
Dov'era dio (Dio, Jahvè, Allah) mentre i nazisti sterminavano sei milioni di ebrei? Meglio ancora: perché dio ha consentito tutto questo? Le risposte date sono state varie. Era Jahvè che infliggeva l'apocalittica punizione (espiazione) biblica al “popolo eletto” d'Israele?
Dov'è dio mentre è in corso il genocidio del popolo palestinese? E' Jahvè, il dio degli eserciti della “Grande Israele” che sulla carta (biblica) dovrebbe includere tutta la Palestina, tutto il Libano e poi parti di Giordania, Siria ed Egitto?
Chi non crede in dio: non diede la colpa del nazismo a Hitler ma al popolo tedesco, e non dà la colpa del nazismo a Netanyahu ma al popolo ebreo.
La mia conclusione inevitabile è che Israele sta commettendo un genocidio contro il popolo palestinese. Sono cresciuto in una famiglia sionista, ho vissuto la prima metà della mia vita in Israele, ho prestato servizio nell'esercito israeliano come soldato e ufficiale e ho trascorso gran parte della mia carriera studiando e scrivendo sui crimini di guerra e sull'Olocausto, quindi è stata per me una conclusione dolorosa da raggiungere, a cui ho resistito il più a lungo possibile. Ma ho tenuto corsi sul genocidio per un quarto di secolo. Quindi riconoscere un genocidio quando lo vedo.
Questa non è solo la mia conclusione. Un numero crescente di esperti in studi sul genocidio e diritto internazionale ritiene che le azioni di Israele a Gaza possano definire solo come genocidio. Lo sostengono
Francesca Albanese , relatrice speciale delle Nazioni Unite per la Cisgiordania e Gaza, e
Amnesty international. Il Sudafrica ha presentato una denuncia per genocidio contro Israele alla Corte internazionale di giustizia.
Il continuo rifiuto di questa definizione da parte di stati, organizzazioni internazionali, giuristi e accademici causerà un danno incalcolabile non solo alla popolazione di Gaza e di Israele, ma anche al sistema di diritto internazionale costruito sulla scia degli orrori dell'Olocausto, concepito per impedire che queste atrocità si ripetano. È una minaccia alle fondamenta stesse dell'ordine morale su cui tutti facciamo affidamento.
Il crimine di genocidio
è stato definito nel 1948 dalle Nazioni Unite come “l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale”. Nel determinare cosa costituisce un genocidio, quindi, dobbiamo sia individuare l'intenzione sia mostrare che viene messa in atto. Nel caso di Israele, questa intenzione è stata espressa in percentuale da numerosi leader e funzionari pubblici. Ma l'intenzione può anche essere dedotta dal metodo delle operazioni sul campo, e questo metodo è diventato chiaro nel maggio 2024 – e poi sempre dei più – con la distruzione sistematica della Striscia di Gaza per mano delle forze armate israeliane.
In Val di Susa è in corso un'aggressione sistematica al territorio, sotto il segno del Tav e delle grandi opere inutili. A Chiomonte, San Didero, Salbertrand e ora anche a Susa, i cantieri si moltiplicano e si estendono, collegati tra loro da un disegno chiaro: trasformare l'intera valle in un enorme cantiere unico, una zona militarizzata e sacrificabile, da svendere agli interessi delle lobby politico-imprenditoriali.
Nell'ultimo anno ad essere sotto attacco è la piana di Susa con il progetto del deposito di smarino a Traduerivi , nell'area dell'ex pista di guida sicura: una nuova ferita in un territorio già martoriato, dove si dovrebbero riversare milioni di metri cubi di materiale di scavo proveniente dal tunnel di base (ancora lontano dall'essere scavato). A nulla servono le rassicurazioni di Telt e delle istituzioni: lo smarino è un rifiuto altamente pericoloso, con rischi ambientali e per la salute ampiamente e volutamente sottovalutati pfas e amianto.
La valle ha già iniziato a fare i conti con centinaia di camion al giorno, e l'impatto di numerosi altri carichi di questo materiale che percorreranno le strade della Valsusa aumentando traffico, rumore, inquinamento dell'aria e polveri sottili, sarà devastante. Il passaggio continuo dei mezzi pesanti non solo causerà gravi disagi alla vita quotidiana delle comunità locali, ma aggraverà le condizioni ambientali e sanitarie di un territorio già profondamente stressato.
Intanto, anche a Caprie si ipotizza anche la riapertura della cava con funzionalità di deposito di smarino. È evidente: non si tratta di cantieri separati, ma di un'unica, grande metastasi, che viene frammentata per renderla più digeribile, meno contestabile. Un'opera che avanza a pezzi, con l'obiettivo di normalizzare la devastazione che crea.
