Il 7 in piazza a Roma e l'8 alle urne.

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RETE Ambientalista

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Jun 6, 2025, 4:41:37 PMJun 6
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Il Dossier “Pfas. Basta!” racconta in prima persona la storia trentennale in Italia delle lotte popolari contro il disastro ambientale e sanitario dei famigerati Pfas. E’ una piccola enciclopedia che -in tre volumi e oltre 900 pagine- ripercorre le vicende della “Campagna per la messa al bando dei Pfas in Italia” promossa dal “Movimento di Lotta per la salute Maccacaro”: avviata con le nostre denunce degli anni ’90  degli scarichi Pfas in Bormida e Po, fino alla clamorosa entrata in scena nel 2024 di Greenpeace, passando: per i nostri  20 esposti con  reato di dolo  alle Procure,  per i processi di Alessandria (2010-2017-2019-2024) e Vicenza (2021) contro gli inquinatori Solvay e Miteni, nonché per il tentativo (frustrato) di Legge parlamentare. E’, insomma, una tormentata storia di mobilitazioni contro la Lobby chimica, e dunque anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune, Provincia, Regione, Governo, Comunità Europea, Asl, Arpa, Sindacati, Magistratura e Giornali.
 
La lunga e inconclusa storia degli “inquinanti eterni” è tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché del Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”.
 
Anche il terzo volume (work in progress) di “Pfas.Basta!”, come i primi due, come tutti i nostri libri, è stampato a spese degli autori. Il ricavato è interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma. Tutti i libri sono disponibili a chi ne fa richiesta.

Nell’inceneritore di chiusura del ciclo dei rifiuti (termovalorizzatore o waste to chemical) che vuole realizzare la Regione Liguria confluiranno anche 260 mila tonnellate annue di rifiuti pericolosi e rifiuti speciali “come avviene negli analoghi impianti in tutta Italia”: lo ha confermato polemicamente (riferendosi a Roma) l’assessore regionale all’Ambiente, Giacomo Giampedrone.
 
Che precisa: “A fronte di una produzione di 800mila tonnellate di rifiuti urbani, la Liguria produce 2,6 milioni di tonnellate annue di rifiuti speciali di cui 10-15% di rifiuto speciale inerte e circa 200mila tonnellate annue di rifiuti pericolosi, flussi che in quota parte (con particolare riferimento ai rifiuti sanitari, di cui 20mila tonnellate a rischio infettivo – come siringhe, garze o altri presidi ospedalieri che per legge devono essere smaltiti tramite termodistruzione, attualmente inviati ad impianti di altre regioni – e 40mila all’anno dei fanghi di depurazione, oggi destinati alle discariche) potranno trovare opportune sinergie nel trattamento e recupero in un impianto di ambito regionale di chiusura del ciclo, diminuendo quindi il ricorso a discariche regionali o l’invio in altre regioni, con benefici ambientali ed economici“. Così si arriva alle 320mila tonnellate annue stabilite dalla Regione di raccolta differenziata, che non si intende aumentare.
 
Perciò per incenerire si è scelta una struttura enorme, dove andranno, anche rifiuti speciali e pericolosi. Finora, l’unica alternativa ipotizzata è quella di mettere i rifiuti speciali e pericolosi nei cassoni della diga foranea del porto.
La neo sindaca di Genova, Silvia Salis, in campagna elettorale aveva precisato che per lei “non sarebbe stata una soluzione ideale fare un impianto sovradimensionato in una discarica che sta per chiudere, cioè Scarpino (una delle aree individuate come idonee dallo studio del Rina per l’agenzia regionale Arlir, vedi la mappa), però non ha mai escluso la possibilità di collocarlo altrove.

Un nuovo caso di morte per esposizione all’amianto scuote le Forze Armate italiane. Il Tar del Lazio ha condannato il Ministero della Difesa al pagamento di 200.000 euro di risarcimento alla famiglia di U.G., sottufficiale della Marina Militare, scomparso a causa di un mesotelioma pleurico contratto durante il servizio.
 
Per quasi quarant’anni, U.G. ha prestato servizio a bordo di numerose unità navali – Nave Palinuro, Carabiniere, Artigliere, Stromboli, Tanaro, Doria – e in diverse basi strategiche come Mariscuola Taranto, Venezia e Maridist Ostia, venendo costantemente esposto ad amianto e ad altre sostanze cancerogene senza adeguati dispositivi di protezione né informazione sui rischi. I casi di decesso tra i militari della Marina continuano a crescere, confermando i dati epidemiologici allarmanti. Clicca qui

Essere antisionisti significa essere non solo antifascisti, ma restare umani per opporsi alla violenza criminale, genocida, oltre ché antisemita, di Israele, come di ogni altro colonialismo: clicca qui Giorgio Stern.

