L'Università di Alessandria si candida al premio Nobel per la chimica.

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Nov 15, 2025, 7:49:48 AMNov 15
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Ponte sullo Stretto, il fronte del No di nuovo in piazza: «Vogliamo casa, lavoro, ambiente e sanità».

Il 29 novembre l’appuntamento è a Messina.
 
Il Ponte sullo Stretto è uno schiaffo. È l’ennesimo insulto a chi abita territori abbandonati, depredati e desertificati, simbolo di una politica che continua a scegliere il cemento invece delle persone. Il Sud, da secoli, è un territorio di conquista. Prima colonizzato, poi sfruttato, oggi devastato in nome della “vocazione turistica” e della “posizione strategica”. Parole vuote, dietro cui si nascondono solo povertà, disuguaglianze ed emigrazione, Oggi a emigrare non sono solo i giovani, ma anche i meno giovani, per lavorare al Nord o all’estero, a produrre ricchezza altrove per stipendi da fame, inghiottiti da affitti che non lasciano respiro. Insegnanti, operai, infermieri, impiegati, postini, lavoratrici e lavoratori che partono e lasciano dietro di sé città e paesi svuotati».
 
Il Ponte sullo Stretto – torna a essere il pretesto per imporre un modello di sviluppo fondato sull’aggressione territoriale e sull’estrazione di profitto dalle risorse e dalle biografie degli abitanti. Si tratta di un modello che esclude programmaticamente le comunità locali dai processi decisionali, ponendole di fronte a un’alternativa forzata: accettare il ricatto di promesse occupazionali e finanziamenti oppure subire la devastazione ambientale e sociale legata all’opera. È, in sintesi, un modello che espelle progressivamente la popolazione residente, poiché considerata un ostacolo al suo avanzamento». «D’altra parte  le grandi opere seguono sempre la stessa logica: calate dall’alto, devastano i territori e ignorano chi li abita. È una logica disumana, cieca, che piega tutto al profitto. La stessa che ritroviamo nell’economia di guerra.
Pubblicato il14 Novembre 2025

Dopo il crollo del Ponte Morandi, i Benetton sempre più ricchi.

A più di sette anni dal crollo del Ponte Morandi, una strage con 43 morti ancora senza colpevoli, per le scarse manutenzioni autostradali che, secondo l’accusa nel processo a Genova, sarebbero la causa del crollo del Morandi, i Benetton hanno dato la colpa all’ex ad di Aspi, Giovanni Castellucci: il pm ne ha chiesto la condanna a 18 anni e sei mesi di reclusione.
 
La loro principale società, Mundys, l’ex Atlantia, di cui possiedono il 57%, ha incassato dallo Stato – secondo un accordo approvato dai governi Conte 2 e Draghi – con la vendita di Autostrade per l’Italia (Aspi) a una cordata controllata dalla statale Cassa Deposti Prestiti (al 51%) per evitare il rischio di revoca della concessione. Per il crollo del Morandi nessun componente della famiglia è stato indagato.
 
La famiglia veneta è sempre più ricca e incassa dividendi in crescita dall’impero che fa capo alla holding Edizione (autostrade, aeroporti, autogrill, immobili, finanza), ma chiedono ulteriori sacrifici (esuberi, contratti di solidarietà, scioperi, casse integrazioni, riduzione di organico e dei negozi) ai lavoratori di Benetton Group, l’azienda di abbigliamento da cui tutto era cominciato. In compenso, nel bilancio consolidato di Benetton si scopre che sono triplicati i compensi agli amministratori e organi di controllo, da 349mila euro del 2023 a 1,052 milioni nel 2024.
 