In questo quadro, la Val di Susa è diventata una zona di sacrificio, dove le esigenze del profitto vengono prima della salute e dell'ambiente. Dove si militarizza la vita quotidiana, si recintano le terre, si cementifica ovunque, si ignora la volontà popolare. Vogliono fare della Valle un deserto e hanno ancora il coraggio di chiamarlo progresso sostenibile.
Emblematico è il caso dell'autoporto di San Didero : un'infrastruttura pensata per far transitare camion e merci su gomma, in totale contraddizione con la retorica di Telt che promette di “spostare le merci su rotaia”. Il Tav non è un'alternativa ecologica: è parte integrante del sistema logistico e di guerra che incentiva il trasporto stradale e l'inquinamento, mentre distrugge suolo agricolo e paesaggio, col chiaro obiettivo di creare corridoi con funzioni civili e militari che niente hanno a che fare con lo sviluppo di un territorio.
Diecimila No Tav hanno marciato sabato 26 luglio 2025, in Valle di Susa, contro l'Alta velocità Torino-Lione . Il corteo è partito dal Festival Alta Felicità , organizzato ogni anno, a fine luglio presso lo storico presidio di Venaus, dal movimento che da oltre trent'anni si batte contro la grande opera inutile e dannosa i cui cantieri aumentando di numero, devastando sempre più la Valle e le sue montagne.
La marcia, aperta dallo striscione “c'eravamo, ci siamo e ci saremo”, si è divisa in diversi spezzoni raggiungendo i cantieri (attivi o futuri) del Tav a Giaglione, nella frazione Traduerivi di Susa ea San Didero. Diverse le azioni dirette partite dalla marcia, tra cui le battiture, il taglio delle reti, il blocco dell'autostrada Torino-Bardonecchia e l'invasione del nuovo cantiere di Traduerivi, frazione di Susa. Qui è stato aperto uno striscione con la scritta “salviamo insieme la piana di Susa!” .
Israele continua il genocidio biologico.
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(*) Tratto dal sito del
Centro Palestinese per i Diritti Umani . Traduzione:
La Zona Grigia .
(**) Immagini dal sito del PHCR e dell'Unicef. L'ultima immagine è quella della piccola
Sabreen al-Rouh , estratta viva dal ventre della mamma in fin di vita dopo un bombardamento israeliano nell'aprile 2024, ma sopravvissuta solo 5 giorni al resto della sua famiglia.
A Sesto Calende, le attiviste di Palestina Libera, la campagna italiana del gruppo Palestine Action, hanno bloccato l'ingresso della Divisione Elicotteri dell'azienda Leonardo . Due si sono legati con delle catene a terra per evitare il passaggio di mezzi. Due hanno invece occupato il tetto di uno degli edifici coprendo con della vernice rossa l'insegna della Leonardo. Sono stati accesi due fumogeni rossi, insieme alla vernice, come simbolo del sangue dei Palestinesi. “Leonardo Produce Genocidio” , l'insegna di circa 5 metri dell'azienda è stata modificata con della vernice spray dagli attivisti che hanno raggiunto il tetto. Dopo pochi minuti sono arrivate le forze dell'ordine.
Nel rapporto pubblicato dalla relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, è emerso come la Leonardo SpA, controllata dallo stato italiano, sia una delle aziende più coinvolte nel rifornire militarmente Israele durante il genocidio del popolo palestinese, e una delle aziende che ne ha tratto più profitto, chiudendo 2023 e 2024 con profitti record anche
grazie all'aggressione a Gaza . Il Gruppo Leonardo è coinvolto nell'”economia di guerra” anche tramite le sue partecipate estere come RADA e altre, di cui ferma il controllo.
L'Italia è ancora la terza nazione per rifornimenti bellici a Israele, nonostante le accuse di genocidio della Corte Penale Internazionale e il mandato di arresto per crimini di guerra e contro l'umanità che pende su Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano.
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Nella foto: I portuali annunciano il blocco di una nave israeliana a Genova.
La nave Cosco Pisces con un carico di acciaio destinato a Israele, era stata già bloccata da parte dei portuali greci del sindacato Enedep/Pame del Pireo. I portuali italiani hanno fatto sapere di aver appreso che la stessa nave è adesso diretta ai porti liguri di La Spezia prima, dove è previsto arrivare il 25 luglio prossimo, e successivamente a Genova, per poi continuare il suo viaggio in altri porti del mediterraneo.
