Il Cinema Don Bosco Digital propone: "Il peggior Natale della mia vita" e "Il primo uomo"

0 views
Skip to first unread message

Francesco Baietto

unread,
Dec 5, 2012, 10:26:00 AM12/5/12
to cinema-don-b...@googlegroups.com
Il peggior Natale della mia vita


Trama:
Mancano tre giorni a Natale. Giorgio, sua moglie Clara, la figlia Margherita arrivano alle pendici del Monte Rosa, invitati nel castello appena acquistato da Alberto, scampato a una grave malattia. Alberto pensa di lasciare a Giorgio, già suo vice, il comando dell'azienda. Giorgio è teso sia per questo ancora segreto 'regalo' sia per l'imminente arrivo di Paolo, marito di Margherita, al nono mese di gravidanza. Dal momento in cui arriva, Paolo combina un guaio dopo l'altro, fino a procurare un incidente a Alberto, e ritenersi obbligato ad annunciarne la morte. Il dolore cala nel castello a cominciare dalla figlia di Alberto, Benedetta, anche lei incinta, ma dopo un'operazione in Spagna. In realtà l'uomo guarisce, si riprende e trasforma tutte le persone arrivate per la veglia funebre in invitati alla festa di Natale. Nel bel mezzo di musica e canzoni, Margherita accusa in anticipo le doglie dl parto. Difficoltà, imbarazzi, arrivo concitato dell'ambulanza. Infine la bambina nasce, e Paolo la tiene in braccio con enorme paura da parte della mamma e dei nonni.

Scheda:
Titolo originale: Il peggior Natale della mia vita
Nazione: Italia
Anno: 2012
Genere: Commedia
Durata: 93'
Regia: Alessandro Genovesi
Sito ufficiale: http://it.cinema.yahoo.com/...
Social network: facebook
Cast: Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Diego Abatantuono, Laura Chiatti, Antonio Catania, Anna Bonaiuto, Dino Abbrescia, Andrea Mingardi, Ale, Franz
Produzione: Colorado Film, RTI, Film Commission Vallée d'Aoste
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia

Orari:
SABATO 8 DICEMBRE: Spettacolo Teatrale
DOMENICA 9 DICEMBRE: ore 17,30 – 21,15
LUNEDI’ 10 DICEMBRE: ore 21,15

Valutazione:

Dice Genovesi: "Il finale del precedente titolo (La peggior settimana della mia vita, 2011) era stato lasciato volutamente aperto(...) avevamo tutti voglia di proseguire, di ritrovarci per dare vita ad un'altra impresa e per fare un po' i cretini tra noi...". Così è stato, bisogna dire. Fabio De Luigi prosegue a dare vita "ad una serie ininterrotta di azioni maldestre, gaffe e situazioni assurde che coinvolge tutti i presenti nel castello". E gli altri personaggi che di volta in volta lo incontrano vivono reazioni stupite, arrabbiate, interrogative. Insomma tutto nelle regole di una comicità dissonata e un po' sgangherata, quà e là divertente ma forse poco controllata. La 'balordaggine' di Paolo risulta infatti fin troppo sottolineata oltre il necessario, anche quando si inoltra palesemente nei territori del 'non sense'. L'operazione è simpatica e gradevole ma il risultato è quello di una prodotto leggero e fragile, in linea con una commedia italiana di generose e limitate ambizioni

Recensione:

Commedia brillante e divertente, seguito efficace de La peggior settimana della mia vita. La vicenda è da tipica commedia degli equivoci. Paolo (un De Luigi in forma che collabora anche alla sceneggiatura) è in viaggio per Gressoney, portandosi dietro la piscina in cui la moglie Margherita (Cristiana Capotondi), incinta all'ultimo mese, vuole partorire. Il contesto è però particolare: i suoceri che mal sopportano il goffo genero l'hanno invitato in un castello splendido di proprietà di Alberto (Abatantuono, in gran forma) per festeggiare il Natale. Ma le complicazioni non mancheranno. 
Dirige Alessandro Genovesi, già autore del primo episodio e della sceneggiatura del bel Happy Family di Salvatores. Il film funziona e non certo per l'originalità delle gag o della vicenda. Anzi, proprio la volontà di Genovesi di accodarsi alla classica commedia degli equivoci rende il film ancora più gustoso per la capacità degli attori e degli sceneggiatori di rendersi simpatici senza ricorrere ad alcuna volgarità. Tante le gag riuscite: l'entrata in scena di Paolo, la questione della piscina, la parentesi surreale e riuscitissima con protagonisti gli stralunati Ale e Franz nei panni di due impresari di pompe funebri. Soprattutto è la verve degli attori a rendere gustosa l'operazione: De Luigi si conferma un buon attore e il suo personaggio naif, goffo e candido al tempo stesso è uno spasso ma sono le “spalle” a essere ancora più divertenti. Abatantuono si trova confezionato addosso un personaggio sornione e ironico; e l'equivoco che lo vede protagonista ha tempi comici perfetti. Ma anche i suoceri Antonio Catania e Anna Bonaiuto e il maggiordomo Dino Abbrescia mostrano tutta la propria esperienza di grandi attori prestati al ruolo di caratteristi. Fa eccezione il personaggio di Laura Chiatti, la figlia di Abatantuono, meno brillante e dalla comicità sin troppo forzata: forse l'unico personaggio non fondamentale nell'economia narrativa. Ma è un piccolo neo di un film semplice, di puro intrattenimento e positivo, sorretto da due bravi sceneggiatori che lavorano sui meccanismi classici della risata (gli opposti, gli equivoci, il surreale) senza mai ricorrere al sesso, alle banalità, alla caricatura a cui anche tanta recente commedia statunitense, più blasonata, ci ha abituati. Non è poco.