Lo scorso 24 giugno l’assemblea di Edizione ha deliberato un aumento del 10% del dividendo versato alla famiglia, da 100 milioni a 110 milioni e 10mila euro. Dal crollo del Ponte a oggi i Benetton hanno intascato 560 milioni di cedole. Nel bilancio 2024 di Edizione si scopre che i “compensi agli organi sociali” sono aumentati da 3,3 a 5,2 milioni, “l’incremento è attribuibile ai piani di incentivazione della società”. I beneficiari sono soprattutto Alessandro Benetton e l’ad di Edizione, Enrico Laghi, il commercialista romano che è stato commissario di Alitalia e Ilva.
Pubblicato il14 Novembre 2025


Clicca su Sito www.rete-ambientalista.it  due importanti convegni:

A Bassano del Grappa: Veneto e Pfas: un problema diffuso. Le soluzioni possibili.
 
A Lonigo: Bonifica Miteni, a che punto siamo.

Veneto, oltre 90 comuni chiedono lo stop alla produzione di Pfas.

Chi l’ha già approvata, chi ha messo in calendario la proposta. Sono già oltre 90 i Comuni che hanno accolto la mozione che le associazioni stanno spingendo: chiedere al Parlamento una legge per bloccare la produzione di Pfas. La produzione di Pfas avviene ad opera della Solvay a Spinetta Marengo (Alessandria), dove l’inquinamento aria-acqua-suolo sta tuttora provocando un disastro anche sanitario. Non intervenendo il sindaco, autorità preposta, a fermare con ordinanza le produzioni inquinanti (non solo di Pfas), preso atto del fallimento ultradecennale dei procedimenti penali, i comitati e le associazioni di Alessandria intraprendono in sede civile azione inibitoria per bloccare d’urgenza il comportamento illecito che lede l’ambiente e la salute pubblica (Legge 262-2005).
 
Con il caso Miteni, proprio tra le province di Vicenza, Verona e Padova i Pfas hanno generato la più grande contaminazione dell’acqua d’Europa, finendo nel sangue di 300mila residenti.
 
Il problema Pfas è mondiale,  tanto che in questi giorni in Brasile, alla Cop 30 (il vertice tra gli Stati firmatari della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici), si parla anche di acqua e inquinamento. Per l’Italia c’è la vicentina Michela Piccoli, delle Mamme No Pfas, a sensibilizzare.

Il colonialismo delle multinazionali Pfas.

Le multinazionali predispongono sempre un piano B quando l’A non andasse in porto. La Solvay resiste a Spinetta Marengo contando su questo secondo processo penale ormai indirizzato, come il primo, salvo colpi di scena, alla propria innocuità e a perpetuare per altri dieci anni i profitti e il disastro sanitario e ambientale. Il piano B, altrimenti, è spostare definitivamente dall’Europa alla Cina le produzioni.
 
Il copione è lo stesso usato dalla Miteni di Trissino. La fabbrica veneta, per conto di Solvay, ha causato uno dei più gravi disastri ambientali verificatisi in Italia, a causa dei Pfas. Dopo il preordinato fallimento del 2018, i macchinari della Miteni, con i brevetti e il know-how per continuare la produzione, a tempo di record erano stati ceduti dal curatore fallimentare all’azienda chimica indiana Laxmi Organic Industries… l’unica che aveva presentato un’offerta. Tutto programmato. Tant’è che nel consiglio di amministrazione della società asiatica nello stato di Maharashira fa parte Antonio Nardone, l’ultimo amministratore delegato di Miteni, cui – in primo grado a Vicenza – sono stati inflitti sei anni e quattro mesi di reclusione. E Nardone si era recato in India già prima che l’azienda fallisse.
 
In India, vive gente ignara di tutto, che non conosce il pericolo mortale rappresentato dai Pfas. I reflui dello stabilimento finiscono in un depuratore che è oggetto di malfunzionamento per la ricorrente mancanza di energia elettrica, e quindi nei fiumi, già inquinati per altre lavorazioni, al punto che è scomparsa la fonte economica della pesca per la popolazione locale. Si tratta quindi di una realtà ideale in cui le multinazionali possono installare gli impianti proprio mentre l’Unione Europea ha avviato procedure per ridurre ed eliminare l’impiego dei Pfas, e ad Alessandria si chiede la chiusura delle produzioni
Pubblicato il14 Novembre 2025

Grazie a Solvay, l’Università di Alessandria si candida al premio Nobel per la chimica.