“Sulla base di queste informazioni disponibili, che oramai si poggiano su una rete di solidarietà tra portuali sempre più attivi in tutto il mediterraneo, stiamo monitorando costantemente le possibili attività della nave” dichiarano i portuali dell'Usb.
"Al momento in cui scriviamo, non funzionano attività di scarico previste dei container incriminati né altre attività di carico di altro materiale bellico nei due porti liguri, ma seguiremo con la massima attenzione l'evoluzione delle operazioni. Nel caso la situazione dovrebbe cambiare e risultasse il coinvolgimento di portuali nelle operazioni di carico e scarico di questo materiale, USB Mare e Porti è pronto a dichiarare immediatamente sciopero rispetto queste attività, chiamando alle mobilitazioni lavoratori e cittadini che partecipano con i principi del manifesto. "Il lavoro ripudia la guerra”, preparato insieme a Ceing e sottoscritto in queste ore da molte associazioni, costituzionalisti, giuristi, avvocati ed esponenti di movimenti per la pace”.
"Giornalista, scrittore, attivista, presidente del Movimento di Lotta per la Salute G. Maccacaro e direttore di Rete Ambientalista, Lino Balza è un volto storico della lotta contro la devastazione ambientale e sanitaria causata dalle attività della Solvay di Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria. Le sue denunce contro l'azienda, iniziate dopo trent'anni di lavoro dipendente nell'azienda , gli sono costate ritorsioni quali cassa integrazione, trasferimenti, mobbing, demansionamento e licenziamento, oltre che una decisione di causa, tutte vinte.
Al momento, Balza si sta battendo strenuamente contro la richiesta di patteggiamento di Solvay per la causa relativa al disastro eco-sanitario dello stabilimento Spinetta Marengo, che permetterebbe all'azienda di chiudere il procedimento in anticipo senza dibattimento in cambio del pagamento di una somma in denaro … " continua su
L'Indipendente cliccando
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"… Stiamo parlando di queste patologie mortali. Non stiamo mica parlando di 15mila euro per danni per la perdita di valore degli immobili. 15mila euro per le Vittime: non è Giustizia! Ci si avvicinerà ad essa se le 200 persone, ma anche le migliaia non coinvolte nel processo penale concluso, chiederanno i danni per le patologie da ciascuna subìte...."
In foto: Lo stabilimento Ilva visto dai tetti del quartiere Tamburi.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il congresso della CISL ha annunciato con sollievo il rilascio dell'AIA — Autorizzazione Integrata Ambientale — per lo stabilimento Ilva di Taranto.
«La siderurgia italiana è salva. L'industria italiana può ancora avere il suo acciaio», ha dichiarato Urso.
Ma la realtà è un'altra: sotto la patina di ottimismo, lo stabilimento gestito da Acciaierie d'Italia è un gigante dai piedi d'argilla, con impianti logori, una situazione finanziaria drammatica e nessun vero acquirente all'orizzonte.
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Nella foto: il diploma del premio a Salvini.
La Camera ha concesso per un'intera giornata le stanze di pregio per un convegno in cui esponenti di spicco della Lega si sono mescolati a generali, ambasciatori e lobbisti legati al governo di Netanyahu. Tra questi anche rappresentanti dell'Idsf (Israel Defense and Security Forum), il think tank israeliano di estrema destra che sostiene l'espansione delle colonie illegali e la deportazione dei palestinesi da Gaza.
Salvini non esita a stringere la mano insanguinata di Netanyahu, ritenuto responsabile di crimini di guerra. Ricevere un premio in questo contesto non è un merito, ma una vergogna. Ed è molto grave che ciò avvenga in una sala della Camera.
Nella foto: una delle immagini della fama.
Egregi colleghi,
In qualità di accademici, studiosi e professionisti di varie discipline, tra cui sanità pubblica, medicina, storia, sociologia, criminologia, ricerca sul genocidio, economia, scienze politiche, relazioni internazionali e psicologia, insieme ad attivisti e membri della società civile globale, scriviamo per esprimere la nostra profonda preoccupazione per il genocidio in corso, la crisi della sanità pubblica e la distruzione sistemica a Gaza.
Siamo allarmati dall'incapacità della comunità internazionale di rispondere adeguatamente a questa emergenza umanitaria.
Notiamo con costernazione che alcune associazioni sono rimaste in silenzio o hanno rilasciato dichiarazioni che non rispettano la responsabilità morale e professionale di fronte alle prove schiaccianti e al diffuso riconoscimento del genocidio.
