Il Cinema Don Bosco Digital propone: "Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno" e "Midnight in Paris"

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Francesco Baietto

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Sep 12, 2012, 2:44:00 AM9/12/12
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Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno

Immagine in linea 1

Trama:
Sono passati otto anni da quando Batman è scomparso nella notte, trasformandosi, nel medesimo istante, da eroe a fuggiasco.Incolpatosi della morte del D.A. Harvey Dent, il Cavaliere Oscuro ha sacrificato tutto ciò che lui ed il commissario Gordon speravano fosse un bene superiore. Per una volta la menzogna ha funzionato, visto che l'attività criminale di Gotham City era stata schiacciata sotto il peso dell'Atto Anticrimine Dent.
Tutto cambia con l'arrivo di uno scaltro gatto ladro con dei piani misteriosi. Molto più pericolosa è l'emergenza costituita da Bane, un terrorista mascherato, i cui piani spietati costringono Bruce a ritornare dall'esilio autoimpostosi. Ma sebbene torni ad indossare cappuccio e mantello, Batman potrebbe non essere sufficiente per fermare Bane...


Scheda:

Titolo originale: The Dark Knight Rises
Nazione: U.S.A., Regno Unito
Anno: 2012
Genere: Azione, Thriller
Durata: 166'
Regia: Christopher Nolan
Sito ufficiale: www.thedarkknightrises.com
Sito italiano: wwws.warnerbros.it/batman3
Social network: facebook, twitter
Cast: Christian Bale, Tom Hardy, Morgan Freeman, Gary Oldman, Michael Caine, Anne Hathaway
Produzione: DC Entertainment, Legendary Pictures, Syncopy, Warner Bros. Pictures
Distribuzione: Warner Bros.

Orari:
Sabato
 15 set
 21,15
Domenica 
 16 set
 17,30 - 21,15
Lunedì 
17 set
 21,15

Recensione
[tratta da http://www.sentieridelcinema.it/recensione.asp?ID=1861]

Fatto oggetto dell'attenzione a dir poco spasmodica di schiere di fan sparse in tutto il globo (anche grazie ad un trailer tra i più belli degli ultimi tempi), Il Ritorno del Cavaliere oscuro arriva nelle sale italiane già carico di aspettative enormi, che, come spesso accade, possono essere un trampolino, ma anche un fardello difficile da portare.
La saga dell'uomo pipistrello si è sempre caratterizzata per l'importanza dei personaggi "cattivi", che nella lotta inesausta per la giustizia a Gotham di volta in volta si contrappongono al paladino oscuro. Batman, personaggio sfuggente e poco incline alla conversazione, come (super)eroe si definisce soprattutto per contrasto rispetto ai suoi acerrimi rivali, i quali, oltre alla passione per maschera e costume, spesso spartiscono con lui qualcosa della sua grandezza, seppur in una versione distorta e malata. Significativa in questo senso la disturbante e lucida pazzia di Joker, il più rappresentativo degli anti-batman anche al cinema, dove le interpretazioni di Jack Nicholson (nel primo Batman di Tim Burton) e di Heath Ledger (nel primo Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan) lo hanno reso una figura di villain che non trova paragoni negli altri comic-movie e forse anche nel cinema in generale.
Gli avversari di Batman sono sempre degli alter-ego e per superarli Batman deve sempre superare se stesso, quella parte oscura di sè di cui il cattivo è quasi sempre una diretta proiezione nel mondo. Il ritorno del Cavaliere Oscuro sviluppa questo tema che era già esplicito nei primi due episodi della trilogia e lo estremizza nel personaggio di Bane interpretato da un sempre eccellente Tom Hardy (Bronson, La talpa, Warrior), vietato non conoscerlo, un attore che ha il fisico di Lou Ferrigno e le capacità attoriali di Marlon Brando. Bane è un cattivo meno famoso, che anche nel fumetto compare poco, ma che qui è il personaggio perfetto che permette a Nolan (anche sceneggiatore insieme al fratello) di chiudere il cerchio della trilogia, ricongiungendosi idealmente al suo primo Batman Begins e alla figura di Ra's al Ghul (Liam Neeson), l'ideatore della famigerata Setta delle Ombre e (cattivo) maestro sia di Bane che di Batman. Bane e Batman sono simili, hanno ricevuto lo stesso addestramento e a loro modo si sono spinti oltre: l'uno scegliendo di passare dalla parte del bene, l'altro all'opposto estremizzando la violenza di Ra's al Ghul.
L'entrata in scena di Bruce Wayne è particolarmente atipica: lo troviamo che vive segregato in casa, con la barba incolta e un bastone che lo aiuta a camminare. Provato nel fisico e nell'animo, rinnegato dalla città che ha difeso: è l'eroe che è uscito vincitore e sconfitto dallo scontro con Joker e Due Facce. Batman appare fragile, addirittura incapace di opporsi a chi ruba in casa sua. La fragilità fisica (segno di una più grave fragilità interiore) esplode con l'arrivo di Bane. Bane è, almeno per tre quarti del film, nettamente più forte di Batman. Joker era più astuto, Bane invece lo sovrasta nella forza fisica, letteralmente lo mette al tappeto in uno scontro largamente anticipato dal trailer e il cui esito non appare mai incerto. Nolan è poi bravissimo a gestire l'impatto emotivo di questa sconfitta, e lo fa consegnando buoni 20 minuti del film nelle mani di Bane, libero di dispiegare la sua forza in modo spettacolare (chi non ha visto l'incredibile sequenza della partita di football?) mentre Batman sparisce completamente dalla narrazione, per lo sgomento crescente del pubblico in sala. Fino a questo punto Il ritorno del cavaliere oscuro è tutto quello che deve essere: ritmo, intrattenimento, capacità di riprendere i fili dei capitoli precedenti e anche, soprattutto, grande cinema. Il film è molto più di una rilettura di Batman o di un film di supereroi. E' un'interpretazione del mondo, pieno di venature e inquietudini apocalittiche. Nolan si serve dell'aspetto cupo di Batman per raccontare le inquietudini e le insicurezze di oggi (da questo punto di vista il film è molto simile a Inception).
[...]