L’Università di Alessandria si candida per il premio Nobel per la chimica. E lo sarebbe grazie a 5 milioni di euro erogati da Syensqo Solvay di Spinetta Marengo al Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale, Centro di Ricerca e Sviluppo per il Risanamento e la Protezione Ambientale.
 
La grande scoperta da Nobel consisterà (leggiamo da Radiogold): “nella creazione di materiali che, come delle ‘mini-spugne’, saranno in grado di assorbire gli inquinanti, utilizzando anche prodotti naturali come l’involucro dei chicchi di riso o i gusci di nocciola”. “L’obiettivo sarà la rimozione dei metalli pesanti dai suoli contaminati, il recupero della fertilità del suolo, la rimozione dei contaminanti emergenti come Pfas, coloranti dalle acque di falda e dai reflui industriali e civili”.
 
Si è mostrato un poco perplesso il Magnifico Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Menico Rizzi, che, con una punta di ironia, ha auspicato che questo centro di ricerca produca risultati superiori all’investimento iniziale”. In effetti 5 milioni paiono assai miserini a produrre una scoperta epocale – l’eliminazione dei Pfas “forever chemicals” –  alla quale tutti gli scienziati del mondo non sono stati capaci.  Ma Solvay ha assicurato che rinforzerà con proprio personale la task force del professor Leonardo Marchese che nientepopodimeno “impiegherà trenta tra ricercatori e personale tecnico del Disit e di Syensqo, cinque tecnologi, un project manager e dieci giovani ricercatori (dottorandi o post dottorato), oltre a dieci studenti tesisti”. Altro che l’IBM Research, lo Scripps Research Institute, il Max Planck Gesellschaft, messi assieme. Che smacco per questi istituti di ricerca internazionali! Con un po’ di involucri dei chicchi di riso e gusci di nocciola e quattro lire di investimento!
Sulla quotazione da premio Nobel (ex equo con Solvay?) non hanno dubbi Francesco Luccisano, Country Director di Syensqo Italia, e Federico Frosini direttore dello stabilimento esentatosi da prossimo imputato al prossimo processo: “Questo centro di ricerca accelererà il risanamento già iniziato. La bonifica sta già avvenendo”. A prescindere dalle indagini Arpa e dai monitoraggi sangue. E da Legambiente che definisce “Colonialista l’atteggiamento di Syensqo verso i cittadini e le associazioni”.
 
Presa invece per buona la notizia, il sindaco di Alessandria “Un passo avanti per Alessandria: qui si incontrano impresa, università ed enti pubblici per trasformare la conoscenza in soluzioni concrete e fare passi avanti per uno sviluppo sostenibile” tira un sospiro di sollievo: ho fatto bene a non emettere ordinanza di fermata delle produzioni inquinanti e piuttosto a sottoscrivere il patteggiamento con Solvay. Altro che la class action inibitoria di comitati e associazioni.
Pubblicato il13 Novembre 2025

Il sindaco di Alessandria sarà “promosso” dopo le querele per diffamazione contro i sindacati?

Con queste querele Giorgio Abonante, già nel ciclone del patteggiamento con Solvay e dello scandalo dei cimiteri chiusi per degrado, si è definitivamente pregiudicato il posto di sindaco di Alessandria alle imminenti elezioni comunali. L’opposizione ha chiesto le dimissioni immediate. Ma è nella sua maggioranza che è rimasto isolato, pollice verso a iniziare dal suo partito.
 
