Obiezione e/o diserzione rispetto alla guerra - una campagna da sostenere

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alfonso...@virgilio.it

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Apr 11, 2024, 7:08:28 AMApr 11
to fermiamo-il-...@googlegroups.com, semprecont...@googlegroups.com, no-nuclear...@googlegroups.com, cercala...@googlegroups.com, lista-di-li...@googlegroups.com
 
Il giorno mer 10 apr 2024 alle ore 22:16 viene scritto: 
 
Stiamo ragionando ragionando sul fatto che al momento l'esigenza più pressante sia il lancio di un'iniziativa di diserzione collettiva rispetto a tutto il processo di militarizzazione. Si può partire dall'Università per poi estendere alla scuola e lungo tutta la filiera bellica (Industria, Logistica, Portuali, etc).  Servirebbe uno slogan ed una sorta di appello o manifesto online che faccia leva sul diritto all'obiezione di coscienza e sull'esercizio della disobbedienza civile per rifiutarsi di portare avanti attività lavorative legate alla filiera bellica ed ai progetti con Israele.
Il concetto al centro per il personale universitario potrebbe essere qualcosa tipo:
"Noi lavoriamo in Università, ma non per la guerra" (con foto di un gruppo di lavoratori che obiettano). Basta partire con un piccolo gruppo su un settore e poi estendere ed adeguare:
- Noi studiamo, ma non per la guerra;
- Noi insegnamo, ma non la guerra;
- Noi produciamo, ma non per la guerra;
- Noi trasportiamo, noi carichiamo, etc.
A mio avviso, le armi e gli strumenti più forti
al momento sono BOICOTTAGGIO E DISERZIONE.
Pensiamoci!
 
Ecco, da parte nostra, una prima risposta alla istanza, che pone il decisivo problema della attivazione di diverse modalità di boicottaggio e non collaborazione al sistema di guerra che vediamo rafforzarsi in questo drammatico periodo: "crinale apocalittico della Storia", potremmo definirlo prendendo a prestito un'espressione di La Pira, il Sindaco di Firenze del movimento delle città per la pace.
 
Anche come risposta alla prevedibile riattivazione di forme di mini-naja (la Germania fa da battistrada adottando il modello svedese), abbiamo già lavorato, come forze antimilitariste nonviolente (Disarmisti esigenti, LOC, LDU, WILPF...) , cui si devono storicamente, con 150 persone circa che hanno pagato la conquista  con la galera, prima la 772 del 1972 poi la legge sul servizio civile (finalizzato alla difesa nonviolenta), ad una nuova campagna per rilanciare l'obiezione alla guerra e al servizio militare che la prepara.
Quello su cui puntiamo è l'implementazione dell'albo degli obiettori già previsto dalle leggi sul servizio civile ma rimasto lettera morta.
Lo facciamo proprio perché riteniamo l'obiezione di coscienza una scelta di impegno di cui ci si assume una responsabilità collettiva e pubblica, anche in relazione a una "legittima difesa"  che può e deve essere basata sulla forza organizzata ed addestrata dell'unione popolare.
Qui sta la differenza tra l'"obiezione di coscienza" e la "diserzione", che può essere anche semplice sottrazione all'obbligo legale senza che vi sia l'istanza di un riconoscimento formale del gesto, sia individuale che collettivo.
La "diserzione" può essere espressione di "pacifismo strumentale", vale a dire rifiuto il coinvolgimento bellico perché mi è utile personalmente ed è utile alla cerchia dei miei prossimi; oppure di "antimilitarismo" di principio, magari a-violento ma non nonviolento: cioè rifiuto la guerra in quanto espressione del militarismo organizzato in eserciti, strutture autoritarie al servizio di poteri oppressivi (del sistema della potenza e capitalistici) e dei complessi militari-industriali.
L'antimilitarismo è distinguibile dalla nonviolenza perché ritiene giusta (i concetti di "giusto" e di "necessario" vanno distinti) l'autodifesa violenta (la "violenza di massa") in circostanze rivoluzionarie auspicate e perseguite e non si pone il problema del transarmo verso un modello di difesa popolare nonviolenta.
E' un atteggiamento valoriale e strategico più che legittimo, con antecedenti storici importantissimi (es. il primo bolscevismo, lo spatachismo di Rosa Luxembug e Karl Liebknecht) e che noi, nonviolenti "storici", tendiamo a considerare alleato nella lotta contro l'avversario principale che è il militarismo nazionalista.
Leggo che, in una proposta di Statuto dell'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università - non so se sia l'ultima versione - sulle finalità troviamo scritto: 
"Monitorare le iniziative di militarizzazione nelle scuole e nelle università; sensibilizzare e diffondere la cultura della pace e della nonviolenza in contrasto al processo di militarizzazione, oggi in atto, della società".
E, a tal fine si intende: "Promuovere la cultura della legalità, della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata".
Queste formulazioni ci vedono, ovviamente, pienamente concordi. E rimarchiamo, stando ad esse, la necessità che la cultura della nonviolenza sia diffusa interpellando e coinvolgendo le organizzazioni (WRI, IFOR, PBI, WILPF) che da oltre 100 anni a livello internazionale, con le loro branche italiane, ne sono espressione e veicolo di sperimentazione e attuazione pratica.
Per quanto riguarda l'albo degli obiettori un importante suggerimento è venuto in un incontro online che abbiamo organizzato il 3 aprile 2024: rivendicare una attuazione legale va bene, ma da subito attivare una forma autogestita da parte degli organizzatori della campagna. 
La nostra iniziativa di "obiezione alla guerra", di cui sottolineiamo il carattere aperto e disponibile alla convergenza operativa con cento altri possibili approcci proponibili ("unione pacifista delle forze"),  è sottoscrivibile online al seguente link: 
 
