On. Walter Tocci (PD): STOP ALLA GELMINI

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Patrick Coppock

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Nov 28, 2010, 4:33:58 AM11/28/10
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STOP ALLA GELMINI

La legge Gelmini non è stata ancora approvata. Per merito della positiva congiunzione tra la mobilitazione dell'università e l'opposizione parlamentare. All'orario previsto per il termine dei lavori, alle tredici di oggi, erano stati approvati 17 dei 25 articoli. A quel punto la maggioranza è stata costretta ad aggiornare la discussione a martedì prossimo. Abbiamo giorni preziosi per estendere la mobilitazione, per diffondere la consapevolezza dei guasti che produrrebbe la legge, per ampliare i consensi e le alleanze verso le nostre iniziative.
Decisivo è stato il vigoroso intervento di Pierluigi   Bersani(consiglio di vedere il video sul sito www.camera.it) che ha rivendicato la solidarietà portata ai ricercatori sui tetti. Alla Gelmini che aveva avuto l'impudenza di chiamarlo un "ripetente" il segretario ha lanciato una sfida politica e anche personale: "Io pubblicherò sul sito i voti dei miei esami universitari - ha detto rivolgendosi al ministro - Lei faccia altrettanto e con l'occasione ci spieghi anche il giro turistico a Reggio Calabria per l'esame di Stato per l'abilitazione alla professione di avvocato. Ha poi chiesto il ritiro del provvedimento per tornare in commissione a discutere i punti davvero prioritari della riforma dell'università e trovare le risorse necessarie. Il Pd è pronto a prendersi le proprie responsabilità se si abbandona la propaganda e si fanno cose concrete a favore del sapere e dei giovani.
L'intervento del segretario ha suscitato reazioni nervose e scomposte dal centrodestra e in un clima surriscaldato siamo arrivati fino all'orario previsto per la fine della discussione. La seduta si è interrotta con l'approvazione proprio dell'articolo 18 che forse è l'unico punto positivo della legge: l'utilizzazione del metodo peer review per la valutazione di progetti, non a caso introdotto al Senato per iniziativa del Pd su proposta del nostro senatore Ignazio Marino. Pur confermando il nostro giudizio positivo nel merito, abbiamo votato contro per sottolineare la richiesta politica generale, avanzata un attimo prima dal segretario, relativa al ritiro della legge e al riesame in commissione.
Tutto il gruppo Pdha partecipato con grande impegno alla battaglia parlamentare. C'è stata un'azione corale, coordinata dai nostri deputati della commissione Istruzione (Ghizzoni, Nicolais, Mazzarella, BacheletŠ) e arricchita da interventi molto qualificati di tanti altri colleghi che hanno portato argomenti di grande efficacia, sia nella critica sia nella proposta, ad esempio il bel discorso di Guido Melis. Consiglio di leggere il resoconto degli interventi sul sito della Camera.
Nel mio intervento ho chiesto alla Gelmini di ritirare il decreto che trasforma il Cepu in una pubblica università con lo stesso rango della Bocconi o della Cattolica. C'è stato ampio sconcerto nell'aula e un certo imbarazzo perfino nei banchi della maggioranza. Il deputato Barbareschi ha paventato addirittura il rischio che simili provvedimenti del governo favoriscano il "rimbecillimento". Non avrei osato esprimermi in modo tanto crudo. Il tempestivo intervento di Piero Fassino ha convinto la maggioranza a non respingere il mio emendamento, che è stato rinviato alla prossima seduta.
Sul piano politico va sottolineato l'atteggiamento ondivago dei finiani. Prima hanno chiesto garanzie nei finanziamenti e poi si sono accontentati di un emendamento che non solo non risolve il problema ma introduce un nuovo vulnus nelle regole parlamentari. Infatti, i concorsi per associato non possono essere finanziati, perché la legge di stabilità è ancora un disegno di legge all'esame del Senato. Questo conferma che non si doveva neppure cominciare la discussione del ddl prima della conclusione della sessione di bilancio. Sul recupero degli scatti per i ricercatori invece il governo ricorre a fondi già stanziati per altre finalità, senza risorse aggiuntive. Cercano di fare finta di risolvere un problema operando un altro taglio alle risorse attualmente disponibili. I soldi sono pochi e sempre gli stessi. Di volta in volta li spostano su problemi diversi per dare l'idea che tutto va bene, grosso modo come gli aerei di Mussolini che venivano spostati da una parata all'altra.
La battaglia non è perduta, ci sono ancora molte carte da giocare. Voglio ringraziare gli studenti, i ricercatori e i professori che si sono mobilitati contro la legge e a sostegno di una vera riforma dell'università. E' un grande piacere fare una battaglia parlamentare sapendo che nelle piazze ci sono tante persone mobilitate per la cultura italiana. Dedico a tutti quelli che sono scesi in piazza le parole che ho usato in aula per elogiare la lotta dei ricercatori sui tetti.
 
Signor Ministro, lei non ha ascoltato, o forse non ha proprio compreso i ricercatori. Un anno fa li ha dipinti come figure residuali, quasi una zavorra dell'università italiana; poi, quando hanno cominciato a protestare, ha cercato di blandirli con qualche briciola, facendo intravedere qualche concessione corporativa, promettendo soldi che non aveva. Pensava che i ricercatori seguissero la sua stessa logica? I ricercatori invece non chiedevano solo soldi: ponevano una domanda di qualità del sistema universitario.
Signor ministro, i ricercatori hanno davanti gli studenti tutti i giorni, e prima di tutto sanno che devono conquistare la loro stima. Per questo hanno scelto forme di mobilitazione anche molto civili, voglio dirlo in Aula: hanno portato gli studenti in piazza a fare lezione. Volevano dire: "noi teniamo alla cultura sopra ogni altra cosa"; volevano dire: "noi continueremo a studiare, a fare ricerca anche se ci rendete la vita difficile".
Hanno tenuto le lezioni in piazza per dire a tutti noi che bisogna mettere il sapere al centro della politica nazionale. Sono saliti sui tetti per rappresentare l'idea di innalzare l'università, il suo prestigio e la sua credibilità.
Era una domanda di qualità: voi avete risposto con i tagli e le burocrazie. Ma la vera riforma, se un giorno si farà una vera riforma, dovrà attingere a queste risorse, dovrà coinvolgere gli aspetti migliori dell'università, che sono tanti, dovrà utilizzare queste passioni civili. Ci sono e voi non le avete viste perché non le avete volute ascoltare.
 
Walter Tocci
 
25-11-2010

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