Il Pd alessandrino lo aveva subito invitato a ritirare le querele ai sindacati e alla vicepresidente della Regione Piemonte Elena Chiorino. Finchè, dopo un drammatico summit a Torino con la capogruppo a Palazzo Lascaris Gianna Pentenero, il consigliere regionale alessandrino Domenico Ravetti e il numero uno del partito di Alessandria Giorgio Laguzzi, il segretario regionale Mimmo Rossi l’ha infine costretto al passo indietro (amoveatur ut promoveatur?).
 
I sindacati lo avevano sfidato in aperta provocazione a proseguire la sua azione giudiziaria, da loro tacciata come “deriva intimidatoria e autoritaria, ma che non fermerà la nostra voce”: “Un amministratore pubblico non può usare lo strumento della querela per mettere a tacere chi solleva criticità legittime e fondate, piuttosto che affrontare un confronto civile e costruttivo davanti all’opinione pubblica”.
 
Perciò, ora i sindacati non si accontentano della marcia indietro: oltre al ritiro delle querele chiedono anche l’umiliazione delle pubbliche scuse. Non sarà facile perché Abonante aveva difeso la sua presa di posizione, precisando che “la querela è uno strumento di tutela dell’ente e della verità dei fatti”, appunto esercitata a mezzo di avvocati pagati dalla collettività: articolo 595 comma 3 del Codice Penale, reato relativo a «chiunque offende l’altrui reputazione in atto pubblico».
 
All’origine dello scontro, c’è una riunione in Regione cui avevano partecipato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e Chiorino sulla situazione legata ad Amag Mobilità e a 36 esuberi previsti dall’azienda dopo la gara per le aree di sosta vinta da Bus Company. Gara, peraltro, che come stabilito dal Tar, dovrà essere rifatta. Nel verbale della riunione, poi diventato lettera al sindaco, si paventava apertamente il rischio di un «disastro sociale» e si chiedeva al primo cittadino «senso di responsabilità, visione e soprattutto rispetto per queste persone, madri e padri di famiglia, che stanno affrontando una prova umanamente ed economicamente insostenibile». E poi la contestazione che ha fatto sobbalzare il destinatario: «Non possiamo permettere che si consumi un disastro sociale nel silenzio o nell’indifferenza». Al che, appunto, Abonante ha replicato: – «Non è mica l’Ilva, alla fine gli esuberi saranno quattro o cinque».
Pubblicato il12 Novembre 2025

Su Gogna Blog: La truffa del “biomonitoraggio di massa”.

Non ci siamo mai stancati di denunciare la storica complicità della Regione Piemonte con Solvay per rinviare all’infinito, ben oltre il fatidico 2026, il monitoraggio di massa delle popolazioni a rischio: “pistola fumante” del crimine in corso. Al punto che fummo costretti a provvedere ad analisi private tramite l’Università di Liegi (con risultati angoscianti! e ora in aumento!).
 
La provincia di Alessandria conta 405.288 abitanti. Fra i quali, la Regione Piemonte, tramite Asl, finalmente nel 2024 ha sottoposto a biomonitoraggio PFAS il sangue di… 29 cittadini. Pari allo 0,0071% della popolazione a rischio. Si “ascende” allo 0,31% se si considera solo il comune di Alessandria (90.952 abitanti), ma sarebbe fuorviante perché i Pfas del sobborgo Spinetta Marengo sono stati rilevati anche negli altri comuni della provincia: in atmosfera, acque sotterranee, acquedotto, fino al fiume Bormida e dunque al Po.
 
Pubblicato il10 Novembre 2025

Storia sociale dell’industria, tra violenza ambientale ed ecologia operaia. Uno studio specifico sull’impianto chimico di Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria.

Un saggio sull’importantissima rivista internazionale “Journal of Political Ecology” di Vittorio Martone (Università di Torino) e Angelo Castellani (Università di Bologna).

Clicca qui.

Pubblicato il13 Novembre 2025

Storia di una fabbrica, di una città e delle sue ferite ambientali.

