Newsletter BoccheScucite n. 215

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Nandino Capovilla

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Sep 1, 2015, 3:19:15 AM9/1/15
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15 settembre 2015

n.215

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Per non far morire la pace

Amici di BoccheScucite, vi supplico, vi chiedo ancora una volta: alzate la voce presso i vostri governanti, fatevi sentire in Italia e dite loro che non ne possiamo più di sopportare tanta ingiustizia!

Quante volte abuna Aktham, per anni studente a Venezia, è venuto nelle nostre città per denunciare l’occupazione israeliana e le ingiustizie subite dai palestinesi. Per questo BoccheScucite non può solamente approvare e diffondere il comunicato con cui Pax Christi ha denunciato il furto della terra e la distruzione degli ulivi di Cremisan.

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Tutti si scandalizzano ma nessuno ferma Israele

Tutti ne scrivono, ma niente si muove. Quando le immagini delle ruspe e delle radici degli ulivi secolari del villaggio di Cremisan hanno cominciato a fare il giro del mondo, tutti hanno descritto la folle condizione dei proprietari di quelle terre, da anni aggrappati ad una sentenza della Corte israeliana che, dopo aver illuso di fermare l’assurda decisione di annessione di un’intera collina, ha lasciato il posto all’abbattimento di tutte le piante di ulivo. E le foto le hanno viste tutti. Ma è finita lì.

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Ruspe in azione, il muro israeliano arriva tra le famiglie cristiane di Betlemme (di Daniele Biella)
Don Mario Cornioli, 44 anni, proveniente da Fiesole, Toscana, si è presentato presto, attorno alle 8 di mattina, al posto di blocco dell’esercito israeliano. Al suo fianco, il parroco locale di Beit Jala, padre Aktam, con in mano un’effigie della Madonna e, a voce, la richiesta di concelebrare messa poco più in là, in quel terreno da sempre proprietà di una famiglia cristiana della valle di Cremisan, alle porte di Betlemme, ma da tre giorni requisito dalle autorità di Israele con tanto di ulivi secolari – per giunta l’olio è parte importante del sostentamento della comunità locale – perché lì dovrà passare a breve il famigerato muro di separazione tra territori israeliani e palestinesi, più volte condannato dalla Corte penale internazionale ma sempre più lungo e a ridosso delle case dei palestinesi, se non in mezzo.

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La Chiesa di Gerusalemme condanna la ripresa dei lavori per la costruzione del muro

Lunedì, 17 agosto, di mattina, bulldozer israeliani sono arrivati senza preavviso in una proprietà privata di Beir Ona, vicino alla Valle di Cremisan, e hanno ripreso la costruzione del Muro di separazione. La gente della zona ha notato con sorpresa e dolore che una cinquantina dei loro secolari alberi di ulivo erano stati sradicati.

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Vescovi canadesi: Quel muro viola la legge

Anche i vescovi canadesi, dopo la Conferenza episcopale del Sudafrica, si dicono ”delusi” dalla ripresa dei lavori di costruzione del muro di separazione tra Israele e Palestina nella Valle di Cremisan, a Beit Jala. I lavori – come è noto - sono ripresi il 17 agosto, dopo il ‘nulla osta’ dato l’8 luglio dalla Corte suprema d’Israele, che pure nell’aprile scorso si era espressa in difesa delle 58 famiglie palestinesi residenti nell’area, bloccando il progetto al termine di una lunga battaglia legale. Il muro è un’ingiustizia che minaccia la pace.

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