Il Cinema Don Bosco Digital propone: "Quasi amici - Intouchables" e "I Muppet"

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Francesco Baietto

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Apr 17, 2012, 6:29:06 AM4/17/12
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Considerato il grande successo di pubblico e l'importanza dei temi trattati, per i soli spettacoli serali, riproponiamo:

Quasi amici - Intouchables


Trama:
Dopo un incidente di parapendio che lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione - come badante personale... Per dirla senza troppi giri di parole, la persona meno adatta per questo incarico. L'improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica... Due universi opposti entrano in rotta di collisione ma per quanto strano possa sembrare prima dello scontro finale troveranno un punto d'incontro che sfocerà in un'amicizia folle, comica, profonda quanto inaspettata che li renderà... Intoccabili.


Scheda:

Titolo originale: Intouchables
Nazione: Francia
Anno: 2011
Genere: Commedia
Durata: 111'
Regia: Olivier Nakache, Éric Toledano
Sito ufficiale:
Sito italiano: http://it.cinema.yahoo.com/...
Cast: François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet, Alba Gaïa Kraghede Bellugi, Cyril Mendy, Christian Ameri, Grégoire Oestermann
Produzione: Quad Productions
Distribuzione: Medusa

Orari:
Sabato 
  21 apr
 21,15
Domenica 
  22 apr
  21,15
Lunedì 
  23 apr
21,15

Recensione
[tratta da http://www.sentieridelcinema.it/recensione.asp?ID=1746]

Bella commedia drammatica sull'amicizia e la diversità dove l'infermità, gravissima e mortificante, che costringe il protagonista Philippe sulla sedia a rotelle, è affrontata con grande realismo e senza pietismi. È quello che chiede proprio il protagonista (il bravo François Cluzet) nella prime sequenze illuminanti del film. Una lunga fila di persone attendono alla porta dell'uomo ricchissimo, costretto da anni a vivere nella sua villa padronale, isolato dal mondo, come in una prigione dorata. Attendono il colloquio per farsi assumere come badante e nella sala d'aspetto ci sono le persone più disparate. Chi è arrivato lì solo per soldi, chi spinto da motivazioni e ideali, chi ha un grosso curriculum quanto a badante, chi ha in tasca lauree e corsi di perfezionamento per la cura della persona (ma zero esperienza). Nessuno centra il punto, e infatti vengono messi subito alla porta. Quello che cerca Philippe è una persona che non lo guardi dall'alto in basso, che non lo tratti da disabile. Quello che cerca questo uomo tanto ricco quanto solo è – lo scoprirà nel tempo – la compagnia di un amico. Che si presenterà con le fattezze meno probabili, quelle di un ragazzo nero, spiantato, della periferia parigina dove vive una situazione familiare assai precaria: è Driss e quello che cerca non è nemmeno un lavoro, ma solo la copertura per l’ufficio disoccupazione di averci provato a trovarlo; tanto per ricevere il sussidio.
È questo il cuore del film: prendersi cura dell'altro con tutto se stesso, comprese le proprie fragilità personali e i propri coni d'ombra non guarirà una persona da una malattia da cui non si può guarire, ma potrà curare la persona, infonderle la speranza, darle una prospettiva di vita vera. Quasi amici (il titolo italiano stempera un'amicizia calda e inaspettata che percorre tutto il film) è un film di una semplicità disarmante: un pugno di attori, una fortissima connotazione della parola malattia che diventa anche metafora di altro (la solitudine, innanzitutto), poche ma significative svolte tra cui quella del commovente finale. Sempre in bilico tra dramma cupo, con la cronaca assai realistica della condizione dell'infermo, prigioniero psicologicamente di una montagna di ricordi e oppresso da dolori sordi, i dolori "fantasma" che non dovrebbe sentire eppure sente eccome, e il tono leggero e a tratti svagato della commedia (con momenti di comicità esilarante, grazie alla spregiudicatezza “scorretta” di comportamento del giovane: una su tutte la scena all’opera), il film dei registi Olivier Nakache ed Eric Toledano è sostenuto da una bella sceneggiatura sempre firmata da loro, che riesce a rendere credibili i due mondi – povero e vitale, ricchissimo e nostalgico – che si incontrano e si scontrano come nella sequenza breve e sintetica incentrata sui gusti musicali dei due. Di più, al netto di alcune banalità che fanno tanto colore ma dicono poco della vicenda e dei personaggi (l'assistente di Philippe), la scrittura punta più che sulla descrizione di una condizione difficile, sulla prospettiva di un percorso insieme. Significativo da questo punto di vista lo spazio d'azione in cui si muovono i due protagonisti: dapprima chiusi nella stanza di Philippe, poi impegnati in piccole fughe più o meno spericolate, quindi davvero compagni per vivere una vita piena come mostra con chiarezza il finale. Il film sa toccare le corde giuste evitando il cliché sentimentale come era capitato invece a film simili come lo statunitense Non è mai troppo tardi, sacrificando qualche personaggio di contorno (la figlia e gli amici di Philippe, la famiglia di Driss) per insistere tantissimo su due parole guida, che non sono la malattia e il dolore ma i bisogni esistenziali e un'amicizia che decolla proprio a partire dalla condivisione di questi. E non è un caso che pure Driss porti in sé ferite legate alla sua famiglia di origine, a quella attuale, alle problematiche relative alla sua situazione lavorativa. Ferite profonde e non così diverse da quelle di Philippe, come se, in fondo in fondo, fossero diversamente abili ma ugualmente tesi a trovare una felicità possibile e reale, qui sulla Terra, pur in una condizione così dolorosa.

