Report Conferenza Regione Lazio "Verso una legge regionale per l'acqua pubblica".

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elisa...@libero.it

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Nov 17, 2013, 6:20:43 AM11/17/13
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VERSO UNA NUOVA LEGGE REGIONALE PER L’ACQUA PUBBLICA

 

Il giorno 12 novembre si è tenuto a via della Pisana un convegno intitolato “Verso una nuova legge regionale sul servizio idrico integrato”, organizzato dalla VI Commissione ambiente, lavori pubblici, urbanistica. Tra il pubblico un’ampia rappresentanza dei comitati “acqua pubblica” del Lazio, i consiglieri comunali di Civitavecchia di SEL, i sindaci di Anguillara e di Ladispoli. I comuni di Civitavecchia, Ladispoli ed Anguillara sono stati recentemente raggiunti da una lettera dell’assessore Regionale Fabio Refrigeri il quale, a seguito del ricorso vinto dall’associazione CODICI, ha intimato a questi comuni di entrare in ATO2 se volevano evitare il commissariamento “ad acta”.

La condotta dell’assessore ha molto preoccupato i comitati dell’acqua pubblica in merito alle sorti della legge regionale d’iniziativa popolare. La legge infatti ripubblicizzerebbe l’acqua in tutto il Lazio; se questa fosse la volontà della giunta, che senso avrebbe chiedere ai comuni di entrare in ATO 2?

Cristiana Avenali, consigliera membro di commissione, ha confermato la necessità della regione Lazio (in grande ritardo visto la caduta della Giunta Polverini) di legiferare entro marzo 2014, ha elencato i contenuti della proposta di legge presentata dai comitati dell’acqua pubblica sostenendo che la Regione li ha assunti integralmente.

L’intervento dell’assessore Refrigeri, molto atteso, spiega che la lettera mandata ai suddetti Comuni è in realtà un atto burocratico dovuto a seguito della sentenza, che non corrisponde alla volontà politica della Regione. La nuova Legge Regionale va scritta in tempi rapidi ma la ripubicizzazione dell’acqua comporterà, ha puntualizzato l’assessore, impegni economici gravosi.

Seguono gli interventi di Mirko Tutino, Assessore all’ambiente della Provincia di Reggio Emilia, il quale racconta l’esperienza della ripublicizzazione dell’acqua in quella Provincia. La scelta è stata imposta dal fatto che la gestione privatistica dell’acqua ha comportato impegni insostenibili, in assenza di crediti da parte delle banche. L’inceneritore di Parma, il maggior azionista della “multi utility” che gestiva l’acqua, non è stato più in grado di sostenere l’impegno economico. Andava inoltre superata la sperequazione tra i costi dell’acqua più bassi nel grande centro (Parma) e più esosi in provincia. Visto il fallimento della gestione pubblico-privato, specifica Tutino, il nuovo soggetto “in house” è interamente pubblico, controllato dai Sindaci per l’81%.

Simona Savini interviene per il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica affermando che l’assenza un testo di legge regionale alternativo a quello del Comitato è una buona notizia. Quanto è stato affermato a proposito di Reggio Emilia è ancora più valido per il Lazio. Il punto di partenza del nuovo testo di legge è quello di iniziativa popolare: la gestione privata risulta infatti la più dispendiosa ed insostenibile anche economicamente perché è poi il pubblico a dover intervenire risolvendo le falle. Inoltre gli ATO non devono necessariamente coincidere con gli ambiti provinciali ma bensì con i bacini idrografici effettivi. Gli investimenti sono stati inesistenti ed i cittadini sono stati esclusi dalla possibilità di controllare ed incidere sulle scelte di gestione.

Enrico Panunzi, Presidente della VI commissione (Ambiente e lavori pubblici) afferma che la Regione, scaduti i termini della legge Galli del 1994 [Gli Ato (Autorita' d'ambito territoriali ottimali) sono stati aboliti il 31 dicembre 2012. Dal primo gennaio 2013 ogni Regione deve aver provveduto alla sostituzione. Se inadempienti, interviene il governo con poteri sostitutivi. Ecco i principali interventi normativi sugli Ato, dalla loro istituzione all'abolizione: La legge Galli (36/94) istituisce gli Ato; sancisce l’obbligo di partecipazione da parte dei comuni; che hanno il compito della redazione dei piani d'ambito; affidamento al gestore del Servizio idrico integrato. Codice ambientale (D.lgs. 152/2006): conferma la creazione degli Ato. Decreto Calderoli: la Legge 42/2010: sopprime gli Ato nell'ambito della razionalizzazione della spesa pubblica; la competenza diventa regionale per una riattribuzione delle funzioni; la scadenza era fissata al 27 marzo del 2011 (poi prorogata). Un Dpcm del 25 marzo del 2011 proroga gli Ato; le competenze vengono affidate alle regioni per l'organizzazione delle funzioni a soggetti non inferiori alle province; in questo la scadenza era prevista per il 31 dicembre 2011 (anch'essa prorogata). Il decreto Milleproroghe (216/2011) rimanda tutto al 31 dicembre di quell’anno. Il decreto 'Cresci-Italia' (1/2012) ribadisce la riorganizzazione degli Ato. Le regioni, spiega il decreto, organizzano i Servizi pubblici locali in ambiti territoriali ottimali, non inferiori alla dimensione provinciale; se le regioni risultano inadempienti, subentrano i poteri sostitutivi del governo. n.d.r.], la Regione deve riscrivere gli ATO in ambito regionale, nel rispetto del Referendum del 2011. Prima dei ruoli ricoperti in Regione Lazio, sia Panunzi che Refrigeri hanno ricoperto il ruolo di Sindaco in comuni sottoscrittori della legge di iniziativa popolare. Come legislatori regionali sarebbe incomprensibile un’inversione di linea politica.