Cliccando sul titolo: le manifestazioni del 7 del 15 e del 21 giugno.

?Votiamo SI ai 4 quesiti sul lavoro: aumentiamo sicurezza e tutele per i lavoratori, riduciamo precarietà e sfruttamento. 
Votiamo:
 • per fermare i licenziamenti illegittimi
 • per tutelare le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese
 • per la riduzione del lavoro precario, ormai la maggior parte delle nuove assunzioni è a termine 
 • per la sicurezza sul lavoro, soprattutto negli appalti e nei subappalti, perché non avvengano mai più stragi come quella di Brandizzo

?Votiamo SI al quesito sulla cittadinanza: aumentiamo i diritti di chi vive, studia e lavora in Italia, dimezzando (da 10 a 5 anni) il tempo di residenza legale per richiedere la cittadinanza. Queste persone contribuiscono attivamente al benessere del nostro Paese, sia con il loro lavoro, sia pagando tasse e contributi, senza avere però i nostri stessi diritti!

 
Questo video di cinque minuti riguarda la costruzione dell’ospedale di Duhla, finanziato finora con 70 mila dollari raccolti da Verso il Kurdistan grazie alle campagne di sensibilizzazione e alle donazioni ricevute e rappresenta un primo importante traguardo.
Oggi è più che mai necessario andare avanti con la raccolta fondi, perché la situazione a Shengal, in Iraq, nella terra degli Ezidi, si sta aggravando e dobbiamo sbrigarci perché lì di ospedali ci sarà sempre più bisogno. Quel popolo chiede fatti concreti, non parole, qui ed ora!
 
Da oggi occorre riprendere la campagna di raccolta fondi per l’Associazione Verso il Kurdistan al seguente IBAN: IT17 Q030 6909 6061 0000 0111 185
indicando come causale: donazione per l’ospedale di Duhla.


Il vertice dell’aviazione militare israeliana a febbraio di quest’anno era nella base aerea di Amendola per un breefing di rilevanza strategico-operativa denominato “F-35 Air Chiefs Meeting”. Qualche mese prima era stato l’ammiraglio Cavo Dragone a incontrare i vertici militari israeliani. https://www.peacelink.it/pace/a/50769.html
Può il governatore della Banca d’Italia criticare duramente il piano di riarmo europeo di Ursula von der Leyen? Può spiegare che così com’è aumenterà le asimmetrie tra Paesi Ue e finirà per essere inefficiente? Può dire che la spesa per la difesa non deve sottrarre soldi a crescita e welfare? O che va evitata “una corsa agli armamenti”? Può ribadire che l’Europa deve soprattutto essere una forza di dialogo e di pace? Certo che può, perbacco, questo è un Paese libero! Tanto è vero che Fabio Panetta ha fatto tutto questo venerdì nella più ufficiale delle occasioni, le Considerazioni finali del governatore. Quel che non può succedere, invece, è che qualche giornale o tv dia la notizia: hanno sentito tutto, dai dazi di Trump alle criptovalute, dall’alto debito italiano agli eurobond, dalla crisi demografica al Pnrr, le parole sul riarmo invece niente.


I medici europei si schierano per un’Europa pfas free.

Medici e operatori sanitari europei lanciano l’allarme sui costi sanitari della produzione e dell’utilizzo dei pfas, e chiedono alla Commissione europea di vietarli.
Intanto in Italia gli ordini dei medici delle regioni più colpite, Veneto e Piemonte, assumono le prime iniziative, ma manca del tutto una regia nazionale.
Clicca qui Laura Fazzini.

La Solvay: il patteggiamento s’ha da fare. La politica: obbedisco.

Alla prossima udienza del 26 giugno davanti al GUP, è giunto al pettine il nodo del procedimento penale ad Alessandria contro Solvay (Syensqo) per i reiterati reati del disastro sanitario e ambientale. Onde strozzarne condanne e risarcimenti miliardari, già scansati nel primo processo, la multinazionale belga ha proposto alla Procura il patteggiamento e, durante i sei mesi di proroga dibattimentale, ha avviato il mercanteggiamento con le Parti civili affinchè si ritirino.  Il Comune del capoluogo alessandrino, dietro compenso di 100mila euro, prontamente ha aperto la strada a Regione Piemonte e Governo per benevoli accordi, per ora tenuti sottobanco. Nevralgica la posizione della Regione.
 
I Comitati e le Associazioni ambientaliste (non tutte: ambigue Medicina democratica e WWF) hanno chiesto alla Regione, come già invano al Sindaco, di rifiutare ogni patteggiamento, bensì “di bloccare immediatamente la produzione e la dispersione dei Pfas a Spinetta”. “Non ci sono più alibi” dopo la sentenza storica del Tribunale di Vicenza sulla correlazione mortale causa-effetto dei Pfas. Il Comitato Stop Solvay prende, dopo il sindaco, direttamente nel mirino l’assessore regionale alla sanità Federico Riboldi che dalle ribalte cittadine è scomparso da mesi, nascondendosi appunto per patteggiare.
 
