"L'Opus Dei non è stata citata a comparire dinanzi ai giudici", ha dichiarato Béatrice de La Coste, dell'Ufficio Informazioni dell'Opus Dei in Francia, a proposito di informazioni confuse concernenti la comparsa a giudizio di due dirigenti della Scuola Alberghiera Dosnon.
Siamo di fronte ad un processo giudiziario per questioni relative al diritto del lavoro, che in Francia, come è noto, hanno rilevanza penale, anche quando si tratta di infrazioni minori. I coinvolti sono Catherine Tissier e due dirigenti della "Ecole Hôtelière Dosnon" (www.ecole-dosnon.com). Dosnon è un'istituzione non statale paritaria che dipende dall'Académie d'Amiens. La scuola è stata creata ed è gestita dalla "Association de Culture Universitaire et Technique" (ACUT) e rilascia diplomi riconosciuti dallo Stato.
Anche se non condivido la versione dei fatti o le valutazioni di C. Tissier, voglio manifestare innanzitutto il mio rispetto per lei e per la sofferenza da lei espressa pubblicamente. Di fronte al dolore di una persona, non ci può essere altro sentimento che il rispetto e la voglia di aiutare. Detto questo, è necessario chiarire che le accuse a cui ha fatto riferimento al di fuori della questione giudiziaria, hanno generato un evidente sofferenza nelle insegnanti e nelle studentesse della scuola, per le falsità messe in giro, che hanno ferito molte persone e danneggiato la reputazione dell'istituto. Chiedo soprattutto all’avvocato di Caterine che, in futuro, si astenga dall'attaccare e dall’utilizzare il dolore di alcune persone per creare dolore in altre. In questo senso, esprimo la mia vicinanza e solidarietà alle due dirigenti della scuola che, dal 2002 fino ad oggi, hanno dovuto fronteggiare una lunga serie di accuse, false e già respinte dai giudici.
Dosnon e i suoi dirigenti, che dipendono dall’Associazione ACUT, hanno riconosciuto ripetutamente la loro responsabilità in tutti gli aspetti educativi, di amministrazione del personale e di gestione dell'istituzione. I fedeli dell’Opus Dei che vi lavorano si assumono la loro responsabilità personale, come gli altri lavoratori che non appartengono all’Opera; gli uni e gli altri cercano di fare al meglio il loro lavoro, cosa non sempre facile a farsi, e di diffondere l'amore per le attività che sono al servizio della persona, ben oltre la loro dimensione tecnica.
In particolare, l'avvocato dell'accusa si sta servendo di questo processo per lanciare accuse gratuite a un'istituzione cattolica, con elementi ripetutamente respinti dalla giustizia. Sappiamo, per esempio, che ha invitato agli incontri pubblici del 22 e 23 settembre, gli autori di due libri contro l'Opus Dei per cercare di indirizzare i mezzi di comunicazione verso questioni extra-giudiziarie: sopratutto sull’impegno spirituale precedentemente assunto da C. Tissier, del quale si dà ora una lettura distorta e ad effetto. L'insistenza dell’accusa nell’equiparare una istituzione della Chiesa Cattolica a dei gruppi settari è difficile da capire. Ma, purtroppo, questo atteggiamento conferisce una maggiore visibilità alle sua azione, a scapito del buon nome di molti, e del suo stesso nome al momento in cui utilizza questi mezzi erronei.
Rimango a disposizione dei media che desiderano avere tutte le informazioni sull’Opus Dei. Vi invito ad affrontare con i responsabili della Scuola le questioni relative al processo giudiziario. Da un punto di vista di trasparenza informativa sarebbe molto apprezzato poter avere - con la collaborazione di tutti - un quadro della situazione il più vicino possibile alla realtà.
(22/09/11, http://www.opusdei.it )