Il Cinema Don Bosco Digital propone: "Hotel Transylvania" e "Le nevi del kilimangiaro"

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Francesco Baietto

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Nov 13, 2012, 5:15:02 PM11/13/12
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Hotel Transylvania

Trama:
Il Conte Dracula gestisce un raffinato albergo per mostri nella sua Transylvania. Quando, un giorno, Van Helsing, un cacciatore di mostri bussa all'ingresso dell'albergo alla ricerca di una camera, coglie tutti di sorpresa. La sorpresa sarà ancora più grande, però, quando Van Helsing si innamora della figlia di Dracula, Mavis, che lo ricambia infrangendo il codice etico dei mostri. Quando i due ragazzi scoprono di essere "nemici" faranno di tutto per portare la pace fra i loro due mondi e poter, cos', vivere il loro amore serenamente...

Scheda:
Titolo originale: Hotel Transylvania
Nazione: U.S.A.
Anno: 2012
Genere: Animazione
Durata: 91'
Regia: Genndy Tartakovsky
Sito ufficiale: www.welcometohotelt.com
Cast (voci): Adam Sandler, Selena Gomez, Andy Samberg, Steve Buscemi, Kevin James, David Spade, Fran Drescher, Jon Lovitz, Molly Shannon, Cee-Lo Green, David Koechner
Produzione: Sony Pictures Animation
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia
Data di uscita: 08 Novembre 2012 (cinema)

Orari:
SABATO 17 NOVEMBRE: ore 17,45 - 21,15
DOMENICA 18 NOVEMBRE: ore 17,30 – 21,15
LUNEDI’ 19 NOVEMBRE: ore 21,15




CINEFORUM

Vi ricordiamo inoltre che è ancora possibile abbonarsi al cineforum del martedì: consulta qui i film in programmazione.

26 film al costo di € 40,00 con in omaggio 5 ingressi per il weekend (omaggio dal valore di € 32,50 !)

Le schede dei film del cineforum

 

MARTEDI’ 20 NOVEMBRE - 18,30 e 21,15

Le nevi del kilimangiaro

Trama:
A Marsiglia, oggi. I nomi degli operai da licenziare sono stati estratti a sorte e Michel, rappresentante sindacale incaricato dell'operazione, ha inserito e sorteggiato anche il proprio. Senza lavoro, Michel è però felice accanto a Marie Claire, con la quale festeggia trenta anni di matrimonio, ai figli e ai nipoti. Una sera due uomini mascherati irrompono nella loro casa, legano i presenti, li derubano di tutto. Incredulo di fronte a questo episodio, Michel lo è anche di più quando scopre che uno dei malviventi è un ventenne, ex collega, anch'egli licenziato. D'istinto Michello lo denuncia, poi conosce meglio la sua situazione, sa che ormai non può evitargli una condanna e, d'intesa con la moglie, si adopra per rendere meno gravosa la pena che dovrà scontare.

Scheda:
Titolo originale:  Les Neiges du Kilimandjaro
Nazione:  Francia
Anno:  2011
Genere:  Drammatico
Durata:  90'
Regia:  Robert Guédiguian
Cast:  Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Grégoire Leprince-Ringuet, Anaïs Demoustier, Robinson Stévenin, Adrien Jolivet, Karole Rocher, Jacques Boudet, Gérard Meylan
Produzione:  Agat Films & Cie, Ex Nihilo
Distribuzione:  Sacher Distribuzione
Data di uscita:  Cannes 2011
02 Dicembre 2011 (cinema)

Recensione:

