui, qui nel silenzio
dove nascondo l'anima mia per te
qui si ferma il tempo
si asciuga il pianto e tace il vento
perch sei andata via in silenzio
e la colpa stata mia, s...
Perch sei andata via in silenzio
e la colpa stata mia, s...
Qui, qui nel silenzio
sto ritrovando l'anima mia perch
qui in un momento ritorna il pianto
mi scuote il vento
ma se il fuoco tra di noi non si spento
io con te ritorner s, con te...

Questo brano stato poi ripreso in una nuova versione, pi lenta, da Riccardo Fogli ed inserito nel suo secondo album solista "Riccardo Fogli" (CBS 81284) del 1976. In questo nuovo arrangiamento si fatto ricorso all'impiego dell'orchestra diretta dal maestro Danilo Vaona, rallentando la canzone ed aggiungendo un'introduzione che ricorda Infiniti noi, sempre dei Pooh. Dopo questa prima versione la canzone stata riproposta successivamente, anche con nuovi arrangiamenti, in alcuni degli album successivi di Fogli, diventando una delle canzoni pi acclamate ai suoi concerti.
La canzone stata successivamente pubblicata, oltre che su innumerevoli ristampe non ufficiali della produzione del periodo Vedette (1966/1970), su:

Alla luce dei fatti, In silenzio una delle canzoni che io ho pi volte rivisitato. Prima di cantarla con i Pooh la provai mille volte in sala di incisione, perch il nostro discografico, il maestro Sciascia, e la produttrice artistica volevano che la interpretassi con swing. Ma a me, che sono nato metalmeccanico a Pontedera e ho vissuto gommista a Piombino, sembrava una gran ca...volata cantare con swing 'C', molto lontano, un mondo strano'. Mah! Insomma, non smettevo pi di provarla, ma secondo me per un italiano esisteva un solo modo di cantarla. Ricordo che in sala di incisione c'era anche il nostro tecnico 'Janco', road manager, facchino, autista, e io dissi: 'Spegnete la luce, cos mi concentro meglio'. Mi tirai gi i pantaloni e cantai In silenzio in mutande, col sedere di fuori come forma di protesta nei confronti di Sciascia e della sua assistente, che mi avevano proprio esaurito. Prendendoli in giro, perch al buio non mi vedevano, dimostrai loro che avrei cantato in quel modo l anche col sedere di fuori. E la cantai da Dio! In seguito, quando sono uscito dai Pooh, In silenzio diventata una delle mie canzoni pi importanti, che ho ricantato con un arrangiamento sinfonico d'archi e continuando ad avere grandi consensi di critica.

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