Discussione su il-giorno-in-cui-la-notte-scese-due-volte

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ALBA...@libero.it

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Dec 19, 2007, 7:21:15 PM12/19/07
to io sono amico di alberto
ALBERTO VIVE!
Con Alberto se ne è andato un pezzo di ognuno di noi ma il suo ricordo
ci deve rendere più forti e intransigenti nel non commettere gli
stessi errori. La sua morte è più simile ad un omicidio scaturito da
un deleterio effetto collaterale insito nella società funesta in cui
viviamo. E' davvero miserabile la cattiva fede degli organi
d'informazione locali nel non volere fare autocritica ammettendo le
proprie colpe. Sì, colpe!Tralasciamo per un attimo le debolezze insite
nell'essere umano che spingono in alcuni casi all'annientamento di se
stessi. Quest'aspetto non può diventare l'alibi di chi non è capace di
ammettere le proprie responsabilità. C'è una piccola differenza, in
realtà mastodontica, tra la cronaca di un episodio criminoso e uno
legato ad un consumatore di droga leggera!In questa semplice
differenza si cela tutta la mediocre deontologia professionale di
taluni operatori dell'informazione locale!Se è giusto per legge
riportare in un articolo i dati sensibili di chi si è macchiato di
reati, ben altro rispetto merita un semplice consumatore! Il mediocre
giornalismo locale non può nascondersi dietro un dito! Dovrebbero
avere un atteggiamento univoco sulla questione, cioè o decidono di
rispettare la privacy del consumatore o è inutile fingere di voler
omettere i nomi degli interessati per poi renderli riconoscibili
attraverso indicazioni di professione, età, domicilio e quant'altro!
Questo finto buonismo nasconde l'interesse per lo scandalismo becero
ritenuto utile a vendere qualche copia di giornale in più! Lo sappiamo
e ne abbiamo le prove, provate a smentirci!Vi porto un esempio
lampante sulla questione. Non molto tempo fa, si paventava la
possibilità di pubblicare sulla stampa le targhe degli automobilisti
che andavamo a consumare sesso a pagamento con le prostitute, nuove
schiave del terzo millennio. La potenza della privacy veniva usata
dalla politica come arma di minaccia contro i consumatori di sesso.
Non entro nel merito della proposta, ma vi invito a ragionare. Di
fronte al rischio di diffusione della privacy si è alzata una
sollevazione popolare che ha fatto ritirare la proposta! Allora, se
siamo consapevoli sul serio della potenza della privacy di ogni
individuo perché non riconosciamo la stessa dignità ad un ragazzo
finito nella cronaca solo perché era un consumatore di marijuana? Ma
noi la riconosciamo a differenza di chi perde la ragione nel proporre
un lavoro di giornalismo avvelenato dalla corsa alla vendita
scandalistica o funzionale ad una parte politica, ad una polemica
politica che niente ha a che vedere con la sensibilità e la dignità di
un qualunque consumatore di droghe leggere. Sono balordi quei
giornalisti, ma soprattutto quegli editori, che non vogliono ammettere
le proprie colpe! Si nascondono dietro un finto perbenismo che
dimostra solo quanto siano distanti dalla gente e dalla società
diffusa. Dicono:"Noi non c'entriamo, se ha compiuto quel gesto doveva
avere dei problemi","A chi vuoi che importi il nostro articolo, c'è
già chi dice che (Alberto) non aveva voglia di lavorare". Peggio
ancora. Sono gli stessi che non conoscono la differenza tra droghe
pesanti e leggere, tra morti per alcool e morti bianche. Sono gli
stessi che si consultano per ore e per giorni per evitare di dover
pubblicare nomi di personalità eccellenti o politici, faccendieri o
aziende, finiti sotto indagine per fatti criminosi conclamati. In quel
caso, la tutela della privacy è fondamentale se non si vogliono
perdere finanziamenti pubblici e coperture politiche! Decidere di dare
tutto quello spazio, e in quel modo, alla "notizia" di Alberto è il
movente dell'omicidio, della sua morte. Una notizia che in altri
luoghi sarebbe stata cestinata, quì diventa da prima pagina!Alcuni
pseudo giornalisti(tali solo perché disposti ad allinearsi senza
coscienza a posizioni dominanti precostituite in una lobby editoriale)
decidono di pubblicare quella finta notizia come merce di scambio con
le forze dell'ordine!Questi si sentono in dovere di ricambiare i
favori alle forze dell'ordine in modo da accattivarseli per ricevere
notizie in modo più assiduo!Spesso, a causa della loro distanza dalla
società che vive e opera tuti i giorni nel territorio, i giornalisti
senza notizia decidono di pubblicare insignificanti operazioni di
"sicurezza" solo per ringraziare un appuntato che fa bene il suo
lavoro o che, in passato, ha fatto grandi operazioni ma che ora è in
depressione!Allora, è giusto che anche gli amici di Alberto conoscano
queste meschinità!Continuate e continuiamo a lottare...proponiamo un
volantino contro la stampa che crea stereotipi e mostri. Denunciamo la
stampa ogni volta che minaccia a calpesta la dignità di persone
indifese. Creiamo un osservatorio contro gli abusi della stampa,
raccogliamo le proteste, promuoviamo incontri, dibattiti e
manifestiamo sotto le redazioni se sbagliano. Siamo noi gli amici di
Alberto per un'informazione libera!

Un precario (ma coerente e felice) operatore dell'informazione
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