Cronaca della giornata di ieri (Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra)

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Maria Teresa Tarallo

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Feb 1, 2010, 7:15:17 AM2/1/10
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Cronaca della Giornata mondiale dei malati di lebbra 2010


Domenica 31 gennaio 2010


Suona la sveglia: ci alziamo e facciamo subito colazione. Fuori ancora il cielo è scuro, sta albeggiando. Nuvole non ce ne sono, per fortuna: la giornata dovrebbe essere buona, anche se c'è vento freddo.

Carichiamo l'auto con il necessario. Tra poco saranno le 9 e dobbiamo incontrarci con Rosella, un'amica che ci darà una mano per il banchetto. Forse verrà anche un giovane amico, Daniele.

Arriviamo in piazza. Non c'è nessuno ancora in giro.

Mentre Alessandro va a parcheggiare l'auto, io incomincio a sistemare sul tavolino i materiali informativi e il miele. Si avvicina un ragazzo di colore, sembra che sia lì forse per guadagnarsi la giornata come ambulante. Appare interessato a quello che faccio e mi chiede: “Che festa è?”

Gli rispondo: “E' la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra. Sai cos'è la lebbra? C'è la lebbra al tuo paese?”

Lui mi guarda perplesso, si tocca le labbra e dice “Lebra?”

Mi sa che non ha capito.

Dopodichè ci salutiamo, augurandoci buona giornata, e lui si allontana.

Nel frattempo ritorna Alessandro.


Subito dopo arriva Rosella. Le spiego lo scopo dell'iniziativa di oggi, mentre comincia ad aumentare la quantità di persone in giro.

Amici e persone sensibili si avvicinano al banchetto.

Altre persone ci guardano con diffidenza o ci ignorano.


Dopo un po' arriva Daniele, l'altro volontario che ci aiuta a distribuire i materiali informativi ai passanti e i palloncini ai bambini.

I palloncini sono ottimi per attirare l'attenzione dei bambini. Alcuni piccoli sono tenerissimi,con lo sguardo innocente e spaurito. Ci sorridono quando diamo loro il palloncino.


Il momento “clou” della mattinata è verso le 11. Oltre a passanti e amici, si avvicina una troupe televisiva locale.

Riprendono il nostro banchetto e spieghiamo chi è Aifo e il significato della giornata.


I curiosi vengono vicino a noi, vedendo che siamo ripresi da una TV. Forse sperano di poter apparire per qualche istante. Ma ciò serve anche ad avvicinare di più al banchetto e a stabilire un contatto con queste persone.

Potenza della tele...


La nostra amica Rosella si avvicina a una mamma col bambino per dare materiale informativo, le dice: “Signora oggi è la Giornata Mondiale dei malati di Lebbra...” ma non fa in tempo a lasciarle il foglio informativo e a dire altro perchè la signora risponde: “Non mi interessano queste cose, devo andare in chiesa!”


E lascia lì Rosella.

Questa è la fede di non poche persone, da cui Follereau metteva in guardia. I “sepolcri imbiancati” di cui Gesù ha parlato nei vangeli.

L'ipocrisia della gente conformista, convinta di guadagnarsi il paradiso con la messa domenicale e b asta ,è forse la “lebbra” più pericolosa che ci sia nel nostro ricco e sazio mondo.


Ore 13.

La giornata è andata benissimo.

Abbiamo esaurito tutto il miele e le penne. L'ultima coppia di amici arriva giusto in tempo per l'ultimo vasetto di miele.

Siamo infreddoliti ma contenti.

Ci salutiamo con Rosella e con Daniele. Nei nostri occhi la gioia di aver, sia pure per una minuscola parte, fatto qualcosa per chi soffre. Siamo felici, in questa domenica dedicata agli ultimi.

Ci abbracciamo e ritorniamo a casa, mentre il sole ci scalda.

Ma il calore che c'è oggi nei nostri cuori è quanto di più bello ci possa essere.


Maria Teresa Tarallo

referente gruppo Aifo Taranto



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