modifica confini ATO

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Oct 27, 2022, 4:44:59 PM10/27/22
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Essendo venuto a conoscenza dell'allegato ordine del giorno, presentato alla Presidente del Consiglio comunale di Fano, esprimo qui le mie considerazioni.

La legge regionale 30 del 2011 fu approvata qualche mese dopo lo svolgimento del referendum con il quale in Italia, nelle Marche e a Fano, si evitò, fra l'altro, l'obbligo della privatizzazione della gestione dei servizio idrico integrato (SII).

Con quella legge la Regione Marche si preoccupò principalmente di cambiare la struttura delle 5 autorità d'ambito precedentemente istituite nelle Marche, in quanto incompatibile con la sopraggiunta normativa nazionale; e regolò la transizione alle attuali 5 assemblee d'ambito, lasciando sostanzialmente invariati i rispettivi perimetri geografici di competenza.
I confini degli attuali 5 ambiti territoriali ottimali, ciascuno con la propria AATO (Assemblea d'Ambito Territoriale Ottimale) che ne costituisce organo di governo del SII, vengono quindi "da lontano"... quando si tenne principalmente conto della conformazione dei bacini idrografici e degli acquedotti preesistenti in modo da definire confini che risultassero ottimali, appunto, per il governo e la gestione della risorsa acqua e del SII. Ne è prova la circostanza che i confini di questi 5 ATO (Ambito Territoriale Ottimale) non coincidono con quelli delle 5 province marchigiane.

Anche con documenti prodotti in occasioni ufficiali s'è esplicitata la posizione del movimento per l'acqua nelle Marche circa le eventuali variazioni dei confini (quindi anche del numero) degli ambiti territoriali...
<<riteniamo che in mancanza di un approfondito studio sulla valutazione di "ottimalità" scientifica e tecnica dei possibili confini degli ambiti territoriali risulti di gran lunga razionale che essi rimangano come sono; e che eventuali modifiche siano da prendere in considerazione se richieste e motivate dalle comunità locali attraverso determinazioni degli enti ad esse più prossimi>>,
<<sono da evitare quindi modifiche dei confini di ambito "imposte dall'alto">>.

Se comunità locali in ATO 1, o in prossimità, hanno motivi validi per richiedere alla Regione Marche una modifica dei confini dell'ambito in cui si trovano (con o senza variazione del numero totale di ATO) fanno bene ad avanzare tale richiesta anche attraverso i propri enti comunali.
Al contrario è deprecabile che il Comune di Fano promuova un'azione legislativa regionale che impone dall'alto un accorpamento in un unico ATO alle comunità in ATO 3, 4 e 5. E anche per l'unificazione degli attuali ATO 1 e 2 sarebbe più accettabile avanzare la richiesta dopo averne concordato l'opportunità con altri enti comunali coinvolti. Del resto, per una "fusione" di questo genere, la via democratica sarebbe quella di un'apposita richiesta alla Regione Marche fatta propria (sulla base di una complessiva valutazione di "ottimalità") dalle AATO 1 e 2.

Ecco le mie considerazioni sui "punti in premessa" dell'ordine del giorno (vedi allegato)...

PRIMO PUNTO
Considerata la natura del gruppo di discussione a cui mi sto rivolgendo ritengo non ci sia necessità di esprimere cosa penso dell'obiettivo dichiarato per il quale si propone di cambiare la legge regionale.

SECONDO PUNTO
Non sussistono impedimenti giuridici a "grandi investimenti pubblici in tutto il territorio regionale"; se la Regione Marche, o anche lo Stato, hanno la volontà politica di dare priorità a finanziamenti di opere nel settore dei servizi idrici integrati lo possono fare indipendentemente dal numero di ATO.
Possono sempre essere presentati (e, volendo, finanziati con denaro pubblico) anche progetti che interessano più ATO confinanti, pure di regioni diverse.
Se invece l'idea è quella d'incanalare la politica per l'acqua bene comune nelle Marche nel solco tracciato dal Governo che persegue, subdolamente dal referendum in avanti, la privatizzazione delle gestioni allora può darsi che qualche nuovo "presupposto giuridico" possa considerarsi necessario.

TERZO PUNTO
La "frammentazione delle gestioni" negli ATO 1 e 3 delle Marche è il prodotto di deleterie deroghe alla legge da parte dei rispettivi organi di governo (AATO).
La "tolleranza ad oltranza" degli organi istituzionali che potrebbero mettere fine a tali deroghe è anch'essa questione politica, non giuridica. E, soprattutto, non riguarda gli ATO 2, 4 e 5, dove ciascuna AATO ha affidato la gestione del SII ad un solo soggetto.

In relazione ai punti "Considerato" occorre osservare che nelle Marche, correggetemi se sbaglio, tutti gli affidamenti della gestione del SII sono già "in house" (con tanto di "controllo analogo") ad eccezione di un affidamento in ATO 1. Ritengo quindi che il Consiglio comunale di Fano, per affrontare gl'innegabili problemi in ATO 1, abbia scelto (con questo ordine del giorno) un percorso non condivisibile.

Non condivido in alcun modo il primo punto delle "sezioni dispositive" dell'ordine del giorno (sezione "auspica"); mentre non ho nulla in contrario sul secondo "auspicio"... che però poteva essere presentato all'Assemblea legislativa delle Marche senza tirare in ballo la riduzione a due degli ATO.
(La nostra ferma preferenza è per l'affidamento della gestione del SII ad ente di diritto pubblico, tipologia compresa nella più ampia di "affidamento diretto".)


Ciao.



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10 Ordine del giorno Sostegno alla PDL di modifica LR 30-2011 106214.pdf
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