Clicca qui ISDE News:
 
“Dopo oltre un secolo di attività, il polo chimico di Spinetta Marengo, ad Alessandria, simbolo dell’industria italiana e oggi della crisi ambientale legata alla Solvay, torna al centro del dibattito pubblico.
 
A raccontarne l’evoluzione è uno storico e testimone diretto, Lino Balza, che ha trascorso 35 anni all’interno dello stabilimento, firmando articoli e libri su una vicenda che intreccia pane, lacrime e sangue di un intero territorio.
Ripercorrere questa storia significa comprendere le radici dell’attuale emergenza ambientale e sanitaria, ma anche le lotte della popolazione alessandrina, decisa a non pagare più il prezzo dell’inquinamento.
 
Attraverso una serie di video l’autore offre un viaggio tra memoria industriale e denuncia civile, tra le contraddizioni di un Paese che ha sacrificato salute e ambiente al progresso economico: un racconto fatto di mobilitazioni, connivenze, corruzioni e silenzi, ma anche di impegno e speranza per un futuro diverso”.
Pubblicato il8 Novembre 2025

La storia della fabbrica di Spinetta Marengo raccontata in video da Lino Balza.

Omicidio all’Algoflon, capostipite dei Pfas.


 Puntata 22, realizzata da Mattia Servettini.


Clicca sul titolo

Pubblicato il8 Novembre 2025


La situazione Pfas a Torino.


Importante Convegno: Pfas nell'acqua. Un problema locale e globale.
Clicca sul titolo. 
Pubblicato il11 Novembre 2025

Lo stratagemma di Trump all’ONU.

L’amministrazione Trump sta promuovendo una risoluzione elaborata da Israele presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) volta a eliminare la possibilità di uno Stato di Palestina. La risoluzione ha tre obiettivi. Stabilisce il controllo politico degli Stati Uniti su Gaza. Separa Gaza dal resto della Palestina: ciò che resta della Cisgiordania. E consente agli Stati Uniti, e quindi a Israele, di determinare la tempistica del presunto ritiro di Israele da Gaza, il che significherebbe: mai. Vedi la mappa sul Sito.

Pubblicato il14 Novembre 2025

Congresso internazionale di ISDE.

Dal 23 al 25 novembre 2025, Sansepolcro (AR) ospiterà il Congresso Internazionale dell’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE (International Society of Doctors for the Environment), dal titolo “A healthy planet for a healthy life”.

L’evento celebra i 35 anni di attività dell’ISDE per la salute e l’ambiente (1990–2025) e si terrà presso l’Auditorium della Sede Direzionale Aboca, in modalità ibrida (presenza e diretta streaming su YouTube ISDE Italia).

Patrocinato dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO) e dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Arezzo, il congresso riunirà oltre 80 esperti italiani e internazionali – medici, ricercatori, docenti universitari, rappresentanti di enti sanitari e organismi ONU – per affrontare i principali temi della salute planetaria.

Pubblicato il14 Novembre 2025

Accessibilità requisito essenziale per gli edifici.

«L’accessibilità non può essere considerata un aspetto secondario o aggiuntivo, ma deve rappresentare un requisito essenziale e trasversale di ogni intervento edilizio, sia di nuova costruzione che di ristrutturazione o riqualificazione»:  clicca qui L’accessibilità dev’essere un requisito essenziale e trasversale di ogni intervento edilizio.

Pubblicato il13 Novembre 2025

Il petrolio venezuelano, il cambio di regime guidato dagli Stati Uniti e la politica gangster americana.

Il fragile pretesto morale oggi è la lotta alla droga, ma il vero obiettivo è rovesciare un governo sovrano, e il danno collaterale è la sofferenza del popolo venezuelano. Se questo vi suona familiare, è perché lo è. 

Clicca qui su Other News  *Jeffrey D. Sachs, professore e direttore del Centro per lo sviluppo sostenibile presso la Columbia University.

