Tra le
81 formazioni politiche che domenica in Tunisia
parteciperanno alle
prime elezioni libere dopo la caduta del regime di Zine
El Abidine Ben Ali, c’è anche il Tunisian Pirate Party (PPT), il Partito dei
Pirati Tunisino.
Nato nel 2010, è stato
il
primo Partito dei Pirati del continente africano. Fa parte del
movimento dei pirati internazionale di cui ha fatto propria la linea politica:
riforma delle leggi sul copyright in rete, difesa e promozione dei diritti
civili, realizzazione di una democrazia diretta, trasparenza del sistema
politico e tutela della privacy su internet.
Tutte rivendicazioni che in Tunisia è molto più difficile sostenere rispetto
che in Svezia, dove il Partito dei Pirati è nato, o in Germania dove
recentemente ha
conquistato 19 seggi nel Parlamento regionale di
Berlino.
Durante la protesta contro il regime di Zine El Abidine Ben Ali i membri del
partito sono stati in prima linea nella diffusione delle notizie e dei video
attraverso internet e nell’organizzazione delle manifestazioni. Due membri del
Partito dei Pirati Tunisino, Slim Amamou e Azyz Ammami, sono stati arrestati e
torturati per queste attività.
Dopo la caduta del regime di Ben Ali, Slim Amamou, che oltre ad essere un
blogger molto influente nel Paese è anche amministratore delegato di una società
di sviluppo per il web, è stato
nominato ministro della Gioventù e dello Sport nel
governo transitorio di Mohamed Ghannouchi. Carica che ha mantenuto soltanto
cinque mesi, da gennaio a maggio quando si è dimesso dopo che il Governo aveva
bloccato diversi siti web.
Domenica il Partito Pirata Tunisino avrà l’opportunità partecipare
all’elezione dei 218 membri della nascente Assemblea nazionale costituente che
avrà il compito di scrivere la nuova Costituzione della Tunisia