Francia: lettera di mons. Dominique Rey a Bernard Antony

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CENTRO ANTI-BLASFEMIA

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Dec 10, 2011, 6:30:19 PM12/10/11
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6 dicembre 2011
Francia: lettera di mons. Dominique Rey a Bernard Antony


S. E. Mons. Dominique Rey, vescovo di Tolone, ha appoggiato la
protesta dei cattolici in Francia con una lettera indirizzata il 2
novembre a Bernard Antony, presidente dell’Agrif, associazione che ha
iniziato una campagna di mobilitazione dell’opinione pubblica
cattolica contro la pièce teatrale Golgota Picni, rappresentata in
Francia in questi giorni, sulla medesima linea blasfema degli
spettacoli di Remo Castellucci.
La lettera, di cui riportiamo il testo integrale, costituisce un
autorevole incoraggiamento episcopale a tutti coloro che non esitano a
manifestare la loro indignazione nei confronti dell’aggressione
mediatica ai principi cristiani tuttora in corso in Europa.

Signor Presidente,

ha voluto sollecitarmi circa l’azione legale dell’associazione AGRIF,
da lei presieduta, per chiedermi l’interdizione dello spettacolo di
Rodrigo García intitolato Golgota Picnic e programmato dal 16 al 20
novembre 2011 presso il teatro della Garonna a Tolosa e dall’8 al 17
dicembre presso il Théâtre du Rond Point a Parigi.

Gli elementi raccolti nella citazione preparata dal suo avvocato
corrispondono alle informazioni che circolano nei media da qualche
settimana, provenienti in particolare dalla Spagna, riguardanti sia lo
spettacolo stesso che le dichiarazioni del suo autore, García.

Da quando è stata resa nota la programmazione dello spettacolo, molti
cristiani della mia diocesi e di altre zone della Francia mi hanno
espresso la profonda pena, incomprensione, esasperazione e talvolta
collera di fronte a una notizia che oltraggia il cuore della nostra
fede cristiana e della religione cattolica. L’identità di ogni fedele
cattolico è, infatti, costituita dalla persona stessa di Cristo e dal
suo sacrificio sulla Croce, al Golgota, dove Egli ci ha riscattati dai
nostri peccati e aperto, nel suo sangue, la via della riconciliazione
con Dio. Minacciare la persona di Cristo in Croce significa altresì
minacciare la religione cristiana nel suo insieme, ma anche insultare
gravemente e nel più intimo della sua coscienza e del suo cuore ogni
fedele.

In questo caso dare a Cristo in Croce del «pazzo», «piromane», «messia
dell’aids» e «porco diavolo», paragonarlo a un terrorista, comparare
la moltiplicazione dei pani che annuncia il dono rinnovato di Lui
stesso nell’Eucaristia, in ogni Messa e in ogni comunione e la
Crocifissione mediante la quale Egli ci salva a rappresentazioni che
rinchiudono gli uomini nella crudeltà, tutto questo supera di molto la
misura di ciò che un cristiano può ascoltare senza sentirsi fortemente
aggredito su ciò che ha di più caro e di più intimo. Il progetto di
García di provare che la vita di Cristo ha creato un’iconografia del
terrore si oppone nettamente alla fede di tutti quelli che vedono nel
sacrificio di Cristo sulla Croce la fonte di ogni pace e
riconciliazione.

Un tale spettacolo non può che ferire violentemente le coscienze
cristiane come quelle di tutti gli uomini di buona volontà legati al
rispetto reciproco degli uni per gli altri. Spero vivamente che il
successo delle sue azioni permetterà a tutti quelli che hanno già
espresso il loro sgomento e la loro rivolta di comprendere che la
società nella quale viviamo li protegge nell’identità, nella coscienza
e nella volontà di dialogare nella pace, senza offesa né violenza,
insieme a quanti non condividono la loro fede o che si pongono
legittimamente domande su Cristo e sulla Chiesa. Le assicuro, signor
Presidente, la mia preghiera fedele e il mio sostegno alla sua azione
fiduciosa nella giustizia del nostro Paese.

http://www.corrispondenzaromana.it/il-vescovo-di-tolone-incoraggia-la-protesta-antiblasfema-dei-cattolici/

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