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Eva. Storia di una madre vedova con figlio a carico.

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lmXever

unread,
Nov 2, 1999, 3:00:00 AM11/2/99
to
Splendidi, Splendide, Salve a tutti.
Ecco un pezzettino di un racconto che volevo pubblicare da qualche parte,
che ho fatto leggere a qualcuno e che ho lasciato un po' in giro per la
rete.
Volevo vostre impressioni.
In altri termini: vale la pena finirlo?
Con questa mia premessa vi ho messo in guardia: ATTENTI che manca la fine al
racconto, quindi intraprenderne la lettura potra' servire solo a rovinarvi
il sistema nervoso o darmi un consiglio sul continuare o meno la stesura
dello stesso.
A tutto il NG un GRAZIE anticipato.

Eva.
Storia di una madre vedova con figlio a carico.

*Madre e figlio.
Salve, mi chiamo Eva, ho un figlio di 18 anni, sono vedova da 3, ho da poco
superato gli "anta", ma le persone che frequento mi reputano ancora una
preda molto polposa!
La mia storia è un po' raccapricciante, pertanto prego fin d'ora i pochi
puritani tra voi di passare ad altro se la cosa puo' in qualche modo recar
loro offesa.
Orbene, la storia che mi accingo a narrarvi, e di cui sono la diretta
protagonista, risale a circa 3 anni fa, quando mio figlio frequentava i
primi anni del Liceo e mio marito era morto da poco.
Era una domenica mattina, ed io stavo come al solito rassettando la casa
prima di recarmi, come ogni domenica, in chiesa, quando all'accingermi ad
entrare in bagno per rassettarlo, trovo la porta stranamente chiusa, e dico
stranamente dato che io e mio figlio, essendo soli in casa, non avevamo l'
abitudine di chiuderci dentro, specialmente nella stanza da bagno.
Incuriosita, mi inginocchio al buco della serratura, ed infilando, mio
malgrado, l'occhio alla fessura, vedo mio figlio, Piero, in piedi sull'orlo
della tazza del water che se lo mena alla grande, col viso rivolto per aria,
le gambe divaricate, e la mano sinistra che carezza furiosamente le due
palle sode.
La mia prima reazione è di sdegno; mio marito, poverino, quand'era ancora in
vita mi aveva spiegato che questa è una tappa fondamentale un po' per tutti
i maschietti, ma checchè me ne avesse potuto dire, questa visione mi
raccapriccia, e lì per lì non so che fare, rimanendo come stordita,
osservando morbosamente la scena di mio figlio il quale intanto, poco più
che quindicenne, con la mano sinistra si carezza i coglioni mentre con la
destra se lo mena oscenamente, credendosi al sicuro da occhi indiscreti.
Sarò rimasta così due o tre minuti buoni, periodo in cui lo spazio ed il
tempo erano come annientati per me che osservavo quella scena a metà strada
tra lo sdegno e la libidine, quando un flebile gemito fuoriuscito dalle
labbra tumide di mio figlio mi risveglia dalla trance, facendomi accorgere
dai sintomi evidenti che stava per venire. Il tutto non dura che pochi
secondi: al sopravanzare della crisi la mano si fa più veloce sul cazzo, la
presa per i coglioni si fa più stretta, ed il tutto si risolve in 4 o 5
fiotti si sborra cristallina che si vanno a posare qualcuno sull'orlo del
water, qualche altro sulle piastrelle del muro, che mio figlio ripresosi, si
appresta a pulire alla meno peggio.
In fretta, dopo aver assistito a quello spettacolo raccapricciante, mi
rialzo, con il viso congestionato, faccio per rimettermi in ordine, ed in
silenzio mi allontano dalla porta del bagno, provando una sensazione di
appiccicaticcio nel basso ventre, come quando in certi bar andavo in bagno a
fare pipì e mi accorgevo che mancava la carta igienica, e non avendo
fazzoletti di carta ero costretta, mio malgrado, a rimettermi le mutandine
con le labbra ancora umettate di urina.
Dopo che Piero era uscito dal bagno, mimai indifferenza, fingendomi
indaffarata in qualche faccenda fino a che, finitosi di vestire e fatto
colazione, mi saluta col solito bacio sulla guancia ed esce di casa. Sentii
