AqP
S.p.a.: gestione in house.… ma con la condizionale!
La Puglia, grazie ad un accordo tra l'ex Ministro per gli
Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR
Raffele Fitto ed il Presidente della Regione Puglia
Michele Emiliano, si è messa con le spalle al sicuro dallo
scippo, da parte dei grandi player, della gestione delle
reti che prelevano l’acqua da dighe e sorgenti e la
distribuiscono alle utenze.
Lo ha fatto, però, in modo del tutto autarchico, senza
promuovere alcuna azione collettiva di opposizione alla
volontà privatizzatrice di questo governo (come di altri
precedenti) stabilendo che il prezzo dell’operazione sia
la cessione al governo stesso dei processi decisionali di
AqP S.p.a. grazie all’ingresso, nell’organo di
amministrazione ed in quello di controllo, di due membri
indicati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Per inciso, l’autarchia dell’operazione si è spinta fino
ad ignorare completamente la Basilicata, regione
confinante che ha anch’essa una distribuzione
completamente pubblica, dalle cui dighe e sorgenti la
Puglia, di per sé priva di risorse idriche, preleva la
gran parte delle acque che distribuisce.
Non una parola si è pronunciata nella conferenza stampa
dello scorso 23 dicembre sulla gestione delle grandi
infrastrutture idrauliche passata da gennaio scorso ad
Acque del Sud, una S.P.A. che per volontà dell'attuale
governo deve cedere il 30% delle sue quote a privati.
Nessun riferimento al fatto che a giugno scorso AqP S.p.a.
ha stipulato un accordo con Acea S.p.a. creando una
società il cui fine è quello di diventare socio
industriale di Acque del Sud.
Insomma, una difesa del “pubblico” da una parte ed accordi
con il privato dall’altra: la mano destra non sa quello
che fa la sinistra..…
Come intendere tutto ciò?
A nostro parere questa è proprio l'attuazione di ciò che
il lungimirante Rodotà temeva quando si spendeva sulla
precisazione delle differenze fra "bene pubblico" e "bene
comune", ossia di tutto l'ecosistema: il “pubblico”
pugliese creato con le modalità di cui sopra e guidato da
un governo privatizzatore sembra un capolavoro di
mistificazione e sarà probabilmente quello che scipperà ai
cittadini un bene enorme come Acquedotto Pugliese per poi
gestirlo, come istituzione pubblica, secondo le regole del
mercato!
Con questa “ripubblicizzazione” forse dovremo cambiare
anche il nostro lessico d'ora in avanti: come al solito la
prima cosa di cui il mercato si impadronisce sono proprio
le parole!
13 Gennaio 2025.