Carlo Annoni
unread,Oct 12, 2007, 4:43:52 AM10/12/07Sign in to reply to author
Sign in to forward
You do not have permission to delete messages in this group
Either email addresses are anonymous for this group or you need the view member email addresses permission to view the original message
to LibL...@googlegroups.com
Non sono molte le cose su cui concordiamo con Grillo. Ma non possiamo non ammettere il senso di fondo del malessere che Grillo interpreta: i risultati della politica italiana non ne giustificano i costi.
Da anni i cittadini italiani più attenti e informati sono coscienti che le performance della politica italiana non sono le best-in-class, e da anni i cittadini italiani più coscienti e impegnati nella vita della Nazione sollecitano interventi seri e radicali per rovesciare questa che è insieme situazione e tendenza.
A differenza dei tanti Savonarola alla amatriciana di cui son pieni i media, riteniamo però non siano le periodiche purghe a risanare il Paese, ma solo un attento, meticoloso lavoro di intervento sull'insieme delle leggi, dei regolamenti e delle 'regole' che fanno le condizioni di una politica inefficace e inefficiente. Se quindi le invettive di un artista possono darci il senso dell'urgenza, difficilmente possiamo trovarci la risposta alla indubbia crisi di credibilità della Politica nazionale.
Quindi è solo individuando con esattezza gli elementi chiave del circolo vizioso di cui, volenti o nolenti, siamo parte, che possiamo sperare di individuare gli elementi su cui far leva per una azione vincente di cambiamento del "sistema".
Quali gli elementi del circolo vizioso?
Se vogliamo possiamo iniziare col dato di fatto di una Politica inefficace nel perseguire politiche di sviluppo e di coesione sociale.
Questa debolezza è da un lato legata ai barocchismi del sistema delle regole della politica, che di fatto inibiscono la capacità decisionale dei governi, rendendola così ostaggio di tutto e di tutti.
Dall'altro questa debolezza si salda con l'estrema forza (questa si usata con efficacia ed efficienza) dei microinteressi organizzati in corporazioni, che spesso intervengono sulla Politica non per allargare le libertà dei propri aderenti, ma per impedire l'esercizio delle altrui. Il mix di Corporazioni forti e Stato debole fa di per se un sistema stabile, in cui la debolezza dell'uno rafforza la forza dell'altro.
Per capire questo circolo vizioso dobbiamo allora approfondire l'analisi. Perchè la forza delle Corporazioni, come la debolezza dello Stato, non nascono dal caso ma da tanti piccoli meccanismi.
Quali?
Uno tra tutti è la scarsa trasparenza con cui la finanza pubblica trasferisce le risorse tra i membri della società.
Il fatto che il nostro sistema funzioni drenando gran parte del reddito nazionale ad un centro che redistribuisce senza responsabilizzare i beneficiari della redistribuzione, e redistribuisce senza dare evidenza dei meccanismi redistributivi e delle risorse redistribuite, fornisce una condizione eccellente per politiche corporative e clientelari.
Un meccanismo di questo tipo, unito alla debolezza del Potere Esecutivo, ostaggio di ogni minoranza politicamente organizzata o rappresentata, rende quasi naturale delle politiche di spesa orientate alla creazione di consenso a breve e di soddisfazione a lungo termine degli interessi corporativi meglio organizzati e rappresentati.
E rende per altro quasi naturale l'esplosione della spesa pubblica come strumento di consenso a breve. Esplosione della spesa che richiede ulteriore drenaggio di risorse e che spinge ogni gruppo sociale o di interesse ad una deriva corporativa.
E' chiaro come questo circolo vizioso, se avulso da un contesto competitivo globale, sia tutto sommato stabile.
In fin dei conti ha retto dei decenni anche un sistema come quello del socialismo reale, in cui ai propri cittadini (o meglio sudditi) si dava poco ma si chiedeva anche meno.
Anche lì è stato solo il confronto con il mondo esterno a provocare la crisi e l'implosione del sistema.
Ed è il mondo esterno, sotto forma di economia globale, oggi a mettere in crisi i nostri equilibri.
Non vogliamo però essere pessimisti, perchè una chance in più rispetto l'URSS noi l'abbiamo, ed è il fatto che siamo, nonostante tutti i limiti, una democrazia liberale.
Ed in democrazia liberale possiamo non solo renderci conto in modo informato di ciò che avviene, ma possiamo anche pensare di fare qualcosa.
Ad esempio possiamo cercare di formare un Partito capace di ascoltare e interpretare le esigenze di crescita, economica, civile e sociale degli Italiani.
Un Partito che sappia realizzare rapidamente, anche al di là delle attuali alleanze, pochi e coraggiosi interventi:
. Federalismo fiscale con reale responsabilizzazione Regioni
. Drastico rafforzamento potere esecutivo
. Fine bicameralismo perfetto
. Adeguamento sistema elettorale con superamento bipolarismo a coalizioni eterogenee
. Revisione clausole finanziamento pubblico partiti che incoraggiano frammentazione.
Qualcuno di noi ha scelto di scommettere sul PD e la segreteria Veltroni come veicolo di questa piccola rivoluzione, qualcuno ha scelto la scommessa del Partito Liberal-Democratico di Dini, ma tutti noi firmatari siamo certi che senza questi coraggiosi interventi la crisi della Politica difficilmente avrà uno sbocco costruttivo.
Quindi, al di là delle scelte di partito, auspichiamo tutti una presa di responsabilità dei nostri leader e dei leader delle principali forze politiche del Paese.
Gli Italiani ci chiedono un atto di responsabilità per ridare alla Politica il suo ruolo.
Carlo Annoni
Marco Bianchi
Filippo Fornaroli
Giovanni Rossi