Comunicato stampa
Giornata Mondiale dell'Acqua
2017
Crisi del
sistema idrico italiano: l'unica soluzione è una
gestione pubblica, partecipativa ed eco-compatibile
dell'acqua
Istituita nel 1992 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite,
la Giornata Mondiale dell’Acqua dovrebbe costituire un
importante occasione di riflessione a livello nazionale e
internazionale. Purtroppo, sempre più spesso, tale riflessione
viene piegata agli interessi delle grandi lobby
economico-finanziarie che perseverano nella strategia volta alla
definitiva mercificazione del bene acqua.
Per queste ragioni, come movimento per l'acqua, ci sembra
opportuno prendere parola provando ad individuare gli elementi
critici e i nodi da sciogliere per giungere finalmente ad una
reale tutela di questo bene e ad una sua gestione pubblica e
partecipativa.
A distanza di quasi sei anni dai referendum del 2011 appare
evidente come l'esito sia stato prima disconosciuto, poi
disatteso e infine sia stata messa in campo, da parte di tutti i
Governi che si sono succeduti alla guida del paese, compreso
l'attuale, una strategia volta a rilanciare i processi di
privatizzazione del servizio idrico e degli altri servizi
pubblici locali, oltre a reinserire, tramite il nuovo metodo
tariffario elaborato dell'AEEGSI, la voce che garantisce il
profitto ai gestori.
Il combinato disposto di diversi provvedimenti approvati negli
ultimi anni costruisce un meccanismo per cui, attraverso
processi di aggregazione e fusione, i quattro colossi
multiutility attuali - A2A, Iren, Hera e Acea - già collocati in
Borsa, potranno inglobare tutte le società di gestione dei
servizi idrici, ambientali ed energetici, divenendo i “campioni”
nazionali in grado di competere sul mercato globale. Senza
contare i tentativi in atto di privatizzare l'Acquedotto
Pugliese, il più grande d'Europa.
Altro passaggio significativo rispetto alla pervicacia con cui
si sta contraddicendo la volontà popolare è quanto avvenuto alla
Camera ad aprile scorso quando il PD e la maggioranza hanno
stravolto la legge sulla gestione pubblica del servizio idrico,
svuotandone l'impianto generale e travisandone i principi
essenziali.
Come movimento per l'acqua continuiamo a ribadire la necessità
di una radicale inversione di rotta. Infatti, l'analisi dello
stato dell'arte del sistema idrico italiano è impietosa e
continuano ad emergere dati sconcertanti: bassi investimenti,
reti vecchie con dispersione elevatissima e ritardi nella
depurazione, delineando così un sistema gravemente malato.
Sul tema degli investimenti e della tariffa va ricordato che il
finanziamento del servizio idrico integrato ha dimostrato il suo
fallimento dal momento in cui al principio del “
full cost
recovery”, ossia il costo totale del servizio deve essere
interamente coperto dalla tariffa, si è associato l'affidamento
a soggetti privati.
I dati in tal senso parlano chiaro: aumenti delle tariffe (+ 100
% tra il 2000 e il 2016 - dati Federconsumatori Ottobre 2016) e
calo degli investimenti di circa il 50 % rispetto agli anni
novanta.
D'altra parte il quadro che emerge rispetto alla distribuzione
dei dividendi e degli utili realizzati in 5 anni tra il 2010 e
il 2014 dalle 4 grandi multiutility (A2A, Iren, Hera e Acea),
ossia i modelli che si vorrebbe esportare su tutto il territorio
nazionale, è assolutamente esplicito e chiarisce ogni dubbio
rispetto a quella che è la vera finalità di queste aziende. La
loro vocazione non è produrre servizi pubblici, ma distribuire
dividendi ai soci. Queste aziende, cumulativamente, nel periodo
indicato hanno prodotto utili netti per circa 1 miliardo e 800
milioni di € e hanno distribuito ancora di più, oltre 2 miliardi
di € di dividendi. Un dato più che eclatante da cui si evince
che, per garantire una quota significativa di dividendi, queste
aziende si indebitano scaricando sulle generazioni future i
risultati di oggi.
Di fronte a questi dati eloquenti allora la soluzione non può
essere ancora una volta quella dell'ulteriore rilancio
dell'attuale sistema di gestione. Infatti, è proprio la scelta,
insita nel sistema, di mettere in capo ai soggetti gestori di
natura privatistica la responsabilità dell’effettuazione degli
investimenti che determina, stante il loro obiettivo di
massimizzazione dei profitti, un’oggettiva subordinazione della
decisione di investimento a quella priorità. Ciò, ovviamente, ha
anche una ricaduta nefasta sulle perdite delle reti che
rimangono a percentuali insostenibili (oltre il 35% di media).
A nostro avviso non si sfugge al fatto che, per avviare un ciclo
di investimenti significativo con l’obiettivo di realizzare
l’ammodernamento del servizio idrico, occorre progettare un
nuovo sistema di finanziamento che sia basato sul ruolo
fondamentale, oltre che della leva tariffaria, della finanza
pubblica e della fiscalità generale. Ovvero il servizio idrico
deve tornare ad essere una delle priorità nel bilancio statale.
E che, dunque, non può essere concepito se non dentro ad un
quadro di nuova gestione pubblica del servizio che preveda anche
la partecipazione delle comunità locali.
Gli elementi sopra esposti dovrebbero a nostro avviso essere il
fulcro della riflessione sul tema dell'acqua, a maggior ragione
in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, affinché una
nuova cultura dell'acqua e dei beni comuni diventi politica
concreta ed esperienza consolidata, per giungere finalmente ad
una svolta radicale rispetto alle politiche, trasversalmente
condivise negli ultimi vent’anni, che hanno fatto dell’acqua una
merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione
provocando una peggiore qualità del servizio, minore economicità
e minori investimenti.
Roma, 21 Marzo 2017.
Forum Italiano dei Movimenti
per l'Acqua
NOTA
In allegato un documento di approfondimento
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