Napoli ha nel suo DNA un
destino: cambiare spesso forma, immagine e organizzazione, pur
restando sempre uguale a se stessa.
Fu Palepoli, Partenope, Neapolis, Capitale angioina, Aragonese, Sede vicereale spagnola, Nobile capitale illuminista.
Col Rinascimento toccò a grandi cartografi provenienti da tutta Europa disvelare e rappresentare, con le loro incisioni, di volta in volta, la nuova forma della città.
Nel ‘400 era nella tavola Strozzi; nel ‘500, furono le tavole del Lafrery a disvelarla, nel '600 la raccontò lo Stopendaal. Nel '700 fu incisa l'immagine della Napoli che più conosciamo e amiamo: quella del Duca di Noja. Era la nuova capitale illuminista, inquadrata sulle nuove porte: il ponte della Maddalena, i Granili, l'Albergo dei poveri e la via nuova Poggioreale. Strade e monumenti, furono allineati tutti verso la collina di San Martino, costruendo così la struttura urbana e il paesaggio che ancora oggi amiamo e ci rappresenta.
Ed allora, la domanda che ci vogliamo porre, nel corso del ridisegno della nuova città metropolitana, è: quale sarà, ancora una volta, nuova polis?
Vogliamo vedere nascere, la nuova polis, la metropoli, come un Patto tra territori preziosi.
Un patto tra Sistemi Territoriali di Sviluppo sostenibile.
Un sistema di Unioni di comuni, di terre millenarie, raccolte intorno alla vecchia Napoli - ma non più schiacciate dal suo peso - perché parte integrante di essa.
La nuova metropoli del III millennio potrà finalmente, presentarsi al mediterraneo, e al mondo intero, come
la nuova alleanza tra i Territori e le Comunità,contraddistinta da un
Umanesimo Metropolitano.
Seminario di Green Italia congiovedì 19 novembre ore 16,30
Palazzo Venezia Via Benedetto Croce, 19 Napoli
Francesco
Escalona
- Architetto
Territorialista
Rocco
Lafratta -
Geologo Ambientale
Rino
Borriello
– Agronomo
Territorialista
Enzo
Russo
Architetto mobility manager
Guido
Liotti -
Esperto Pianificazione partecipata
Elena
Coccia,
Avvocato –Vicesindaco città metropolitana
Coordina
Carmine
Maturo –
Ufficio di Presidenza Green Italia
"L'inferno
dei viventi non e' qualcosa che sara', se ce ne e' uno, e' quello che
e' gia' qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo
stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo
riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al
punto di non vederlo piu'. Il secondo e' rischioso ed esige
attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi
e cosa, in mezzo all'inferno, non e' inferno, e farlo durare, e
dargli spazio."
ITALO CALVINO, CITTA' INVISIBILI