Domenica 23/10/2011 si è svolto a Matera, presso la sede dell’associazione Sui-generiS, un incontro tra rappresentanti di associazioni, comitati, movimenti lucani e cittadini. Oggetto dell’incontro è stata la proposta di redazione di un disegno di legge di iniziativa popolare che chieda la modifica della legge Regionale del 2001 riguardante la gestione dei rifiuti.
La proposta, sostenuta dal coordinamento materano di associazioni, comitati e movimenti, è stata esposta ai partecipanti, che hanno dato vita a un dibattito nutrito e stimolante definendo da subito la volontà di attivare e continuare azioni unitarie al fine di favorire sensibilmente la risoluzione dell’annoso problema della gestione dei rifiuti in Basilicata.
Durante l’incontro più interventi hanno voluto estendere l’oggetto della discussione, cercando di ipotizzare quante e quali altre forme di azione possono essere intraprese in tempi brevi, per raggiungere nella pratica i seguenti obiettivi:
· Informazione dei cittadini lucani in riferimento all’inquinamento ambientale;
· Ridiscussione dei sistemi di trattamento dei rifiuti, al fine di intervenire nella proposizione a livello amministrativo, comunale, provinciale e regionale, per imporre un sistema alternativo di gestione dei rifiuti che non veda la creazione di nuove discariche e l’incenerimento dei rifiuti.
L’incontro si è svolto dando la possibilità a tutti i presenti di intervenire al dibattito, con tempi definiti per ogni intervento, nella piena libertà di proporre all’assemblea diverse prospettive e proposte per la risoluzione delle questioni considerate.
E’ stato stabilito in via preliminare di adottare la lettera di convocazione dell’incontro come sorta di Manifesto, condiviso già dai presenti e da far condividere ai soggetti impossibilitati ad intervenire a questo incontro. Ciò nella speranza di stimolare una divulgazione più ampia, per generare un immediato fermento all’interno delle realtà lucane, oltre che per definire un documento comune al quale aderire in funzione unicamente del raggiungimento dell’obiettivo stesso, al di fuori dai problemi dei singoli e al di fuori da contrasti e frizioni tra movimenti, associazioni e comitati. Questo documento, denominato Manifesto per una proposta di legge di iniziativa popolare: principi di massima sulla gestione dei rifiuti, è riportato alla fine di questa sintesi dei lavori.
La discussione tra i partecipanti ha portato alla decisione di non considerare la stesura di una proposta di legge di iniziativa popolare come unico obiettivo raggiungibile, ma ha suggerito altre azioni che potrebbero (tutte o in parte) essere attivate in collaborazione.
Da ora, compito di ciascun organismo che condivide i punti elencati nel Manifesto è quello di indicare a tutti gli altri quali ritiene siano le azioni da privilegiare, quali siano quelle secondarie su cui concentrare meno le forze e quali, eventualmente, le azioni che non sono ritenute idonee o necessarie.
Questo metodo di lavoro, che nei fatti mette sullo stesso piano l’idea di una proposta di legge di iniziativa popolare con altre possibili azioni scaturite dalla discussione, presume un coinvolgimento orizzontale di tutti i partecipanti, così da evitare che promotori dell’incontro abbiano maggior potere decisionale.
Le azioni che potrebbero essere attivate nell’immediato futuro e sulle quali ci aspettiamo vengano espressi pareri motivati, favorevoli o contrari, sono elencate nel seguito. Si indica di esprimersi in merito entro due settimane. Si propongono come date per un successivo incontro quelle di sabato 12 novembre oppure domenica 13 novembre. La sede dell’associazione Sui-generiS di Matera è disponibile ad ospitare il prossimo appuntamento, ma è possibile proporre in tempi rapidi sia date che luoghi alternativi.
Azioni
1. Redazione di una proposta di legge di iniziativa popolare, così come avvenuto nel Lazio, che cancelli la legge Regionale del 2001 e tutte le ordinanze che sono in contrasto con i principi di massima indicati nel Manifesto (per scaricare la proposta di legge presentata nel Lazio http://www.retuvasa.org/inceneritore/proposta-di-legge-regionale-sui-rifiuti-inizia-liter-amministrativo).
