La deterrenza nucleare, pur non avendo ancora provocato uno sterminio di massa, si fonda sulla minaccia credibile di un'annientamento totale. Questa logica, basata sulla reciproca assicurazione di distruzione (MAD), rende la preparazione a una guerra atomica un crimine potenziale contro l'umanità.
Il genocidio programmato: La preparazione di una guerra nucleare può essere vista come un tentato genocidio, in quanto si pianifica e si minaccia uno sterminio di massa. L'arsenale nucleare, in questo senso, non è solo una forma di difesa, ma un'offesa latente e costante contro la vita.
La fattispecie ONU: La dottrina della deterrenza si scontra con il concetto di genocidio definito dall'ONU nel 1948, che include l'intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. La minaccia nucleare, pur non mirando a un gruppo specifico, mette a rischio l'intera umanità, rendendo il concetto di genocidio ancora più tragicamente universale.
Il pacifismo deve evolvere da una visione puramente idealistica a un approccio pragmatico e intelligente, che riconosca l'urgenza e la serietà della situazione attuale.
Sopravvivenza prima di tutto: In un'era di minaccia nucleare, la sopravvivenza dell'umanità deve essere la priorità assoluta. Questo non significa rinunciare agli ideali, ma riconoscere che la ricerca di una pace "giusta" non può prevalere sulla necessità di una pace "possibile", per quanto fragile, che eviti il disastro nucleare.
Evitare l'ideologia del martirio: Il pacifismo non deve essere sinonimo di martirio o di fanatismo. Le cause basate sull'ideologia del martirio o su fondamentalismi religiosi possono contribuire, anche se involontariamente, a un'escalation del conflitto, rendendo più difficile il dialogo e la coesistenza pacifica.
Per contrastare efficacemente la minaccia nucleare, è essenziale agire su più fronti, unendo l'impegno politico e la mobilitazione della società civile.
Promuovere il TPNW: Il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) rappresenta lo strumento giuridico e morale più potente per delegittimare la deterrenza. L'obiettivo è spingere i governi, inclusa l'Italia, a ratificare il trattato.
Sensibilizzazione e dibattito pubblico: È fondamentale portare il tema del disarmo nucleare al centro del dibattito politico e sociale. La società civile, attraverso organizzazioni come ICAN, deve diffondere la consapevolezza sui rischi e sulle conseguenze di un'eventuale guerra nucleare.
Rifiuto della presenza nucleare sul territorio: La presenza di testate nucleari in basi italiane, come quelle di Ghedi e Aviano, rende l'Italia un potenziale bersaglio. Il disarmo deve quindi partire anche dalla richiesta di una completa denuclearizzazione del nostro territorio.
La lotta contro la minaccia nucleare richiede un pacifismo poietico e consapevole. Non si tratta solo di protestare contro la guerra, ma di agire in modo strategico per disinnescare la bomba che pende sul futuro dell'umanità. Confidare nella forza della nonviolenza significa credere che la ragione, la compassione e la spinta vitale possano prevalere sulla logica della distruzione.
Alfonso Navarra - 16 agosto 2025