Eliseo Boldrin







CINEFORUM

Vi ricordiamo inoltre che è ancora possibile abbonarsi al cineforum del martedì: consulta qui i film in programmazione.

26 film al costo di € 40,00 con in omaggio 5 ingressi per il weekend.

Le schede dei film del cineforum


Martedì 18 settembre - 18,30 e 21,15
Midnight in Paris


Trama:
Midnight In Paris è una storia romantica ambientata a Parigi, nella quale s'intrecciano le vicende di una famiglia, in Francia per affari, e di due giovani fidanzati prossimi alle nozze; tutti alle prese con esperienze che cambieranno per sempre le loro vite. Il film è anche la storia del grande amore di un giovane uomo per una città, Parigi e dell'illusione di tutti coloro che pensano che se avessero avuto una vita diversa sarebbero stati molto più felici.

Scheda:
Titolo originale:  Midnight in Paris
Nazione:  U.S.A.
Anno:  2011
Genere:  Commedia
Durata:  94'
Regia:  Woody Allen
Cast:  Owen Wilson, Marion Cotillard, Adrien Brody, Rachel McAdams, Kathy Bates, Michael Sheen, Carla Bruni, Alison Pill, Léa Seydoux, Tom Hiddleston
Produzione:  Gravier Productions, Mediapro
Distribuzione:  Medusa


Recensione

Bella commedia brillante e elegante, senza dubbio il film più riuscito di Allen dai tempi di Match Point. Allen continua a parlare di sé nei propri film e lo fa con i soliti ottimi attori (in questo caso il più bravo di tutti è il simpatico, buffo Owen Wilson), il solito parco di caratteristi che rubano la scena ai protagonisti (come i genitori della McAdams interpretati da Kurt Fuller e Mimi Kennedy, perfettamente in parte) e con il solito schema, quello consolidato da ormai tanti anni a questa parte. Un protagonista in crisi, diviso da problemi sul lavoro e complicanze affettive; un ambiente borghese tanto ricco quanto affettato e culturalmente povero sullo sfondo; la cornice di una città affascinante e suggestiva come Parigi. L'idea alla base di Midnight in Paris è semplicissima: prendere uno scrittore deluso e fargli incontrare i miti della sua vita: scrittori come Hemingway e Eliot, artisti come Matisse e Dalì, musicisti come Cole Porter, registi come Bunuel. Il cambio di registro dall'ironia malinconica delle prime sequenze al fiabesco onirico delle parte centrale è la cosa migliore del film, anche per la presenza di alcune sequenze argute e divertentissime come quella del dialogo surreale con i surrealisti. In generale si respira un'aria più fresca e meno opprimente degli ultimi disperati film del regista americano e si rivivono certe atmosfere leggere e sospese di un grande film come La rosa purpurea del Cairo. Nonostante la leggerezza, rimangono i temi cari all'ultimo Allen: la caducità delle cose, la legge del Caso e l'incomprensibilità della vita. In effetti tutti i personaggi vivono come in una prigione da cui vorrebbero scappare, tutti rimpiangono i bei tempi andati. Lo fa il protagonista che lamenta di non poter vivere in pianta stabile a Parigi come scrittore quando invece lavora suo malgrado come sceneggiatore a Hollywood; si lamentano anche gli scrittori, intellettuali e anche la bellissima misteriosa donna che colpisce tanto il biondo protagonista: la felicità è altrove ed è sfuggente, come tutto della vita fugge, soprattutto quando in gioco ci sono i rapporti più veri anche se il finale, aperto, lascia sperare in qualcosa di diverso. Forse, a rimanere come unico elemento di stabilità è la passione, non certo il nozionismo sterile di cui si riempie la bocca il personaggio del professore interpretato da Michael Sheen, ma la passione verace che riempie la vita e poggia sulle contraddizioni di questa, l'amore per il bello che attraversa i personaggi pieni di vita dei vari Hemingway, Porter e compagnia geniale. Forse, ci indica Allen, proprio questo riscatterà il valore di un vita di cui si fatica a cogliere il senso; forse rimarrà questo di noi, dopo che tutto sarà passato via e dopo che tutto si sarà compiuto: la nostra passione per il bello e per i più talentuosi, il ricordo delle proprie opere.

Simone Fortunato

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