2. Analisi e valutazione di proposte alternative di gestione dei rifiuti già rese pubbliche, come quella di Comunità Lucana - Movimento no oil (http://www.comitatonooilpotenza.com/?page_id=2822).
3. Prendere visione dei piani di gestione dei rifiuti come quello prodotto dal CONAI, che la Provincia di Matera ha commissionato e mai messo in pratica (progetto Matera - CONAI http://www.mt.camcom.it/sez1109607254/progettomateraconai).
4. Sollecitare una risposta più decisa della cittadinanza lucana alle varie questioni ambientali (visti anche i retroscena del caso Fenice) che non possono rimanere in sordina e che condizionano fortemente il futuro della gestione dei rifiuti e della dimensione politica della nostra amministrazione regionale, che in questo caso sembra esserne stata interessata a tutti i livelli. Si potrebbe pensare ad un presidio permanente dell’Arpab e/o della sede della Regione Basilicata.
5. Costringere le amministrazioni comunali alla ratifica di decisioni che dichiarino il NO all’incenerimento e il SI all’uso dei rifiuti come risorse da differenziare, riciclare e riusare. In questo caso è stato proposto di avviare esperienze pilota che coinvolgano consorzi di comuni del Metapontino e del Melfese. Si dovrebbe anche valutare se la legislazione vigente è sufficiente ad imporre un modello di gestione dei rifiuti diverso da quello oggi dominante in regione e quali enti locali potrebbero farsi portavoce di questa novità, sul modello del Centro Riciclo Vedelago (http://www.centroriciclo.com/).
6. Realizzare azioni coordinate anche con altre attività dei movimenti, per favorire un’azione più integrata a livello regionale, nello spirito dei beni comuni.
A chiusura dell’incontro è stato anche proposto di far convergere le azioni possibili sfruttando le capacità e le competenze dei singoli e mettendo in comune il lavoro svolto dai singoli movimenti, comitati e associazioni, in modo da poter abbreviare i tempi di esecuzione ed essere più risolutivi. Per questo è stato proposto di avviare la costituzione di tre gruppi di lavoro di diversa natura ai quali poter aderire liberamente, in base alle proprie competenze e ai propri interessi, per contribuire sensibilmente alla missione degli aderenti al Manifesto. I gruppi proposti sono:
1. Gruppo Tecnico - Singoli e movimenti con competenze tecniche in grado di sviluppare proposte di gestione dei rifiuti in funzione del minor impatto ambientale, delle caratteristiche ambientali economiche e culturali del territorio lucano e delle ricadute dei sistemi vigenti e futuri che le amministrazioni vogliono mettere in campo per la gestione dei rifiuti.
2. Gruppo Legislazione e Giurisprudenza - Singoli e movimenti con competenze in grado di delineare tutta la legislazione europea, italiana, regionale, provinciale e comunale sulla gestione dei rifiuti, con il compito di strutturare o modificare le leggi di gestione dei rifiuti stessi.
3. Gruppo Comunicazione - Singoli e movimenti con competenze capaci di strutturare tutte le forme possibili di comunicazione, al fine di sensibilizzare la cittadinanza lucana, intervenendo possibilmente anche con la creazione di una redazione stampa.
L’assemblea nel considerare scadenze brevi per la sua riconvocazione si è sciolta.
Questa sintesi vuole essere un documento riassuntivo delle cose dette nella prima assemblea, pertanto può e deve essere integrato da chiunque dei partecipanti voglia in qualche modo affermare o ribadire concetti che sono sfuggiti all’attenzione di chi ha steso il rapporto. La collaborazione di tutti alla revisione di questo rapporto può costituire di per sé un primo modo di partecipazione e di puntualizzazione delle cose dette e delle azioni che si vogliono portare avanti.
Cordiali saluti.
Domenico Ferrara
Vito Petrocelli
Emmanuele Curti
Manifesto per una proposta di legge di iniziativa popolare: principi di
massima sulla gestione dei rifiuti
Anche in Basilicata possiamo parlare di emergenza rifiuti. I dirigenti regionali ci dicono che è tutt’apposto..… almeno nei prossimi 24 mesi. Sappiamo però che parlano solo della capienza delle discariche regionali in cui, aumentandone le volumetrie, potranno essere sversati nei prossimi 24 mesi i rifiuti urbani tal quali.