 
Lì vi troviamo il seguente testo:
 

L'iniziativa "OBIEZIONE ALLA GUERRA", al di là del rischio che l'Italia segua presto la Germania nel mettere su una specie di mini-naja alla svedese, è in ogni caso collegata: 1) all'autodefinirsi antimilitarista rispetto ad un servizio militare obbligatorio che può essere sempre ripristinato; 2) alla scelta di lavorare per l'organizzazione strutturata e permanente della difesa nonviolenta.

Si chiede in particolare l'adesione all'appello "Signor presidente, le scrivo la presente", etc.

L'attacco è evidentemente ricavato dalla canzone: "Il disertore", di Boris Vian.

link: https://us06web.zoom.us/j/87250293962?pwd=wRIflrlrBA6X7GWsmvoUgbFjmENxOb.1

(DOPO IL TESTO DELL'APPELLO TROVATE ARTICOLI DI DOCUMENTAZIONE E INTERVENTI DI RIFLESSIONE)

TESTO DELLA DICHIARAZIONE

"Signor Presidente, le scrivo la presente per dichiararmi obiettore di tutte le guerre e della preparazione delle guerre mediante il servizio militare nello strumento delle Forze Armate italiane. L'ingabbiamento delle nostre forze armate nelle attuali strategie NATO non consente di attuare il "ripudio della guerra" stabilito nell'articolo 11 della nostra Costituzione. Tanto più che condivido pienamente l'opinione dell'antimilitarismo nonviolento, ribadita autorevolmente anche da Papa Francesco: "Oggi non esistono guerre giuste". L'aria che tira è quella di un ripristino di forme di mini-naja. In relazione a questa eventualità comunico da subito che, qualora dovessi ricevere la chiamata a presentarmi presso un ufficio militare preposto all'arruolamento, la mia risposta sarà un bel "Signornò!" antimilitarista. Non mi presenterò alla visita militare che dovrà verificare la mia idoneità. Mi avvarrò del diritto universale umano di chiedere, per obbedienza alla coscienza, di adempiere agli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile orientato alla difesa nonviolenta e quindi rispondente come il servizio armato al dovere costituzionale di difesa della Patria. Ritengo doveroso da parte dello Stato organizzare la mia formazione ed il mio inquadramento dentro un Corpo civile di pace, possibilmente europeo, per attuare l'impegno istituzionale dell'ONU alla sicurezza comune dell'Umanità. Tenendo presente che presso l'Ufficio Nazionale Servizio Civile esiste per legge un elenco degli obiettori italiani alla Guerra per motivi di coscienza, chiedo che Ella rammenti al Ministro Crosetto che deve aggiornare tale elenco con il mio nome e che deve rendere pubblico tale elenco generale, essendo l'obiezione alla guerra un atto pubblico".

 

Promotori:

Disarmisti Esigenti (progetto della Lega per il disarmo unilaterale)

Alfonso Navarra WhatsApp 340-0736871 email coordinamentodisarmisti(at)gmail.com

Lega per il disarmo unilaterale

Ennio Cabiddu 

RETE IPRI CCP 

Maria Carla Biavati

Associazione Nazionale Per la Scuola della Repubblica ODV
Cosimo Forleo 

Reti di Pace
Emanuela Baliva

RADIO NUOVA RESISTENZA
Marco Zinno 

ODISSEA 
Angelo Gaccione

WILPF ITALIA  
Patrizia Sterpetti

FIRME INDIVIDUALI

Tonino Drago - Moni Ovadia - Luigi Mosca - Daniele Barbi - Filippo Bianchetti -Sandra Cangemi - Tiziano Cardosi - Francesco Lo Cascio - Elio Pagani - Marco Palombo - Francesco Zanotelli

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