Simone Fortunato


CINEFORUM

Vi ricordiamo inoltre che è ancora possibile abbonarsi al cineforum del martedì: consulta qui i film in programmazione.

Le schede dei film del cineforum

 

MARTEDI’ 11 DICEMBRE - 18,30 e 21,15


Il primo uomo


Trama:
1957. All'inizio dell'estate, Jacques Cormery, famoso scrittore e studioso, torna in Algeria nel pieno della guerra d'indipendenza. Dopo una movimentata conferenza all'università, Jacques torna a casa e ritrova l'anziana mamma. Da qui comincia a ripercorrere a ritroso la propria vita, partendo sempre da un punto fisso: la scomparsa del padre, quando lui aveva solo pochi mesi, morto al fronte nella Prima guerra mondiale. Nell'ansia mai sopita di ricostruire la figura paterna, Jacques fa domande, chiede informazioni, cerca di rimettere insieme i frammenti dell'infanzia in terra d'Africa. Così le vicende personali finiscono per intrecciarsi sempre di più con quelle di una realtà algerina in pieno fermento e dove ormai infuria la guerra.

Scheda:

Titolo originale:  Il primo uomo
Nazione:  Italia, Francia
Anno:  2011
Genere:  Commedia
Durata:  98'
Regia:  Gianni Amelio
Sito ufficiale: 
Cast:  Maya Sansa, Jacques Gamblin, Denis Podalydès, Régis Romele, Catherine Sola, Christophe Dimitri Réveille, Elsa Levy, Nacim Ben Younes, Jean Benoit Souilh, Laurence Lafiteau
Produzione:  Cattleya, Soudaine Compagnie, Maison de Cinema, France 3 Cinéma, Laith Media, Rai Cinema
Distribuzione:  01 Distribution
Data di uscita:  20 Aprile 2012 (cinema)


Valutazione:

Nato vicino ad Algeri nel 1913, Albert Camus muore in Francia nel 1960, in un incidente d'auto insieme all'editore Michel Gallimard. Il romanzo "Il primo uomo", al quale stava lavorando, resta incompiuto, e viene pubblicato postumo solo nel 1994, per iniziativa della figlia. La vicenda del bambino, rimasto senza padre e affidato a mamma e nonna in una situazione territoriale ibrida e instabile, ha fatto scattare molte suggestioni in Gianni Amelio. Partendo dal libro, il regista ha scritto un copione, nel quale ha visto riflessa la propria vicenda di ragazzo con un padre lontano (emigrato in Argentina) e in zone geografiche a rischio (la Calabria in tempo di guerra). Se il paragone sconta qualche rischio di forzatura, di grande fascino risultano invece il testo, lo stile, la messa in scena. Attraverso un periodare secco, di nitida pulizia espressiva, Amelio compone un quadro incisivo e efficace, mai sopra le righe, forte di una introspezione asciutta non asettica o tediosa, risultato di uno sguardo dolce, affettuoso, amarognolo. La chiave di volta è nel disegno di atmosfere pudicamente quasi fuori moda, eppure robuste e cariche di dignità. Argomenti importanti, aderenza forte alla sovrapposizione tra storia privata e Storia pubblica, delicatezza dei rapporti umani, eleganza nella notazioni antropologiche: un film di spiccata originalità che è da valutare come raccomandabile, problematico e adatto per dibattiti. 


Recensione:

Tratto dal romanzo, uscito postumo e forse incompleto, di Albert Camus, il nuovo film di Gianni Amelio racconta le vicende dello scrittore Jean Cormery, molto vicine all’autobiografia dello scrittore francoalgerino (ma con tratti vicini anche alla vita del regista stesso, a cominciare dall’assenza di una figura paterna). Cormery torna da scrittore affermato, e detestato: dai francesi perché difende le legittime aspirazioni all’indipendenza degli indigeni, musulmani, che volevano chiudere l’era coloniale; dagli stessi rivoluzionari o terroristi che dir si voglia, perché non accettava la scelta della violenza. Cercava la giustizia e l’armonia tra le etnie. Ma alla fine degli anni 50 questo era impossibile.
Questa chiave storico-politica si accompagna alla rievocazione dell’infanzia, negli anni 20 segnati dalle conseguenze della Prima guerra mondiale, ma più come ricerca delle cause delle questioni che attanagliano il presente che come idillio consolatorio. Ed è la parte più felice del film, grazie a un giovanissimo straordinario protagonista e al suo rapporto con la madre apparentemente remissiva (interpretata dalla brava Maya Sansa) e a una nonna autoritaria e severissima, nonché a un maestro che lo aiuterà a crescere. Una citazione per Cormery adulto, incarnato da un convincente Jacques Gamblin.
Film non facile da seguire per uno spettatore italiano poco preparato sulle vicende storiche dell’Algeria (a meno che non ricordi La battaglia di Algeri di Pontecorvo) e debitore di uno stile classico ed elegante un po’ demodè ma anche affascinante, Il primo uomo sembra una pellicola per pochi intenditori. O per spettatori in vena di paziente ricerca di preziose operazioni cinematografiche. Che puntano sulla testa e non solo sulle emozioni. Se si sta al gioco di Amelio, uno dei più grandi registi italiani e da sempre sobrio indagatore di passioni umane anche fortissime (ma sempre controllate), la pazienza viene ripagata. 

Antonio Autieri


Reply all
Reply to author
Forward
0 new messages