[ANDU] "Napolitano non firmi"

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Patrick Coppock

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Jan 5, 2011, 5:48:54 AM1/5/11
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1. "Napolitano non firmi"
2. Legge da 'disattivare' e abrogare
3. L''ostruzionismo' del giorno dopo e di due giorni prima (di Natale)
4. Decleva con lo staff ministeriale
5. Fuori dalla CRUI
6. "L'Universita' e il mito meritocratico"
7. Me ne vado per protesta


1. "Napolitano non firmi".
Il Presidente della Repubblica, giustamente, ha ricordato che non puo'
entrare nel merito delle leggi.
Nella Legge sull'Universita' appena approvata pero' "c'e' un errore
talmente palese che meriterebbe il rinvio alle Camere dal Quirinale", si
legge sul Manifesto del 24 dicembre scorso.
"Proprio perche' si tratta di un problema formale e non di merito,
Napolitano potrebbe rinviare la legge chiedendo alle camere un intervento,
spiega Gaetano Azzariti docente di Diritto costituzionale all'universita'
La Sapienza."
Azzariti ricorda, tra l'altro, che il Presidente ha anche il compito di
segnalare "evidenti vizi di incostituzionalita'". Ed e', a nostro avviso,
evidente l'incostituzionalita' dei poteri previsti per l'ANVUR e per i
Consigli di Amministrazione degli Atenei che ledono gravemente l'autonomia
dell'Universita', dell'insegnamento e della ricerca, garantiti dalla
Costituzione.

L'averericordato, da parte del Presidente
della Repubblica, i limiti del
proprio intervento sulle leggi, riteniamo costituisca anche una indiretta
risposta alle gravissime effermazioni dell'on. Fabio Granata (FLI), quando
il 25 novembre, sul tetto di Architettura di Roma, ha affermato: "E'
ufficiale (sic!) ed e' risaputo che c'e' stata una forte pressione da parte
del Capo dello Stato perche' la riforma passi avanti e questo ha in un
certo senso condizionato fortemente alcuni atteggiamenti ANCHE del nostro
gruppo". E poi, subito dopo, l'on. Benedetto Della Vedova (FLI) ha aggiunto
"c'erano pressioni convergenti a che comunque si proseguisse l'esame di
questa riforma".
Invece di smentire queste inaudite affermazioni, l'indomani l'on.
Gianfranco Fini, capo di FLI, ha chiarito definitivamente la posizione di
FLI: "la riforma Gelmini e' quanto di meglio abbia fatto questo Governo".
Va registrato che sulle gravissime affermazioni di Granata e di Della
Vedova, TUTTA la stampa ha taciuto, eccetto due brevi 'incisi' sul
Manifesto e su Repubblica.
Per leggere le dichiarazioni di Azzariti e ascoltare/vedere le
dichiarazioni di Granata e Della Vedova cliccare:
http://www.andu-universita.it/2010/11/05/ddl-mortale/

2. Legge da 'disattivare' e abrogare.
Gia' prima della 'scontata' approvazione
del DDL, era emersa una diffusa
convinzione che questo provvedimento, letale per l'Universita' statale e
quindi per il Paese, dovesse essere 'disattivato' e comunque abrogato.
Questa convinzione si e' ancora piu'
rafforzata ed estesa dopo le grandi
manifestazioni di protesta che hanno accompagnato l'approvazione del DDL.
In questa direzione va anche l'Assemblea di Palermo del 23 dicembre,
convocata dal Coordinamento di Ateneo di tutte le componenti:
"Sul piano degli obiettivi, e' necessario
muoversi adesso su tre livelli:
1. ostacolare in ogni modo l'entrata in vigore delle norme da piu' parti
ritenute inaccettabili per il sistema universitario pubblico; 2. chiedere
l'abrogazione della legge; 3. creare le condizioni per la definizione di
una vera, condivisa e partecipata riforma". E tra "le azioni indispensabili
da mettere in campo" c'e' "l'avvio delle procedure per la promozione di un
referendum abrogativo." E inoltre: "si chiede con forza al Senato e al
Consiglio di Amministrazione che la nomina dei 12 componenti della
Commissione prevista dalla legge (cui si aggiungono due studenti ed il
Rettore) avvenga a valle di una procedura elettorale identica a quella
seguita per l'elezione dei rappresentanti dei docenti in CdA".
Per leggere il documento dell'Assemblea di Palermo cliccare:
http://www.andu-universita.it/2010/03/18/a-palermo/

