Quasi tutto quello che facciamo con tanta speranza in definitiva è per
realizzare la felicità e la sicurezza dettata dall'autoconservazione.
La felicità però non è quasi mai conseguibile immediatamente, anzi è
preceduta da una stanza più grande: la stanza d'attesa. E non basta nemmeno
attendere un poco per questo sogno segreto, come se bastasse pazientare che
l'agricoltore stacchi per noi la mela matura, ed assaporarla. E' una realtà
che sembra divertirsi a giocare a nascondino con noi, noi che crediamo anche
di averla definitivamente nel momento che la afferriamo saldamente con le
mani nello stesso momento in cui... ci sfugge nuovamente dalle mani chiuse.
Non si può prescindere dal pericolo della disperazione, a questo punto;
piuttosto è il momento di rammentare che siamo sottoposti, si fa per dire
con semplificazione, al gioco di tre sorelle che danzano tenendosi per mano
e che ci sostengono in vita nel nostro cammino (anche di chi sia
automunito): la fiducia negli altri e in noi stessi da coltivare e non da
improvvisare, il desiderio costante e comunicativo verso i simili per dare e
ricevere aiuto con le reciproche fatiche ed esperienze,e ultima perchè più
debole e fragile la speranza, una bambina che paradossalmente sostiene le
altre due. Così solo nel cuore crescerà la speranza che un giorno anche per
noi arriverà la 'felicità' ! Sempre chè non avvenga di sbagliare di più per
la paura di sbagliare moderatamente ..
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