Si sa che i movimenti sono attraversati da varie sensibilità; il movimento per l'acqua, fortunatamente, non fa eccezione.
L'aggiornamento inviato da Paolo Carsetti che ho inoltrato in questo forum d'ambito regionale ha spinto Mauro Coltorti (do per scontato che possa riferirmi a lui con la stessa informalità di altre occasioni in questo gruppo di discussione) ad esplicitare qui la propria sensibilità sul tema.
E l'intervento di Mauro spinge me ad esprimere la mia (ovviamente non scrivo a nome di Paolo, che forse neanche segue questo forum).
La mia sensibilità mi porta a riconoscere la differenza tra un compromesso che agevoli il raggiungimento di un obiettivo ed il pagamento di un pizzo; la discriminante dell'illegalità è evidente.
Uso questa metafora perché è chiaro che se qualcuno vuol svolgere un'attività commerciale deve, per esempio, pagare le relative tasse... non è invece affatto sscontato che se qualcun altro gli chiede minacciosamente il pizzo egli debba cedere al ricatto pur di perseguire il medesimo obiettivo.
Io, per esempio, preferirei denunciare piuttosto che lisciarmi il ras del quartiere.
Fuor di metafora... Se fai un Governo con chi è sempre pronto a violare la Costituzione della Repubblica italiana non sei più nell'ambito del compromesso politico.
Certo rimane una questione di diversa sensibilità ma il concetto implicito secondo cui un volontario per l'acqua bene comune debba agire come una sorta di automa programmato per l'obiettivo della ripubblicizzazione del SII al punto di sottovalutare implicazioni di altri aspetti politici che riguardano le persone a me giunge come l'ennesimo segnale d'infantilismo al potere.
Che fa il paio con la lagna del 51% di berlusconiana memoria: "Gli italiani non ci hanno dato il 51%, per questo non ho potuto fare la rivoluzione liberale che era nel nostro programma". Lagna che applica a qualsiasi cosa abbia promesso agli elettori e non realizzato quando era al Governo.
Non è ovviamente in discussione il fatto che occorre una maggioranza parlamentare per realizzare molti punti di un programma elettorale... semmai c'è da chiedersi se non sia una presa in giro condizionare l'aderenza al proprio programma al raggiungimento di una percentuale di voti che nessun singolo competitor può ragionevolmente pensare di raggiungere.
Ma si sa, certe cose si dicono in TV senza contraddittorio, o comunque in contesti dove i personaggi politici dei nostri tempi non hanno interesse a contraddire colleghi che ricorrono a tali suggestioni.
Ha invece mostrato grande coraggio Mauro Coltorti nel venire ad esprimere qui un concetto simile, ben sapendo che il confronto intellettuale non sarebbe mancato.
Del resto l'esercizio della democrazia diretta, come da Costituzione e "giurisprudenza costituzionale", prevede che l'esito di un referendum popolare sia politicamente vincolante per il legislatore, a prescindere da chi forma la maggioranza e da chi si afferma nelle successive elezioni. Non v'è invece traccia del concetto secondo cui gli elettori che vincono un referendum, per vederne affermato l'esito, devono far confluire i loro voti in questo o quel competitore elettorale per consentirgli una maggioranza tutta sua.
Per quanto riguarda gli equilibri interni a M5S, fra favorevoli e contrari alla ripubblicizzaione del SII, occorre notare come il capo politico ha fatto tutta la campagna elettorale sostenendo che gli elettori gli avrebbero consegnato una maggioranza parlamentare pur senza ottenere la maggioranza dei voti; evidentemente ben contento di avallare una legge elettorale mistificatoria che, tra l'altro, non consente all'elettore di esprimere una preferenza per questo o quel candidato in lista...
Chi su un determinato tema si sente insufficientemente supportato dagli altri eletti del proprio partito se la prenda quindi col capo e con chi concede l'uso del brand (ovvero con i responsabili dell'ordinamento dei candidati in lista) non con gli elettori.
Anzi, se la legge in oggetto diventerà realtà ci ringrazieremo tutti a vicenda per aver fatto quanto più possibile ciascuno nel proprio ambito di azione (ed in questa fase l'ambito è parlamentare, per quanto condizionato dal Governo), ma l'elemento determinante rimane proprio la volontà di 26 milioni di elettori.
Ciao.