3. L''ostruzionismo' del giorno dopo e di due giorni prima (di Natale).
Gli esponenti del PD e dell'IDV, nelle loro dichiarazioni nelle quali
avrebbero dovuto illustrare i motivi del voto contrario al DDL, sono
riusciti a non nominare nemmeno i principali e negativi contenuti del
provvedimento: poteri assoluti al Consiglio di Amministrazione e presenza
in esso degli esterni (Atenei-ASL), messa ad esaurimento del ruolo dei
ricercatori che comporta la crescita ulteriore del precariato e
l'espulsione degli attuali precari, accentuazione del localismo nel
reclutamento e nelle carriere, conferma del ruolo NON unico dei docenti,
Commissariamento del Sistema nazionale degli Atenei con l'ANVUR.
In particolare la senatrice Anna
Finocchiaro, del PD, ha speso buona parte
del suo intervento per elogiare il '68, dimenticando di spiegare perche'
lei, nell'ambito della Capigruppo, avesse chiesto di annullare le votazioni
gestite con inaudita 'ferocia' dalla Vice-presidente Rosi Mauro, della Lega.
A questo proposito, Roberto Ciccarelli sul Manifesto del 24 dicembre si
chiede: "Cosa sara' mai successo durante le due ore di interruzione dei
lavori del Senato tre giorni fa? Il Pd avrebbe potuto serenamente guardare
i filmati su You-Tube, verificare l'approvazione di 4 emendamenti e
chiedere il rinvio del Ddl alla Camera o, in punta di regolamento, spostare
la discussione al 24 dicembre. Sarebbe stato piu' utile rovinarsi la
vigilia piuttosto che rifare in diretta la storia del 68".
Sul vero ruolo del PD nell'approvazione del DDL, Alberto Burgio su
Liberazione del 24 dicembre sostiene: "anche le forze del centrosinistra
hanno gravi responsabilita', per la mancata opposizione di questi mesi e
per le scelte compiute a partire dagli anni Novanta. La privatizzazione
dell'Universita', la legge sull'autonomia che ha trasformato le universita'
in aziende, l'idea delle Fondazioni universitarie, l'apertura dei consigli
di amministrazione alle impresre, lo strapotere dei rettori, la messa ad
esaurimento del ruolo dei ricercatori, tutto questo e' farina del sacco dei
partiti che hanno dato vita al Pd. Non basta votare contro una legge per
cancellare le proprie scelte sbagliate. Non basta l'ostruzionismo del
giorno dopo per proclamarsi immuni da colpe. Purtroppo non c'e' solo la
firma della destra in calce a questa pagina vergognosa."
Sempre sul vero ruolo del PD, Fulvio
Vassallo, nel suo documento "Passa la
riforma Gelmini, Maroni criminalizza gli studenti, a gennaio si riparte",
scrive: "Come gia' avvenuto in passato, il PD ha giocato ancora una volta
un ruolo di opposizione a geometria variabile, consentendo nei fatti
l'avanzamento dell'esame del provvedimento, dopo avere condiviso intere
parti del DDL Gelmini, soprattutto per quanto concerne la governance e la
cd valutazione."
Per leggere gli interventi citati e per vedere/ascoltare le dichiarazione
di voto cliccare:
http://www.andu-universita.it/2010/11/05/ddl-mortale/

4. Decleva con lo staff ministeriale.
Dal Messaggero del 24 dicembre: "Dalla Conferenza dei rettori il
presidente definisce il provvedimento «un punto di partenza. Ora - ha detto
Enrico Decleva - bisogna fare in fretta i decreti, in collaborazione con
l`universita'». Collaborazione che deve essere gia' partita: Decleva negli
scorsi giorni era in Senato con lo staff del ministro."
In realta' la "collaborazione" per l'eleborazione del DDL e il suo
'militante' e "leale" sostegno da parte di Decleva e della ex CRUI e'
"partita" da anni.
In contemporanea alla soddisfazione del
rettore Decleva per l'approvazione
del DDL che fa diventare i rettori dei dittatori affiancati da
rappresentanti delle oligarchie economico-politiche, Gianfelice Rocca,
vice-presidente di Confindustria, ha espresso la sua 'parallela'
soddisfazione.
Per leggere l'articolo sul Messaggero e l'intervista a Rocca cliccare:
http://www.andu-universita.it/2010/11/05/ddl-mortale/

5. Fuori dalla CRUI.
"L'Universita' di Torino ha deciso di non versare per il 2011 la quota
d'iscrizione alla Crui". Il rettore Ezio Pelizzetti ha dichiarato: "io da
tempo non mi sento rappresentato, sono in disaccordo con le posizioni della
Crui e del suo presidente Decleva".
Per leggere l'articolo cliccare:
http://www.andu-universita.it/2010/04/03/a-torino/

6. "L'Universita' e il mito meritocratico".
Invitiamo a leggere l'intervento di Guglielmo Forges Davanzati,
dell'Universita' del Salento. Nell'intervento si spiega perche' "il DDL
Gelmini, come e' noto, e' apertamente sostenuto da Confindustria, ed e' di
fatto pensato dal Ministero dell’Economia."
Per leggere l'intervento cliccare:
http://www.andu-universita.it/2010/05/17/a-lecce/

7. Me ne vado per protesta.
Rita Calabrese dell'Universita' di
Palermo: in “pensionamento anticipato”
come ”atto di protesta contro lo smantellamento di ogni istanza di
cambiamento”.
Per leggere la lettera di Calabrese cliccare:
http://www.andu-universita.it/2010/03/18/a-palermo/

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