L’inizio è folgorante: siamo al porto di Marsiglia, e un sindacalista estrae da un’urna dei nomi; venti uomini, che capiamo subito essere altrettanti licenziati. Tra questi lo stesso sindacalista, Michel, che non ha voluto approfittare della situazione e ha voluto rischiare il posto come gli altri compagni. Triste, ma circondato dall’affetto di moglie, figli e nipoti, Michel festeggia con l’amata Claire i trent’anni di matrimonio: e si vede che si amano davvero teneramente, e festeggiano volentieri la loro unione davanti a parenti, amici e colleghi (tra cui i 19 licenziati, ma alcuni conosciuti da Michel a mala pena). Il regalo di figli e amici è una cassetta piena di soldi per un viaggio in Africa (da qui il titolo del film, che riprende il titolo della canzone di Pascal Danel che fa da leitmotiv): soldi che fanno gola a qualcuno, che irrompe a casa loro mentre sono a cena con la sorella di lei e suo marito, amico fraterno di Michel. Picchiati e umiliati, senza i soldi dell’agognato viaggio, Michel e Claire sono abbattuti. Ma il peggio deve ancora venire, quando Michel – militante vecchio stampo, cresciuto nel mito del martire socialista Jean Jaurès – scopre che uno dei due ladri è uno dei licenziati; che oltre tutto è un bravo ragazzo, che tira su i fratelli piccoli abbandonati dai genitori. Ormai la denuncia però è partita. Il senso di colpa inizia a tormentare i due coniugi…
Con Le nevi del Kilimangiaro (incredibilmente piazzato fuori dal concorso principale a Cannes 2011) Robert Guédiguian torna sui luoghi dei suoi film più noti (Marjus e Jeannette, La ville est tranquille, Marie-Jo e i suoi due amori) in cui canta la povera gente di Marsiglia, come un Ken Loach francese e ancora più arrabbiato, per quanto anche lui alterni dramma e commedia con abilità. Dopo alcuni film di diverso taglio (tra cui Le passeggiate al Campo di Marte su François Mitterand), torna appunto ai temi più cari, del lavoro e dell’appartenenza politica spesso tormentata. E stavolta centra il suo capolavoro, con questo film ispirato al poema di Victor Hugo Les pauvres gens; grazie anche ad attori bravissimi, dalla personale “musa” Ariane Ascaride all’ottimo Jean-Pierre Darroussin, a Gérard Meylan già visto altre volte nella sua filmografia; e grazie a un taglio meno schematico e ideologico di altre volte.
Sono tanti i cambi di direzione di un film che sembra partire dal dramma della perdita del lavoro ma poi si orienta sulle perdite di certezze: per Michel e Claire, come per la sorella sotto choc e il cognato arrabbiato, quell’irruzione di due ladruncoli è un bivio, davanti al quale decidere che fare della loro vita. Nutrire sentimenti di vendetta o perdonare? Agitare un paternalismo per un ragazzo che, in prigione, rischia una condanna a 15 anni eppure non solo non si scusa ma provoca e sbraita la sua rabbia verso “compagni” ormai imborghesiti? Vivere nel senso di colpa perché, pur in difficoltà, sono più garantiti di poveri veri, giovani e senza garanzie (“abbiamo combattuto anche per loro e ci odiano perché abbiamo un auto e una casa”)? Ci sono spunti buoni anche per l’attualità, in una crisi che attanaglia l’Europa e l’Occidente da anni e su una sinistra in cerca di soluzioni per contraddizioni sempre più gravi e drammatiche. Ma il cuore del film è nella reazione che scatta di fronte ai due fratellini del ladro, abbandonati da una madre che non vuole essere tale e lasciati soli a se stessi. Quei due bambini sono un pungolo per la coscienza. Impossibile non commuoversi di fronte alle prima timide, poi sempre più certe iniziative di Claire e poi Michel verso di loro; e verso se stessi, come di chi riscopre un cuore che rischiava l’assopimento. 
Il merito di Guédiguian è di evitare retorica e facili scorciatoie: senza voler rovinare la sorpresa di un film che è intessuto di tanti piccoli scarti e colpi di scena, è da sottolineare come il regista francese non rappresenti una realtà edulcorata ma vera, in cui i tentativi anche buoni vengono frustrati, in cui a ogni passo sicuro sembra alternarsi uno più incerto. E il lieto fine che ha infastidito alcuni non è tale. Perché per due amici che capiscono e cambiano sguardo di fronte alla situazione vissuta, ci sono figli che non accettano la generosità imprevedibile e disinteressata di genitori che sembrano alieni. Ma sono tanto più umani di loro. E consapevoli che stare bene nella propria realtà è più vero, e li rende più felici, di una fuga in un viaggio esotico. Soprattutto, il film ci interroga su un fatto tanto evidente quanto misconosciuto: anche dalla crisi può nascere qualcosa di buono, per chi si gioca completamente. Iniziando a scoprire cosa vale davvero, senza temere rivoluzioni nella propria vita.

Antonio Autieri



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