A complicare l’arrendevolezza dell’assessore sono subentrate due ulteriori complicazioni. Una è la soluzione scandalizzante dell’Autorità Rifiuti Piemonte di prendere atto che discariche e depuratori non sono in grado di smaltire i veleni, e dunque di sospendere i limiti di legge sugli scarichi industriali, di lasciarli liberi nei corpi idrici e di esportare l’inquinamento da Pfas verso Regioni con normative non restrittive. (Nel dettaglio, clicca qui l’articolo).
L’altra questione, propria di Alessandria, riguarda l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), risalente al 2010, rinnovata nel 2021. Dunque, Solvay era autorizzata a produrre in deroga dal 2020: a condizione che neppure una sola molecola di Pfas ricada in suolo, acqua e aria. Invece, ha prolungato l’attività produttiva oltre il termine decennale previsto malgrado che in questo arco temporale di 15 anni è stato ufficializzato il pesante inquinamento della falda acquifera e dell’atmosfera, peraltro noto agli abitanti della Fraschetta da decenni. La Regione ha scaricato la responsabilità delle drammatiche violazioni sulla Provincia, ovvero sulla Conferenza dei Servizi. 

Greenpeace: no patteggiamenti bensì fermare le produzioni Solvay.

Secondo l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), risalente al 2010, rinnovata nel 2021 dalla Conferenza dei Servizi provinciale, Solvay era autorizzata a produrre in deroga dal 2020: a condizione che neppure una sola molecola di Pfas ricadesse in suolo, acqua e aria. Invece, ha prolungato l’attività produttiva oltre il termine decennale previsto malgrado che in questo arco temporale di 15 anni è stato ufficialmente riconosciuto il pesante inquinamento della falda acquifera e dell’atmosfera, peraltro noto agli abitanti della Fraschetta da decenni.
 
“Il Comune di Alessandria aveva vietato di attingere acqua di falda in una vasta zona intorno al Polo Chimico. Le analisi hanno evidenziato che l’acqua risulta inquinata sia all’interno che all’esterno della fabbrica, fino a notevoli profondità. Indagini successive condotte da Ispra e Arpa hanno inoltre dimostrato che l’inquinamento si trasferisce ai prodotti ortofrutticoli, alle uova e al latte, aggravando ulteriormente la situazione ambientale e sanitaria”.
 
ARPA ha reso pubblici i risultati di una campagna accurata e continuativa di analisi dei PFAS che ricadono sui centri abitati alessandrini e che permeano l’aria circostante -le analisi hanno rilevato la presenza allarmante di queste sostanze anche ben oltre 10 km di distanza dal Polo Chimico- e sta proseguendo le indagini per determinare l’ulteriore estensione dell’inquinamento atmosferico. Le indagini confermano che il dilavamento delle sostanze nocive in Bormida e nelle falde acquifere continua, evidenziando l‘inefficacia della cosiddetta ‘barriera idraulica’, più volte assurdamente citata da Solvay.
 
Ebbene -denuncia Greenpeace con i Comitati la Conferenza dei Servizi, conclusasi nel 2021 ha autorizzato Solvay ad ampliare la produzione del PFAS cC6O4, nonostante fosse già noto il grave sversamento nelle falde e nelle acque superficiali. “La Provincia, pur consapevole della situazione, date le evidenze riportare da Arpa, ha scelto di privilegiare gli interessi economici dell’azienda, concedendo l’ampliamento e comunicando alla cittadinanza una fantomatica tutela dei loro diritti fondamentali imponendo prescrizioni che si sono rivelate del tutto inefficaci nel contenere l’inquinamento. Ricordiamo che tra le 32 prescrizioni previste per il rilascio dell’Autorizzazione, la prima prevedeva che nessuna molecola di inquinante sarebbe più dovuta fuoriuscire dallo stabilimento: a quattro anni di distanza sappiamo con certezza che quella prescrizione non è mai stata ottemperata”.

Oggi Comune, Provincia e Regione dispongono di una significativa quantità di dati e studi scientifici che offrono l’opportunità di prendere una decisione storica e finalmente responsabile: pretendere che ogni emissione venga azzerata in ogni matrice, in acqua, nel suolo e in atmosfera; non permettere che questi impianti continuino a produrre PFA. .
 