Ogni bambino escluso da un vaccino è una vita a rischio. E sono ancora troppi. Nel 2024, oltre 14 milioni di bimbi nel mondo non hanno nemmeno una dose di vaccino. Sono i cosiddetti “zero dosi”, i più vulnerabili, spesso invisibili alle statistiche ufficiali e ai sistemi sanitari. Lo rivela l'ultimo rapporto congiunto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dell'Unicef , che fotografa un mondo in cui le coperture vaccinali migliorano, ma con lentezza e disuguaglianze profonde. Se da un lato, infatti, aumentano le vaccinazioni infantili e cresce la percentuale di copertura per morbillo, Hpv e difterite-tetano-pertosse, dall'altro persistono barriere strutturali, economiche e culturali che lasciano milioni di bambini senza protezione. E mentre i Paesi a basso reddito recuperano terreno, preoccupano i segnali di flessione nei Paesi più ricchi.
Il saggio Covid-19 Modello Italia (di Marina Manera, edizioni V-piccola biblioteca della Torre, pag 224, euro 15) ripercorre i tristi primati italiani che nel biennio 2020-2021 hanno fatto dello Stivale un modello negativo nel mondo, da tutti i punti di vista: gestione pandemica, risultati sanitari, ripercussioni economiche, impatto psico-sociale. Con strascichi numerosi e dolorosi.
Anche chi all'epoca si era mantenuto lucido può aver dimenticato nel tempo tanti dettagli di quello sfoggio di «autoritarismo alla cinese ma con efficienza “all'italiana”», un misto di «tragedia e farsa» nel quale le disposizioni più repressive d'Europa che si pretendevano prevenzione e cura sono «andate a schiantarsi trascinandoci all'ultimo posto della classifica europea per decessi».
Il saggio è certo destinato a risultare troppo indigesto a chi ha accettato la manipolazione e dunque non ammetterà mai di essere stato vinto dall'inganno , ma la storia va ricordata: troppe volte, per dirla con Gramsci, «è maestra ma non ha allievi».
Non solo acqua ma anche atmosfera. Infatti, con l'esposto in Procura del 7 aprile 2023 via PEC, ribadiamo l'esigenza di intervenire per le emissioni inquinanti in atmosfera: “ Come conosciuto nei monitoraggi, dalle 72 ciminiere dello stabilimento e dai 15.000 punti di perdite incontrollate fuoriescono sostanze inquinanti tossiche e cancerogene (PFAS: PFOA, ADV, C6O4, Acido Fluoridrico, Acido Cloridrico,NH3, Alcoli, Anidride fosforica (P2O5), Composti Iodurati (C4F8I2), Zn, Idrossido di Potassio(KOH), NOx, CO2, SOx, Polveri, composti fluorurati (C2F4, C3F6,C4F8): 107 Kg/giorno 40 t/anno, ecc. In questo cocktail, appunto, il PFOA , l'ADV e il brevettato cc6o4 scientifica 2022 di Arpa e Università di Torino, Studio 2023 ARPA Depositi a Spinetta Marengo, nonché l'autorevole commento di Claudio Lombardi, già assessore all'Ambiente del Comune di Alessandria.
"Le misurazioni della ricaduta dei PFAS sul terreno di Spinetta Marengo sono state effettuate in via Genova nei pressi dello stabilimento Solvay ma i risultati ottenuti potrebbero essere qualitativamente validi per un'area ben più ampia a causa del trasporto aereo. Come media delle due campagne di analisi del 2019 e 2020 per ogni metro quadro ricadono ogni giorno sulla terra 3840 (nanogr/m2gg) della somma di PFAS prodotti in Solvay (cC6O4 + ADV). Nelle aree non interessate da insediamenti produttivi di tali sostanze (aree bianche) la somma di PFAS è inferiore a 91(nanogr/m2gg). I risultati delle analisi sono estremamente allarmanti : i PFAS nell'aria di Spinetta sono di ben 42 volte superiori a valori ammissibili!
“Da tempo il Comitato Stop Solvay e Il Movimento di lotta per la salute Maccacaro formulano la tesi che le patologie, le morti certificate dalle indagini sulla salute degli abitanti della Fraschetta in quantità assai superiore ad Alessandria ed al resto del Piemonte siano causate dall'inquinamento dell'aria, oltre che dell'acqua”.
Insomma, su Spinetta, dal cielo 5 microgrammi ogni giorno di Pfas per ogni metro quadrato, nell'acqua 52 microgrammi per litro di C6O4.
