Valesempre ribadire, all'inizio di ogni analisi estetica di un capolavoro, che qualsiasi interpretazione non rappresenta che uno tra i mille possibili sguardi sull'inesauribile ricchezza di un'opera d'arte. Indubbiamente in questa pellicola si staglia con apparente chiarezza la figura della morte. Essa tuttavia non rappresenta, come personaggio, che una proiezione della mente del protagonista, in quanto troppo sottilmente sfuggente per poter essere descritta in modo univoco. Quanto detto non significa che la morte non appaia nel film come una presenza reale, in quanto l'epidemia di peste miete vittime in tutti i villaggi ed una presenza concreta nel racconto cinematografico, tuttavia mi sembra che il cavaliere Antonius Block conosca di essa, di volta in volta, aspetti antitetici e apparentmente contraddittori. [+]
Vale sempre ribadire, all'inizio di ogni analisi estetica di un capolavoro, che qualsiasi interpretazione non rappresenta che uno tra i mille possibili sguardi sull'inesauribile ricchezza di un'opera d'arte. Indubbiamente in questa pellicola si staglia con apparente chiarezza la figura della morte. Essa tuttavia non rappresenta, come personaggio, che una proiezione della mente del protagonista, in quanto troppo sottilmente sfuggente per poter essere descritta in modo univoco. Quanto detto non significa che la morte non appaia nel film come una presenza reale, in quanto l'epidemia di peste miete vittime in tutti i villaggi ed una presenza concreta nel racconto cinematografico, tuttavia mi sembra che il cavaliere Antonius Block conosca di essa, di volta in volta, aspetti antitetici e apparentmente contraddittori. E tutto ci non fa che enfatizzare nello spettatore la sensazione di trovarsi al cospetto di una entit incomprensibile, veramente misteriosa, oracolare e sacra. La morte dunque la vera protagonista del racconto di Bergman, e si staglia in tutta la sua contraddittoriet di fronte alla ragione umana, che non riesce letteralmente a 'prevederne le mosse', ed infatti ci che di questo film mi rimasto maggiormente impresso nella memoria la scacchiera, la partita a scacchi: un serrato confronto che pu essere facilmente intepretato come allegoria dell'eterna battaglia per la vita. Tutto ci per, nella narrazione bergmaninana, non acquisisce una valenza mitologica o epica, al di fuori di una prospettiva umana. E' un film che - pur ambientato in un'epoca, quella medievale, che tradizionalmente si associa a una tensione verso il divino - assume uno sguardo, sul mondo e sulla sua tragicit, candidamente e ingenuamente umano. Si parteggia per il cavaliere, ci si identifica con profonda partecipazione emotiva nella battaglia che Antonius sta combattendo. Ci si sente parte di un racconto universale, quello dell'eterna battaglia dell'uomo contro la morte, e Antonius Block, dunque, finisce per perdere i tratti individuali e psicologici del suo personaggio e assumere un valore universale. La scelta dell'ambientazione medievale di certo aiuta questo processo di identificazione, in quanto ritrae il personaggio in una dimensione temporale ormai lontana, e perci non legata a una cronaca realista del presente. Sotto il profilo tecnico non si poteva probabilmente fare di meglio, in quel lontano 1957, e certe inquadrature sono destinate a rimanere impresse in modo indelebile nella memoria dello spettatore. C' da sottolineare anche il volto privo di imperfezioni dell'attore che impersona il cavaliere, Max von Sydow, che ritratto nel pieno della sua maturit, con una forza espressiva travolgente, e il volto inquietante, tenebroso, dell'attore che interpreta la morte, Bengt Eckerot, che si contrappone in modo perfetto all'espressione pi ingenua e solare del cavaliere intrepido.
[-]
Impossibile non ritrovarsi in un film come questo, tanta stata l'influenza che ha esercitato in molti campi dell'arte: dal cinema al fumetto.
Bergman non ha piani, non ha risposte, tutto dubbio (Dio, l'uomo, la storia).
Bisogna accostarsi con umilt ed un profondo amore per l'arte di fare cinema.
Grazie allora al Maestro per averci regalato questa perla; parafrasando un scena chiave del film: ce ne ricorderemo e sar per noi un conforto.
Poetico ,intenso , drammatico,emozionante.
La vita e la morte ,fragole appena raccolte e una partita a scacchi.
L'inevitabile si puo' rimandare ma non per sempre.
Tutto il film e' un'immensa opera teatrale, e forse l'unico appunto che si puo' fare e' che, in quanto tale, il ritmo dei dialoghi e dell'azione e' molto lento.
Meravigliosi i volti e le interpretazioni dei due protagonisti principali:il cavaliere e la morte.
Ho rivisto il Settimo Sigillo , dopo anni dalla prima volta. E' stato ancora pi bello di quando da giovane. E' inutile parlare di questo grande film, i temi trattati sono universali. gli attori sono formidabili, secondo me bergmar supera se stesso. Vorrei ricordare l'ultima scena, prima del the end. Il saltimbanco, un uomo semplica e buono e solo lui vede la danza della Morte chi si porta via il Crociato e gli altri sei personaggi, che si intravedono neri su uno sfondo glaciale da paesaggio nordico,e, in questo caso, desolato. E' una scena che non ho mai dimenticata e non si pu dimenticare "Danzano solenni allontanandosi dal chiarore dell'alba a un luogo sconosciuto"( Frase ricordata a memoria e forse non esatta ). [+]
Ho rivisto il Settimo Sigillo , dopo anni dalla prima volta. E' stato ancora pi bello di quando da giovane. E' inutile parlare di questo grande film, i temi trattati sono universali. gli attori sono formidabili, secondo me bergmar supera se stesso. Vorrei ricordare l'ultima scena, prima del the end. Il saltimbanco, un uomo semplica e buono e solo lui vede la danza della Morte chi si porta via il Crociato e gli altri sei personaggi, che si intravedono neri su uno sfondo glaciale da paesaggio nordico,e, in questo caso, desolato. E' una scena che non ho mai dimenticata e non si pu dimenticare "Danzano solenni allontanandosi dal chiarore dell'alba a un luogo sconosciuto"( Frase ricordata a memoria e forse non esatta ).Il cavaliere si sacrificato per il saltimbanco, che simbolodella vita, della famiglia, di tutto il buono che c' nella vita.
