Cari amici,
è disponibile on line una proposta di metodo e una check list per la
valutazione del rischio stress lavoro correlato. Valutare gli
indicatori oggettivi, identificare la condizione di rischio,
pianificare gli interventi e valutare la percezione dello stress.
Il Coordinamento Spisal della provincia di Verona, che in questo caso
riunisce i servizi Spisal delle Aziende U.L.S.S. 20, 21 e 22 della
Regione Veneto, ha prodotto il mese scorso in relazione a questo tema
un documento dal titolo “Proposta di metodo per la valutazione del
rischio stress lavoro correlato”.
Dopo aver indicato che “lo scopo della valutazione del rischio stress
lavoro correlato è quello di guidare e sostenere datori di lavoro e
lavoratori nella riduzione del rischio attraverso l’analisi degli
indicatori oggettivi aziendali e l’eventuale rilevazione delle
condizioni di stress percepito dai lavoratori”, si propone un metodo
di valutazione con “valore di indicazione minima per le aziende, con
particolare riferimento alle piccole e medie”.
In particolare il metodo si articola in tre fasi principali.
La prima fase è relativa alla valutazione degli indicatori oggettivi
di stress al lavoro.
Questa fase prevede la compilazione di una Check List – contenuta nel
documento - che “identifica la condizione di rischio basso – medio –
alto” relativamente a:
- area indicatori aziendali (10 indicatori);
- area contesto del lavoro (6 aree di indicatori);
- area contenuto del lavoro (4 aree di indicatori).
La seconda fase è relativa all’identificazione della condizione di
rischio (basso, medio, alto) e alla pianificazione delle azioni di
miglioramento.
In particolare per ogni livello di rischio sono indicate le modalità
di azione.
Ad esempio in caso di rischio basso - secondo il punteggio di rischio
derivante dalla check list - se “l’analisi degli indicatori non
evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare
la presenza di stress correlato al lavoro, si consiglia di monitorare
l’organizzazione ogni due anni (in assenza di cambiamenti
organizzativi)”, anche se “per ogni eventuale condizione identificata
in zona di rischio medio, è comunque consigliabile adottare le azioni
di miglioramento evidenziate”.
Se l’analisi degli indicatori evidenzia invece “condizioni
organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato
al lavoro” si devono adottare le azioni di miglioramento mirate.
In particolare in caso di rischio medio si consiglia “di attuare una
politica di prevenzione per lo stress al lavoro e di coinvolgere
attivamente il medico competente ed i preposti”, con un monitoraggio
annuale degli indicatori.
In caso di rischio alto è necessario “effettuare una valutazione della
percezione dello stress dei lavoratori, coinvolgendo il medico
competente o altre figure specializzate” con un “monitoraggio delle
condizioni di stress e dell’efficacia delle azioni di miglioramento”.
La terza e ultima fase – obbligatoria solo in caso di rischio alto - è
infine relativa alla valutazione della percezione dello stress al
lavoro dei lavoratori, “attraverso compilazione di questionari di
percezione, analizzati in modo aggregato”.
In questa fase si deve scegliere:
- il questionario;
- la modalità di rilevazione che garantisca a tutti i lavoratori
l’informazione, la partecipazione e l’anonimato;
- la modalità di analisi dei risultati per aggregazioni di interesse
aziendale;
- la pianificazione delle azioni di miglioramento.
Il documento ricorda inoltre che i questionari soggettivi non hanno la
funzione di “identificare ‘il soggetto con il problema’ ma di
consentire la rilevazione anonima delle percezioni dei lavoratori che,
aggregate per area/reparto, contribuiscono ad identificare le
condizioni su cui intervenire per eliminare, ridurre e gestire la
condizione di stress al lavoro”.
I questionari maggiormente riconosciuti ed adottati, come visto in
precedenti articoli di PuntoSicuro, sono:
- “JCQ - Job Content Questionnaire (Karasek 1985);
- QUESTIONARIO ISPESL “Le persone ed il lavoro” (Fattorini 2002);
- PSS – Perceived Stress Scale (Cohen et al. 1983) ;
- OSI - Occupational Stress Inventory (Cooper et al. 1988);
- JSQ - Job Stress Questionnaire (Hurrel 1988, NIOSH) ;
- OSQ - Occupational Stress Questionnaire (Elo et al. 1992);
- JSS - Job Stress Survey (Spielberg 1994);
- OCS – Occupational Check up System (Leiter e Maslach, 2005);
- M_DQ10 - Organizational Questionnaire 10 (D’Amato, Majer 2005);
- Benessere organizzativo – Magellano PA (Avallone 2004);
- (Q-Bo) - Test di valutazione del rischio stress lavoro-correlato
nella prospettiva del benessere organizzativo (De Carlo 2008)”.
Riguardo alle misure di prevenzione il documento indica che “la
prevenzione, l’eliminazione o la riduzione dei problemi di stress
lavoro correlato può comportare l’adozione di misure che possono
essere collettive, individuali o di entrambi i tipi ed introdotte
sottoforma di specifiche misure mirate a fattori di stress
individuati”.
E gli interventi per la riduzione dei rischi, programmati con la
valutazione degli indicatori oggettivi, “si integrano quindi con le
misure derivanti dalla valutazione degli indicatori soggettivi”.
Su
www.professionesicurezza.it puoi scaricare :
ULSS 20 della Regione Veneto, “Proposta di metodo per la valutazione
del rischio stress lavoro correlato” (formato PDF, 436 kB).