Nel
1946/47 numerosi Comuni dell’imperiese e del cuneese avevano espresso con
apposite delibere il loro parere favorevole per la creazione di una REGIONE
DELLE ALPI MARITTIME, ma i tentativi furono soffocati dalla sudditanza dei
nostri rappresentanti politici alle centrali di potere dei partiti a Roma e
specialmente a Genova ove si temeva, da parte democristiana, di perdere i voti
“bianchi” del Ponente, da parte comunista il formarsi, ai confini con la
Francia, di una troppo forte regione a loro avversa.
Trascinandosi per quasi vent’anni il periodo
transitorio per l’entrata in funzione delle Regioni, si arrivò al 1963 senza più
nulla concludere e, in un convegno alla Camera di Commercio di Imperia promosso
in quell’anno dal sottoscritto, si poté soltanto constatare che il disinteresse
dei nostri politici aveva sprecato invano le possibilità che invece il Molise
aveva saputo usare per creare una propria distinta Regione, approfittando del
periodo transitorio previsto dalla apposita legge.
Ma, in effetti, le Regioni non debbono essere né
troppo grandi (macroregioni) né troppo piccole (microregioni) e, alla luce di
tanti successivi studi in materia di docenti universitari ed istituti
specializzati (quale la Fondazione Agnelli) si è ormai acclarato che le Regioni
Italiane sono troppe e ben otto o nove TROPPO PICCOLE al confronto con quelle
degli altri Stati europei.
Secondo gli studi della Fondazione Agnelli,
ribaditi poi dalla Commissione Giustizia e Pace dell’ Arcidiocesi di Milano nel
volumetto AUTONOMIE REGIONALI E FEDERALISMO SOLIDALE firmato dal Cardinale
Martini, le Regioni debbono avere i seguenti requisiti :
1°) Autonomia finanziaria 2°) Dimensioni
territoriali che favoriscano PROGETTI DI SVILUPPO (in parole molto
povere, avere i soldi e lo spazio disponibile per ingrandirsi.Pensiamo a due
negozietti di generi complementari che demoliscono la parete che li separa,
rinnovano l’attrezzatura e “SI METTONO IN GRANDE”
Questi ultimi studi non
danno più importanza all’aspetto etnico data l’ormai fortissima commistione in
Italia delle popolazioni provenienti da altre regioni., comunque, noi della
Liguria possiamo vantare la ligusticità dell’intero territorio
ligure-piemontese essendo storicamente accertato che, già prima
dell’occupazione romana, LE TRIBU’ LIGURI SI
ESTENDEVANO DAL MAR LIGURE SINO AI PIEDI DEL MONTE BIANCO
I piemontesi, infatti,
non sono altro che i ligures abitanti “ai pié del monte”,mentre quelli della
costa erano appellati “marittimi” e quelli della montagna “montani” La
Fondazione Agnelli propone la riduzione delle Regioni Italiane da 20 a 12 con la
fusione di quelle non autosufficienti finanziariamente con quelle confinanti che
lo sono.
Per quello che
riguarda noi lo studio in parola suggerisce LA FUSIONE DELLA LIGURIA COL
PIEMONTE, MA, SI BADI BENE, FUSIONE NON VUOL DIRE INCORPORAZIONE O ASSORBIMENTO
! Infatti l’apporto della Regione più piccola a quella più grande è proprio
quello che FAVORISCE I PROGETTI DI SVILUPPO.