*Sybil Fares, consulente senior per il Medio Oriente e l’Africa per la rete di soluzioni per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Pubblicato il11 Novembre 2025

Bellicismo conflittuale della Nato?

Dalla fine della Guerra Fredda, all’inizio degli anni Novanta, abbiamo visto più che raddoppiare il numero di membri della NATO. (Vedi la mappa sul Sito).  È un dato bizzarro, se si considera che la NATO fu istituita come baluardo contro la diffusione del comunismo dall’URSS all’Europa occidentale. L’URSS crollò e cessò di esistere nel dicembre 1991, quando la Germania Ovest fu riunificata con la Germania Est. Dopo 45 anni di coesistenza pacifica, il “Patto di Varsavia” (la Nato sovietica) fu sciolto. Se analogamente fosse stata sciolta anche la Nato: oggi saremmo nell’attuale tragica situazione bellica, a rischio anche atomico, e all’impressionante riarmo europeo? La Nato, piuttosto che sciogliersi, si è espansa contro la Russia sulla spinta del complesso militare-industriale?

Anzi, la spinta della lobby ha proiettato  l’aggressione della Nato  sulla Jugoslavia e fuori dall’Europa: Afghanistan, Iraq, Libia?

Clicca qui Kristian Laubjerg.

Pubblicato il11 Novembre 2025

Manifesto contro il nucleare “sostenibile”.

Il Manifesto con cui “Energia per l’Italia” esprime una valutazione negativa del disegno di legge che conferisce al Governo una delega per disciplinare l’introduzione del nucleare cosiddetto “sostenibile”.
 
Pubblicato il10 Novembre 2025

COP30: Cosa aspettarsi dal vertice mondiale sui cambiamenti climatici.

A partire dal 10 novembre, rappresentanti di oltre 100 Paesi si riuniranno a Belém, in Brasile, la città amazzonica che ospiterà il vertice sul clima COP30. Questa edizione della conferenza è stata descritta dalle Nazioni Unite come una tappa fondamentale per i Paesi nell’aggiornamento dei loro piani d’azione per il clima e nell’attuazione di misure contro il riscaldamento globale.

Ma le aspettative per la COP30 sono elevate quanto le sfide che la circondano. Clicca qui Amanda Magnani.

Pubblicato il10 Novembre 2025

La “Carta” del Movimento Nonviolento.

Il Movimento Nonviolento lavora per l’esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell’apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d’azione del movimento nonviolento sono:
1. l’opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l’oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un’altra delle forme di violenza dell’uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell’uccisione e della lesione fisica, dell’odio e della menzogna, dell’impedimento del dialogo e della libertà di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l’esempio, l’educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la non-collaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

Pubblicato il10 Novembre 2025

L’alternativa all’inceneritore in Liguria.

Per un’alternativa all’INCENERITORE in Liguria.
Per un impegno collettivo e buone pratiche di sostenibilità ambientale.
Pubblicato il10 Novembre 2025

Il più grande processo per maltrattamenti ai disabili. Delusione.

Il più grande processo per maltrattamenti ai disabili in Italia»: così era stato definito da un documentario messo in onda a suo tempo dalla RAI, il processo per maltrattamenti avvenuti nel 2016 nella struttura di Montalto di Fauglia (Pisa), destinata a ospitare persone con disturbo dello spettro autistico, e gestita dalla Fondazione Stella Maris, vicenda seguita anche da Superando. Ora è arrivata la sentenza di primo grado ed è palpabile la delusione delle famiglie delle vittime.
Pubblicato il10 Novembre 2025

SCIENZA MEDICINA ISTITUZIONI POLITICA SOCIETA’ S.M.I.P.S.


in...@smips.org     https://www.facebook.com/groups/

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Pubblicato il10 Novembre 2025

Messaggio di pace e salute a 42.102 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA - Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

Nel rispetto del Regolamento (UE) 2016 / 679 del 27.04.2016 e della normativa di legge. Eventualmente rispondi: cancellami.



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