Emanuele Lobina, ricercatore dell’Università di Greenwich, relaziona sulla ripublicizzazione del Sistema Idrico Integrato (SII) in ambito europeo. Malgrado ci si riempia la bocca di Europa (specie per le politiche di austerity), la tendenza europea alla ripublicizzazione è fortissima. Ovunque gli investimenti strutturali su reti idriche e depurazione sono pubblici. La privatizzazione subentra sempre nella fase successiva (di gestione e non di investimento). In Europa la privatizzazione fu avviata in termini più massicci che in Italia ed ora si registra una tendenza opposta a livello mondiale. In città come New York, Parigi, Berlino l’acqua è pubblica.

Alberto Lucarelli, Ordinario di diritto costituzionale all’Università Federico II di Napoli, parla dell’esperienza di Napoli “ABC”, l’unico esempio di ripublicizzazione dell’acqua in Italia e di creazione di un’Agenzia dei Beni Comuni (oltre la proprietà pubblica e privata). La riforma del Titolo V della Costituzione decentra alle regioni poteri legislativi importanti. L’azienda creata a Napoli è un soggetti di diritto pubblico a capitale esclusivamente pubblico. Ma la legislazione delle “aziende speciali” consente una carta ambiguità e flessibilità tra soggetti pubblici e privati. Lucarelli invita ad usare con molta prudenza ed attenzione termini quali “agenzia” o “pubblico”, dietro ai quali possono celarsi realtà ambigue: ad esempio l’Agenzia a Napoli si muove con grande difficoltà nell’ambito Provinciale e Regionale, costretta a trattative con i soggetti privati che gestiscono l’acqua nelle competenze extracomunali.

Bengasi Battisti, sentiti gli interventi precedenti, chiede alla regione Lazio una moratoria fino al marzo 2014, rispetto ai minacciati commissariamenti “ad acta” sull’ingresso in ATO 2, per tutte le situazioni sospese.

Nel dibattito che ha fatto seguito sono intervenuti sia il Sindaco di Anguillara che Crescenzo Paliotta di Ladispoli. Entrambi hanno effettuato massicci investimenti pubblici sulla rete idrica e sulla depurazione, anche grazie ai fondi regionali (400 mila € ad Anguillara), e sarebbe assurdo passare ad un regime sostanzialmente privatistico (perché ACEA è una Spa di diritto privato) ora che il sistema è risanato. La Regione ha effettuato anche massicci investimenti anche in materia di dearsenificazione. ACEA è interessata a Bracciano ed alla zona dei laghi solo per prelevare gratuitamente dalle riserve idriche del Lago di Bracciano (come già fa) gratuitamente. Paliotta elenca gli importanti risultati raggiunti da “Flavia Acque” nel vastissimo territorio comunale di Ladispoli (40.000 abitanti), sia in termini di efficienza gestionale sia in termini di tariffe. Il problema della depurazione poi travalica l’ambito comunale. Ladispoli ha un sistema di depurazione efficiente al 100% ma soffre dell’inquinamento di Roma e di Fiumicino, comuni assai poco efficienti in materia di depurazione. Il caso di Civitavecchia, sottolinea infine Simona Ricotti (“Forum ambientalista” di Civitavecchia) richiede invece un intervento urgente. Il passaggio di Civitavecchia ad ACEA è, di fatto, già avvenuto, avendo già emesso sentenza a favore di CODICI anche il Consiglio di Stato.

Un ulteriore importante appuntamento per i Comitati regionali dell’Acqua Pubblica è il 21 novembre ad Anguillara (ore 17.00, sala ex consorzio, vicina alla stazione), in cui il Sindaco, i Comitati e l’Assessore Regionale torneranno a confrontarsi su una Legge Regionale per una gestione del Sistema Idrico Integrato.





Seminario_12novembre2013[1].pdf
Seminario 12 novembre.doc
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