Un Ferragosto indimenticabile

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Uno

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Sep 6, 2012, 3:59:11 PM9/6/12
to Approfondimenti
Tanti e tanti anni fa, quando ancora esistevano lo scooter Vespa
Piaggio ET3 e la Fiat Ritmo, accadde un evento irripetibile. Tullio mi
invitò ad andare ad Asiago con lui. Era di Ferragosto e voleva
pernottare ad Asiago, senza prenotazione alcuna. Attenzione: Tullio
non è il vero nome dell'amico, è un nome di fantasia. Tullio mi
portava, prima di allora, in giro in Vespa ET3 blu, con lui siamo
andati al Cosmic a Lazise sul Garda mentre i nostri amici ci avevano
preceduto in autostrada con un Citroen Pallas DS. Ma bando ai
preamboli. Quella mattina arrivò, era un Ferragosto dicevo, Tullio a
casa mia, vestito in giacca e cravatta, non faceva un caldo bestiale,
e prima di tutto parlò con mia madre chiedendole il permesso di
portarmi via. Permesso accordato. Presi la migliore giacca che avevo,
la migliore camicia, la mia cravatta, uno spazzolino da denti ed il
pigiama, e partimmo. Per la strada ascoltavamo una musicassetta dei
Simple Minds prima maniera, ricordo in particolare la canzone "Chelsea
girl". Tullio era entusiasta. Facevamo i tornanti, usciti a Piovene
Rocchette dall'autostrada, tutti allegri, con questa Ritmo blu e la
musica dei Simple. Io devo dire che ero molto perplesso. Non avrei
scommesso cento lire sul fatto che avremmo trovato posto da dormire,
ed anzi se avessi scommesso cento lire per tutti gli alberghi, tutte
le locande, tutte le pensioni alle quali abbiamo chiesto se c'era
posto per dormire una notte, a partire dai più prestigiosi ai meno
raccomandabili, sarei senz'altro divenuto milionario. Nel pomeriggio
colpì la mia attenzione una bella bionda che faceva shopping mentre
noi eravamo a passeggiare lungo la via principale di Asiago. Quella
sera andammo al Macrillo cercando di rimorchiare ma niente. La storia
finì con noi che pernottammo sì ad Asiago, ma dentro la Ritmo, in zona
stadio. La mattina al parco di Asiago, Tullio mi fece ascoltare "Se io
fossi un angelo" di Lucio Dalla, io mi lavai la faccia ad una fontana,
e ce ne tornammo giù. In pianura.

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