Simone Fortunato


I Muppet

Trama:
In vacanza a Los Angeles con i suoi amici Gary (Jason Segel) e Mary (Amy Adams) da Smalltown, Walter, il più grande fan dei Muppet, scopre il malvagio piano del petroliere Tex Richman (Chris Cooper) di radere al suolo il teatro dei Muppet per scavare nel suo sottosuolo e recuperare il petrolio scoperto di recente. Per mettere in piedi il più grande Muppet Telethon di sempre e raccogliere i 10 milioni di dollari necessari per salvare il teatro, Walter, Mary e Gary aiutano Kermit a riunire i Muppet, che hanno intrapreso strade diverse: Fozzie ora si esibisce a Reno in una band tributo chiamata Moopets, Miss Piggy è una redattrice di moda di Vogue Parigi, Animal è a Santa Monica in una clinica per manager infuriati e Gonzo è un potente magnate di impianti idraulici.

Scheda:
Titolo originale:  The Muppets
Nazione:  U.S.A.
Anno:  2011
Genere:  Commedia
Durata:  103'
Regia:  James Bobin
Sito ufficiale:  http://disney.go.com/muppets
Sito italiano:  www.disney.it/muppet/
Cast:  Mila Kunis, Emily Blunt, Amy Adams, Zach Galifianakis, Jason Segel, Rashida Jones, Chris Cooper, Selena Gomez, John Krasinski, Neil Patrick Harris, Jack Black, Danny Trejo, Rashida Jones, Katy Perry, Billy Crystal, Ricky Gervais, Chris Cooper
Produzione:  Mandeville Films, Muppets Studio, Walt Disney Pictures
Distribuzione:  Walt Disney Studios Motion Pictures Italia

Orari:


Domenica 
 22 apr
 17,30




Recensione:

Creati da Jim Henson negli anni 50, i Muppets hanno avuto il loro massimo momento di gloria negli anni 70 e 80, quando erano anche abituali le apparizioni di grandi nomi dello spettacolo nei loro show. Ultimamente (anche per la scomparsa del loro creatore), l’astro dei Muppets è andato un po’ offuscandosi, e l’acquisto da parte della Disney si spera possa diventare un motivo di rilancio per una serie originale, divertente e che ha saputo dare vita anche a piccoli capolavori (The Muppets Christmas Carol è di certo una delle più riuscite versioni della fiaba di Dickens in assoluto). E anche il film riesce a giocare sulla crisi dei Muppets: protagonista è Walter, un pupazzo che vive col fratello Gary (Jason Segel). Il suo più grande desiderio è andare a Los Angeles, visitare i Muppets Studios e poter lavorare lì. Quando finalmente Gary con la fidanzata Mary (Amy Adams) accompagnano Walter, la delusione è cocente: gli Studios sono praticamente abbandonati e i Muppets si sono sciolti. Grazie all’insistenza di Walter, Kermit la rana, capocomico della compagnia, decide di andare a cercare tutti i vecchi compagni d’avventura per rimettere in piedi lo spettacolo e ricomprarsi gli Studios prima che vengano venduti a un avido speculatore (un crudele Chris Cooper). Vi sembra di aver già sentito questa trama? Certo. È The Blues Brothers. E quando il gruppo cerca di convincere Miss Piggy, che nel frattempo è diventata direttrice di “Vogue”, è Il diavolo veste Prada sputato. Il bello dei Muppets è anche questo: a vedere Miss Piggy che si atteggia esattamente come Meryl Streep/Anna Wintour ma in guisa di maiale di peluche è difficile non ridere, proprio come vedere i battibecchi tra Kermit e Jack Black (altro ospite) o Zack Galifianakis che fa l’homeless che si piazza nel teatro. Perché in fondo le cose che rendono maggiormente negli spettacoli di questi pupazzi di stoffa, al di là delle loro buffe espressioni, sono proprio le contaminazioni con i personaggi dello spettacolo in carne e ossa, le canzoni eseguite insieme, i balletti ridicoli con Amy Adams che rifà se stessa in Come d’incanto, ma prendendosi in giro, le facce compunte degli attori che recitano come se fosse un film d’autore. In un momento nel quale tutto sembra ormai dato in appalto alla tecnologia, ai programmi computerizzati, all’animazione 3D, fa piacere vedere come dei pupazzi di stoffa dai colori sgargianti e sapientemente manovrati riescano senza sforzo a “tenere” un musical riuscendo a far ridere spontaneamente un pubblico di grandi e bambini. Lunga vita ai Muppets!

Beppe Musicco


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