Cari Commilitoni del bel tempo andato,
quello che stiamo vivendo è davvero un triste momento. Sono preoccupato per gli accadimenti di questi giorni e il mio pensiero va, in cerca di conforto, agli anni della giovinezza comune.
Ricordate quando affrontavamo con impegno le esercitazioni in cui si parlava di partiti arancione e blu, (per falso pudore?) guardando comunque con fiducia al tempo che doveva venire ?
Parlo di più di 50 anni fa e da allora è passata tanta acqua sotto i ponti, per giunta intorbidendosi .
L'Europa in generale, e l'Italia in particolare, hanno rinnegato la cultura militare, ritenendo le forze armate un inutile orpello e un fastidioso peso e non sono bastati gli avvenimenti degli ultimi decenni per capire quanto sia vitale quella componente.
Di contro, si è provveduto ad addestrare un esercito di tronisti, sanremisti e veline, fornendo loro il relativo conseguente bagaglio di ideali.
Giunti al momento cruciale, il famoso ombrello atlantico non si è aperto : il satrapo di turno ha avviato un' azione violenta le cui conseguenze sono inimmaginabilmente dolorose.
Ci si affida a preghiere, veglie, appelli di attori e “personaggi dello spettacolo” , opere di mediazione a cura di associazioni varie e ad altre cose del genere, tutte rispettabilissime ma non risolutive, passando entusiasticamente ai dibattiti dei vari talk-show.
Qualche timida voce, quasi indistinguibile nell'insopportabile rumore di fondo, ha espresso rammarico per il depauperamento della risorsa militare nazionale e rilevato anche come la presente situazione sia il frutto avvelenato dell'aver creduto troppo nell'apertura dei confini, nella globalizzazione, nell'esportazione di capacità industriali, nel credere che tutti gli uomini anelino a perdere la propria identità etnica, religiosa, culturale, politica e a confondersi nella grande marmellata universale.
Concludo questo mio sfogo che rivolgo a voi amici e Commilitoni , salutandovi tutti con grande affetto e ricordando la locuzione latina “si vis pacem para bellum” . Teniamo acceso il fuoco della speranza !
Berardino Spensieri, ex 81° AUC. Roma, 4 marzo 1943
Caro Berardo, hai veramente ragione.
La situazione in Ucraina è da brividi; rimane solo la speranza che si arrivi ad un cessate il fuoco definivo in breve tempo. Per il resto, basta assistere ai talk-show preconfezionati dove i tuttologi di turno pontificano e parlano della guerra anche se non distinguono una granata da un bengala, un elicottero da attacco da una mongolfiera. La situazione è tragica perché l'imprepazione di molti partecipanti è palese, ma è ancor più preoccupante la facilità con cui riescono ad influenzare le menti e le opinioni dei giovani (gli anziani come me ormai sono considerati fuori gioco).
Fausto Carletti
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