[-]
Il cavaliere Antonius Blok incontra la morte e la sfida. Cerca di evitarla, allontanandola tramandole contro e sfidandola in una partita a scacchi dove lei diceva di essere imbattibile. Alla fine il protagonista, cavaliere che non crede in Dio ed ha fatto dell'egoismo uno dei suoi punti di forza nella vita, si rende conto di non poter aggirare la morte e far in modo di sacrificare se stesso, piuttosto che l'allegra famigliuola incontrata sul suo percorso. Tutte le scene e tutti i personaggi hanno un significato. Rappresentano i silenzi dell'uomo, i suoi malesseri, la sua pochezza, la sua fede, le sue paure. Bergman riflette molto probabilmente la sua figura nel protagonista, da uomo laico che si interroga sulla presenza di Dio e sull'impossibilit di di coglierlo con la propria mente. [+]
Il cavaliere Antonius Blok incontra la morte e la sfida. Cerca di evitarla, allontanandola tramandole contro e sfidandola in una partita a scacchi dove lei diceva di essere imbattibile. Alla fine il protagonista, cavaliere che non crede in Dio ed ha fatto dell'egoismo uno dei suoi punti di forza nella vita, si rende conto di non poter aggirare la morte e far in modo di sacrificare se stesso, piuttosto che l'allegra famigliuola incontrata sul suo percorso. Tutte le scene e tutti i personaggi hanno un significato. Rappresentano i silenzi dell'uomo, i suoi malesseri, la sua pochezza, la sua fede, le sue paure. Bergman riflette molto probabilmente la sua figura nel protagonista, da uomo laico che si interroga sulla presenza di Dio e sull'impossibilit di di coglierlo con la propria mente. Il cavaliere sentir il desiderio di salvare da una morte precoce la famiglia di saltimbanchi., l'unica senza particolari macchie o cattiverie verso il prossimo. Per tutti gli altri non ci sar nulla da fare (epica la scena del taglio dell'albero da parte della morte, che fa presagire ad un gran finale). Verranno portati via tutti insieme dalla morte, con Antonius in testa, La morte, che lo ha beffardamente atteso e riusciva a scoprire i suoi pensieri, le sue mosse, le sue paure, non gli dar scampo. Magnifica interpretazione di Max Von Sydow e di Bergt Ekerot (nei panni della morte), che in una delle frasi pi significative risponde alla domanda del cavaliere, riguardo segreti da svelargli in punto di morte. Lei risponde che non ha segreti da svelare. Perch? "Non gli serve sapere". Monumento del cinema, capolavoro assoluto [-]
Verboso, ridondante e macchinoso, il film pi noto all'estero dell'immenso regista scandinavo si ispira ad una sua propria pice teatrale per portare sullo schermo un bagaglio di inquietudini, timore e impressioni in grado di spaventare il pi incallito dei cinici. Con la sua particolarissima messinscena in continua imitazione e straordinaria travalicazione dei modus operandi dell'arte pittorica, narra la storia di un Crociato che, di ritorno da una guerra di cui sappiamo ben poco, avendo persa la ragione di vita incontra la Morte in persona che, su una spiaggia tormentata da onde feroci, sar da lui impunentemente sfidata a scacchi, nella scena forse pi celebrata della storia del cinema. [+]
Verboso, ridondante e macchinoso, il film pi noto all'estero dell'immenso regista scandinavo si ispira ad una sua propria pice teatrale per portare sullo schermo un bagaglio di inquietudini, timore e impressioni in grado di spaventare il pi incallito dei cinici. Con la sua particolarissima messinscena in continua imitazione e straordinaria travalicazione dei modus operandi dell'arte pittorica, narra la storia di un Crociato che, di ritorno da una guerra di cui sappiamo ben poco, avendo persa la ragione di vita incontra la Morte in persona che, su una spiaggia tormentata da onde feroci, sar da lui impunentemente sfidata a scacchi, nella scena forse pi celebrata della storia del cinema. La partita durer a lungo..
Allegora solenne e perentoria sulla ricerca della pace e della divinit. Come in un Dante in celluloide, al pi tremendo dei drammi psicologici si affiancano pungenti stoccate satiriche in un cammino attraverso le tenebre in cui il protagonista, etereo fantasma in cotta di maglia interpretato da un Max Von Sydow pressoch perfetto, trover la sua ragione e la sua fede in una felice e pezzente famiglia di dolcissimi artisti circensi. Per quanto riguarda le riprese e il lato visivo, Bergman ha gettato nel mare del cinema un monolite di forza vertiginosa ed autorit inamovibile. La bella fotografia in bianco e nero, tutta giocata su contrasti tra bianchi abbacinanti e neri cupissimi, serve su un piatto d'argento alcune delle sequenze pi memorabili e strazianti che si ricordino. La partita a scacchi, ma anche la processione di fustigati, lo spettacolino degli artisti, l'allucinante corteo di morti della scena finale. Il montaggio insolitamente fresco e moderno, l'ispirazione poetica innegabile. Con tutte le sue pecche, merita indubbiamente la gran fama che lo circonda. Grande film. [-]
3a8082e126