La Regione Piemonte non si è mai sprecata in monitoraggi sanitari e ambientali. Tant'è che la Regione aveva ignorato già nel 2009 la nostra allarmata richiesta di controlli ematici di massa. Neppure si è mossa nel 2022 dopo l'indagine dell'Università di Liegi.
Neppure di fronte ai rari ma preoccupanti monitoraggi di Pfas nelle matrici aria e acqua: ad esempio quello compiuto da Arpa e Università di Torino (Ilaria Marchisio, Tiziana Schilirò, Simona Possamai, Nicola Santamaria) che denuncia: “nelle matrici ambientali è stata riscontrata la presenza di molecole non ancora normate”, ovvero coperte da segreto industriale Solvay. Nelle Tabelle, i dati dell'inquinamento da PFAS del corpo idrico nel 2019 e 2020 evidenziano che nell'acqua del Bormida il PFOA (ufficialmente dismesso nel 2013) supera gli standard di legge, fino a 0.21 µg/l microgrammi litro. Il dato più eclatante è che tra i Pfas le concentrazioni maggiori, addirittura 52.5 µg/l, sono del cC6O4: un Pfas prodotto ed utilizzato in Italia esclusivamente nel polo chimico di Spinetta Marengo, e perfino riscontrato un monte del fiume . Al punto che i ricercatori sono costretti ad esclamare: “ Alla luce di questi dati, è quanto mai opportuno che vengano studiati gli effetti cancerogeni del cC6O4 sull'ecosistema e sulla salute umana soprattutto”. In primo luogo sarebbe necessario intensificare la frequenza dei monitoraggi per misurare durante i diversi episodi di versamento una sostanza così solubile in acqua e facilmente trasportabile.
Per quanto riguarda la matrice aria , ad oggi il metodo di campionamento dell'aria che risulta più facilmente attuabile è quello relativo alle deposizioni ambientali. Le analisi dei campioni prelevati evidenziano la presenza sia di PFOA che di cC6O4 e ADV . In particolare le ultime due sono sostanze caratterizzanti del polo chimico di Spinetta Marengo in quanto prodotte e utilizzate esclusivamente in loco . Il dato più preoccupante risulta quello relativo al cC6O4, riscontrato con valori di circa 5 µg/m2 gg (5 microgrammi ogni giorno per ogni metro quadrato), se ci confrontiamo con uno studio realizzato nel nord della Germania: ad Alessandria per il cC6O4 si hanno valori con ordine di grandezza di mille volte superiori a quelli tedeschi. Al punto che i ricercatori tornano ad ammonire: “Considerando le nozioni in nostro possesso circa la sua tossicità da inalazione, sarebbe assai opportuno un approfondimento su tale tematica”. Di grande rilievo è l'annotazione che “la maggior parte dei PFAS si distribuisce principalmente nella fase gassosa e non nel particolato, quindi avendo avuto la possibilità di campionare esclusivamente il particolato con i filtri in fibra di quarzo, sono andate perse gran parte delle concentrazioni realmente presenti nell'aria, concentrazioni assai importanti”.
L'ARPA: “I Pfas C6O4 e ADV in atmosfera ricadono sul Spinetta Marengo”. Arrivano dai camini, dal risollevamento della terra vicino allo stabilimento, dalle discariche. Va da sé che C6O4 e ADV sono respirati dagli abitanti: disciolti nella nebbia, nella pioggia, nel pulviscolo atmosferico, nelle famigerate polveri sottili. D'altronde, il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) aveva evidenziato la presenza di Pfas nelle uova degli uccelli. Il sindaco Giorgio Abonante lo sa ma fa finta di niente. E la Procura? chiediamo nell'esposto.
Portofino, il Comune più ricco d'Italia, vieta l'elemosina. Le ordinanze in Liguria, da Santa Margherita a Camogli.
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Quando verrà scritta la storia del genocidio a Gaza, una delle paladine più coraggiose e schiette della giustizia e del rispetto del diritto internazionale sarà Francesca Albanese , la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite, che l'amministrazione Trump sta sanzionando. Il suo ufficio ha il compito di monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani commesse da Israele contro i palestinesi. Gli albanesi, che ricevono regolarmente minacce di morte e sopportano campagne diffamatorie ben orchestrate da Israele e dai suoi alleati, cercano coraggiosamente di ritenere responsabili coloro che sostengono il genocidio.
Clicca qui Chris Hedges, giornalista vincitore del Premio Pulitzer, corrispondente estero per quindici anni del New York Times.
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Messaggio di pace e salute a 42.133 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA - Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Nel rispetto del Regolamento (UE) 2016/679 del 27.04.2016 e della normativa di legge. Eventualmente rispondi: cancellami.
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