Questa, in Conferenza dei Servizi” riaffermano Greenpeace e Comitati “è l’unica scelta davvero lungimirante per tutelare il territorio e la salute delle persone. Permettere la prosecuzione della produzione significherebbe continuare ad esporre deliberatamente la popolazione ai rischi di contaminazione da sostanze altamente persistenti. Bloccare l’attività di produzione di PFAS dell’impianto è un atto di responsabilità istituzionale, un segnale concreto che la salute pubblica non è più negoziabile”.
 
Ha negoziato il sindaco di Alessandria, piuttosto che esercitare il suo ruolo di massima autorità sanitaria locale (e mentre querela Lino Balza per diffamazione a mezzo stampa).
 Sta negoziando la Regione. “Mentre decine di cittadini apprendono di avere il sangue contaminato, le istituzioni continuano a dimostrare di non avere le giuste priorità, discutendo su cavilli tecnici del tutto irrealizzabili e contribuendo deliberatamente al danno verso la salute di tutta la cittadinanza”.

Il PD sui Pfas non le manda a dire… alla destra.

Il Partito Democratico provinciale, evitando di commentare il clamoroso patteggiamento con Solvay del proprio sindaco del capoluogo, Giorgio Abonante, nonché l’elusa ordinanza comunale di fermata delle produzioni inquinanti, è intervenuto sul procedimento in corso presso la “Conferenza dei Servizi” di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale AIA della Solvay (Syensqo). 
 
In quanto questo strumento rientra nella sfera politica (centrodestra) della Provincia di Alessandria e della Regione Piemonte, il PD non lesina quegli ammonimenti che invece evita al Comune (di centrosinistra): “E’ fondamentale che tale provvedimento di rinnovo contenga prescrizioni stringenti che facciano sì che l’azienda produca senza inquinare. Infatti, i monitoraggi effettuati da Arpa indicano anche per il 2024 la presenza di PFAS sia nelle deposizioni e nell’aria ambiente, sia nelle acque sotterranee, anche all’esterno e a parecchi chilometri di distanza dallo stabilimento. Questo mentre i primi risultati della campagna di prelievo del sangue dagli abitanti intorno allo stabilimento certificano la presenza di PFAS nel sangue in molti dei residenti, sostanze in alcuni casi a rischio cancerogeno”. Vieppiù, “la Regione deve implementare le risorse tecniche e strumentali per i controlli e i monitoraggi”.
 
(Sempre a scarico delle responsabilità del sindaco), il PD è perentorio: “Risulta quindi necessario e urgente che in sede di AIA vengano fissati per cC6O4, ADV e gli altri PFAS limiti di emissione in atmosfera ai camini dell’azienda sia in termini di concentrazione, sia di flusso di massa per unità di tempo. E’ altrettanto fondamentale che nel riesame dell’AIA si prenda atto degli evidenti limiti dei sistemi di contenimento della contaminazione delle acque sotterranee (barriera idraulica) messi in opera da Syensqo e vi si ponga rimedio”. “Infine, vengano stabiliti dei limiti di riferimento per i suoli e le acque sotterranee relativamente ai Pfas che consentano l’avvio del procedimento di bonifica”.
 
Non manca nel comunicato del PD il fermo monito al Governo (di centrodestra): “Il governo affronti il tema di riduzione e di sostituzione dell’utilizzo dei PFAS senza indugiare in politiche attendiste o con risposte del tipo che ci deve pensare l’Europa”. Come non avevano fatto i precedenti governi di centrosinistra. 

Diktat sul piano di emergenza Solvay.

In quanto l’area chimica di Spinetta Marengo è classificata come un rischio di rilevante, il CTR Comitato Tecnico regionale (composto da Vigili del fuoco, Regione Piemonte, Arpa, ASL, Provincia e Comune di Alessandria), oltre a disporre entro sei mesi prescrizioni (14) e raccomandazioni (23) in merito al Piano di Emergenza Interno (PEI), ha inviato una sorta di incidente diktat alla Prefettura di Alessandria invitandola ad aggiornare il Piano di Emergenza Esterno (PEE), ad effettuare le esercitazioni secondo le modalità previste dal Ministro per la Protezione Civile, ad informare popolazione che vive a ridosso o nelle vicinanze del polo chimico in merito agli allarmi, alle evacuazioni e ai soccorsi sanitari.


Messa al bando immediata produzione e uso PFAS.

Clicca sul titolo la locandina del Comitato Acqua Sicura

Messaggio di pace e salute a 42.133 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA - Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

Nel rispetto del Regolamento (UE) 2016 / 679 del 27.04.2016 e della normativa di legge. Eventualmente rispondi: cancellami.



Twitter: @paceambiente


Via Mario Preve 19/7 – 16136 Genova  cell.3470182679 lino.balza.201...@gmail.com - lino.balza@pec.it
Sottoscrizioni a favore della Ricerca Cura Mesotelioma: IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215

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