Solidarietà con Mattia Ferrari e con Mediterranea
Il governo spia e controlla chi salva vite in mare
Nella rete di spionaggio attraverso il software Paragon è finito anche don Mattia Ferrari: il cappellano di Mediterranea Saving Humans, impegnato nell’accoglienza e tra le voci più autorevoli in Italia nel denunciare le condizioni nei lager libici, ha ricevuto una notifica che lo informava di essere sotto “sofisticato attacco sostenuto da attività governative non meglio identificate”. Prima di lui la stessa sorte era toccata anche a Luca Casarini e Beppe Caccia, rispettivamente fondatore e armatore dell’Ong.
Che interessi ha il governo italiano? Perché si ostina a intercettare chi si impegna nella solidarietà? Il disegno è chiaro: da anni è in atto una criminalizzazione contro le Ong e chi salva le vite in mare. Peraltro lo stesso Mattia, oggi sotto tiro da parte dell’intelligence, in passato aveva ricevuto minacce dalla mafia libica, quella stessa da lui più volte denunciata e di cui è parte Almasri, amico di un governo che lo ha liberato e riportato a Tripoli con tutti gli onori.
Nella barbarie di chi vorrebbe fermare l’umanità in cammino c’è gente che invece si schiera per difendere le vite di sorelle e fratelli immigrati e per questo viene intercettata, processata, condannata. Noi siamo con loro senza esitazioni, per costruire collettività solidali e interetniche contro l’indifferenza e il razzismo mortifero.
28/02/2025
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