Sappiamo che tutto questo è contrario alle direttive europee che prevedono l’uso della discarica come ultima opzione di smaltimento, e contrario anche alle leggi che quelle direttive hanno recepito, la 36/03 e la 152/06. L’uso irresponsabile della discarica, anche se gestita con criterio e secondo la legge, comporterà nei prossimi anni l’inquinamento del suolo e dei corpi idrici che interessano il nostro territorio nel sottosuolo e in superficie.
Forse non potremo paragonare la nostra emergenza a quella del territorio campano, ma questo lo dobbiamo soprattutto alla scarsità demografica della nostra Regione e ai bassi consumi.
Dal 2001 la Regione ha impiegato denaro pubblico per consulenze e piani di gestione rimasti sulla carta, sperando forse che i cittadini lucani insofferenti delle difficoltà di attuazione di un corretto piano di gestione dei rifiuti accettassero ad occhi chiusi i piani di incenerimento proposti sin dagli anni ’80 dal prof. Masi e dalla sua cricca. Viene da credere che, come è accaduto in Campania, l’emergenza sia stata costruita a tavolino. Ma la nascita in Basilicata di decine di comitati per la salute, l’uso responsabile della rete per scambiare informazioni e comunque la gestione di basse volumetrie hanno scompaginato per ora i loro piani e limitato i danni. Spesso l’azione di questi comitati e movimenti è stata sminuita o addirittura irrisa dalle istituzioni e dai media, che ne hanno parlato associandoli alla sindrome di NIMBY (NO NEL MIO GIARDINO). A nostro avviso quei cittadini riuniti in comitati e movimenti hanno raggiunto un’altra consapevolezza: WE HAVEN’T GOT GARDENS! (NON ABBIAMO GIARDINI!).
Da tempo i cittadini chiedono alla classe dirigente lucana di cambiare indirizzo alla politica dei rifiuti, ma i risultati avvilenti sono sotto gli occhi di tutti. Crediamo sia opportuno avviare, anche per i rifiuti, un percorso di legge di iniziativa popolare, così come sta avvenendo nel Lazio, abrogando la legge Regionale del 2001 e tutte le ordinanze che sono in contrasto con i principi di massima che seguono:
§ Contrarietà all’incenerimento e chiusura di Fenice
§ Conversione degli impianti di CDR in impianti di Trattamento rifiuti (modello Vedelago)
§ Dimensionamento degli impianti di compostaggio per l’umido da raccolta differenziata
§ Previsione di digestori anaerobici per la parte umida dei rifiuti indifferenziati e per i fanghi reflui dei depuratori
§ Introduzione della tariffa al posto della TARSU e incentivi al compostaggio domestico
§ Obbligo della raccolta porta a porta in tutti i Comuni della regione
§ Costituzione di distretti eterogenei in sostituzione delle ATO; distretti urbani-agricoli, tali da garantire un compost di qualità
§ Costituzione di un tavolo di partecipazione dei cittadini affinché le scelte siano condivise
§ Copertura finanziaria dell’impiantistica tramite fondi strutturali europei, voci ordinarie di bilancio, coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti
Crediamo sia opportuno che alla stesura della legge partecipino fin da subito tutti i comitati e i movimenti che in Regione in questi anni hanno contrastato i piani di incenerimento e hanno lavorato affinché la gestione dei rifiuti non divenisse solo profitto per alcuni e costi, disagi e malattie per la popolazione.
Crediamo sia opportuno che si lavori in sinergia con tutto il mondo associativo per evitare che i nostri sforzi vengano liquidati dagli attuali amministratori regionali, provinciali o comunali con argomenti che chiamano in causa la crisi, il pareggio di bilancio, il patto di stabilità, i tagli del governo, ecc.
A nostro avviso sarebbe bene che il confronto per la stesura della proposta di legge sia fatta in previsione e all'interno di un discorso sul Sistema di Gestione Ambientale dell’intero territorio regionale.
Il nostro obiettivo è solo e soltanto quello di evitare che la politica dell’emergenza e della deroga ci scavalchi.