Rialza la testa il web a consumo.

1 view
Skip to first unread message

Pippo

unread,
Apr 27, 2009, 11:55:06 AM4/27/09
to ADSL a La Loggia
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/tecnologia/web-tariffe/web-tariffe/web-tariffe.html

Rialza la testa il web a consumo
negli Usa ci provano, è polemica
L'operatore Time Warner Cable ha appena rinunciato, sull'onda delle
proteste, al piano di introdurre piani tariffari non flat. Ma ha già
detto che ci riproverà. Il problema è l'uso di banda, spinto dai video
e da YouTube. Parla il presidente dell'associazione dei provider
italiani
di ALESSANDRO LONGO

CARA VECCHIA e rassicurante banda larga flat, canone senza limiti di
traffico: comincia a essere antipatica agli operatori, che quindi ora
pensano a modi per mandarla in pensione. Il fenomeno parte dagli Stati
Uniti, come racconta il New York Times: i provider meditano di fare
una transizione, almeno parziale, da offerte "all you can eat" a
quelle che hanno prezzi variabili a seconda dell'uso che ne fa
l'utente. Consumi tanta banda perché ti scarichi mezza Hollywood in un
mese? Pagherai di più. Certo è che sarà una transizione sofferta e, al
tempo stesso, sempre più avvertita come necessaria.

L'operatore americano Time Warner Cable ha appena rinunciato,
sull'onda delle polemiche, al piano di introdurre piani tariffari non
flat. Ha aggiunto però che non ha smesso di pensarci e ci riproverà
tra un po' di tempo, "quando gli utenti saranno meglio informati".

Piani non flat sono sperimentati da altri operatori, come Comcast, al
solito per fronteggiare il fenomeno del peer to peer, che ora equivale
a circa il 90 per cento del traffico mondiale. Per capire il problema,
facciamo un passo indietro, "ai tempi in cui è nata la banda larga su
rete fissa. È stata sempre flat, a differenza di quella su rete
cellulare, perché grazie all'Adsl e al protocollo IP, la tecnologia
permetteva di dare tanta banda a costi ottimizzabili tramite la
condivisione delle risorse tra tanti utenti", spiega Paolo Nuti,
presidente di Aiip (associazione dei principali provider italiani).
Poi qualcosa si è rotto in quest'idillio. Con il successo del peer to
peer, si è visto che "saliva l'utilizzo della rete da parte degli
utenti, mentre il costo per aumentare la capacità delle reti non
tendeva a zero", dice Nuti. Un corto circuito, che rischia di rendere
sempre meno sostenibile il business degli operatori. "Poiché l'utente
vuole pagare il meno possibile, devono nascere tariffe differenziate
in base all'uso", dice Nuti.

È già così su rete mobile, per due motivi: lì le risorse sono molto
più scarse che su rete fissa; gli operatori cellulari hanno lanciato
offerte dati in un secondo momento, già tenendo conto del problema
peer to peer. Su rete fissa è invece un nodo ancora non affrontato, ma
che diventa sempre più grosso: "Se aumenta il traffico, devi prendere
nuovi apparati, per aumentare la capacità di switching, avere più
illuminatori della rete in fibra ottica. Devi potenziare di
conseguenza il centro di controllo. Aumentano i costi operatori, per
la manutenzione...", continua Nuti.

A questo si somma il problema che gli operatori devono fronteggiare le
pressioni dell'industria dell'audio visivo. Oltre a prendersela con
portali e utenti peer to peer, i detentori di copyright non hanno
rinunciato all'obiettivo di ottenere leggi per caricare sui provider
la responsabilità del traffico pirata. Lo testimoniano alcune proposte
di legge che ogni tanto affiorano.

L'altra faccia della medaglia è che gli operatori, soprattutto in
Italia, ancora non se la sentono di proporre tariffe non flat (rare
del resto in Europa, con l'eccezione del Regno Unito). "Siamo ancora a
una fase in cui si fanno la guerra per rubarsi clienti con promesse
che non possono mantenere", dice Nuti. Già, perché promettono 7
Megabit su Adsl che alla prova dei fatti sono veloci circa la metà,
nella maggior parte del tempo. Il motivo è appunto che dobbiamo
spartirci la banda con tanti altri utenti, che consumano una quota
crescente di traffico. E non solo a causa del peer to peer, ma anche
per il crescente successo del video streaming, che si prepara ad
arrivare a nuovi livelli: YouTube nel corso dell'anno comincerà a
offrire film a pagamento.

Sembra insomma una via senza uscita: gli operatori non possono
aumentare i costi, non se la sentono di rinunciare alle flat per
accaparrarsi utenti, ma non possono nemmeno investire in misura
adeguata per sostenere la crescita del traffico. Forse si arriverà a
un punto di rottura, in cui la pacchia della flat totale finirà e gli
operatori e gli utenti dovranno trovare un nuovo patto per andare
avanti.

(20 aprile 2009)

Pippo

unread,
Apr 27, 2009, 12:01:14 PM4/27/09
to ADSL a La Loggia
CMQ a parte qualche disconnessione alla sera, che tra l'altro non c'è
più stata (mi tocco) la linea va benissimo e a 43 di ping stabile.
Speriamo che duri.
Reply all
Reply to author
Forward
0 new messages