Gentile P. Angelo,
le pongo una domanda riguardante la libertà dell'uomo prima del
peccato originale.
Se siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, dovremmo avere
la libertà piena, cioè quella di non poter peccare, come in Gesù.
Perché allora abbiamo potuto peccare? Come relazionare la nostra
possibilità di peccare con il fatto che siamo stati creati ad immagine
e somiglianza di Dio? In cosa la libertà umana, prima del peccato
originale, si differenzia da quella del Figlio Gesù, il quale, essendo
libero, non poteva peccare?
Grazie.
Carlo
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Risposta del sacerdote
Caro Carlo,
1. Cristo non poteva peccare perché il suo Io era divino.
Sebbene avesse anche un’intelligenza e una volontà umana perché si è
fatto come noi, tuttavia la sua Persona era divina. E poiché le azioni
vengono comandate sempre dalla persona, Cristo non poteva peccare.
2. La libertà che Dio ha dato ai nostri progenitori è stata piena nel
senso che non erano orientati al male, né ad esso si sentivano
inclinati.
Ma è sempre rimasta la libertà di una creatura anelante alla
perfezione, e quindi sempre in potenza verso il bene.
Proprio perché in potenza verso il bene, poteva anche volgersi ad un
bene apparente, e cioè al male, come è capitato.
3. Pertanto la differenza tra la libertà di Adamo ed Eva prima del
peccato originale e quella di Cristo sta in questo: che la libertà dei
primi due è sempre rimasta la libertà di una creatura, mentre quella
di Cristo era la libertà di uno che è Dio fatto uomo.
Ora l’uomo può volgersi al male, cercando un bene che di bene ha solo
l’apparenza.
Cristo invece, dal momento che come uomo è sempre stato in comunione
col Padre e godeva di una perfettissima conoscenza (compresa la
visione beatifica), non poteva essere ingannato dalla apparenze.
Possiamo dire che come Cristo non cercava la verità, perché era la
Verità (Gv 14,6), così analogamente non cercava il bene perché era il
Bene.
Ti saluto, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo
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Pubblicato 10.05.2009