un irrefrenabile impulso a recarmi in bagno, in quello stesso bagno, cioè,
dove poco prima davanti ai miei occhi mio figlio "si era sparato una sega"
(queste parole mi rimbombavano nel cervello ad ogni passo); fingendo con me
stessa di voler solo rassettare, prendo l'occorrente ed entro.
Mio figlio aveva pulito davvero bene, non c'era dubbio, ma ad un occhio
attento le tracce del suo piacere non potevano certo sfuggire. Mentre facevo
per pulire, mi accorsi che la fica, da umida e leggermente aperta che era
mentre assistevo allo spettacolo raccapricciante, aveva iniziato
letteralmente a grondare sempre più copiosi umori, tanto che mi sentivo le
mutandine bagnate ed un che di bollente al collo dell'utero.
Stizzita, e nonostante tutto lascivamente eccitata per quanto mi stava
accadendo, dopo aver notata una goccia della candida rugiada deposta dal
pene di mio figlio, sfuggita nella furia alla sua vista, con le dita della
mano sinistra la prendo dalle piastrelle gelate e la porto alle narici,
gustandone l'afrore.
Inebriata e con la fica in fiamme, non più padrona di me stessa, mi seggo
sulla tazza del cesso ancora unta di sperma ed inizio a sditalarmi
furiosamente, infilandomi in bocca le dita imbrattate dello sperma acerbo di
mio figlio fin quasi al palmo.
Con l'eccitazione oramai al culmine, sentendomi sempre più depravata ed
oscenamente troia, decisa nell'andare fino in fondo nella colpa, di scendere
fino alla fine gli scalini della perversione, già pregustando il rimorso che
ne seguirà, tolgo le quattro dita della mano sinistra dalla bocca e me le
infilo in un sol colpo in fondo alla vagina, torturandomi intanto il
clitoride impazzito, fino a raggiungere il culmine del piacere...
Seguono istanti di intontimento totale, la realtà mi sfugge ed i sensi
offuscati ci mettono un bel po' per ritornare a funzionare, mentre intanto
tutta la mia vita mi passa davanti, con mio marito prima e con mio figlio
poi: il mio comportamento deplorevole merita una punizione più che adeguata,
ed io, lentamente ritornando padrona di me, sempre più mortificata per
quello che ho fatto, dopo più di un anno dalla morte del mio caro marito in
cui credevo di aver cancellato completamente il sesso dalla mia vita,
scoppio a piangere.
Per fortuna mio figlio era già uscito, non avrei davvero potuto né saputo
trovare una scusa credibile per quel mio pianto isterico.
Ripresami leggermente, ma sempre prostrata nel fisico e nello spirito,
riassetto il bagno alla buona, e dopo aver fatto altrettanto presto con le
rimanenti faccende di casa, più per distrarmi che per altro, faccio per
scendere ed andare a messa.
Lungo il cammino che porta in chiesa, la mia mente è un turbinio di
pensieri: ho peccato, due volte peccato un quanto non solo mi sono
oscenamente masturbata in bagno, rompendo così nel più turpe dei modi il
voto di castità fatto alla morte del mio povero marito, ma più perché, lo
riconosco, ho osato masturbarmi come la più consumata delle puttane quando
quello che avrei dovuto fare, dovere mio di donna e di madre, sarebbe stato
quello di aiutare in qualche modo il mio bambino.
Risoluta, conscia della mia colpa, entro in chiesa e dopo una breve
genuflessione verso l'altare, mi reco di filato verso un confessionale
libero, decisa a confessare il mio peccato a Dio ed agli uomini, chiedendo
al primo il perdono, ed ai secondi, se possibile, un consiglio.
Piangendo sussurro più che recitare le usuali preghiere, ed il buon padre,
che riconosco dalla voce dolce e rassicurante essere il curato del mio
paese, che mi conosce da quando, alta un soldo di cacio, andavo a
confessargli le mie marachelle di bambina, pazientemente mi ascolta, mentre
con voce rotta racconto con morbosi dettagli la casuale scoperta, il
turbamento che ne è seguito, infine l'infame mio comportamento ed il mancato
soccorso morale al mio bambino.
"Padre, la prego, mi perdoni, perché ho peccato, di un peccato tanto grande
che ancora io mi stupisco di esserne stata l'artefice."
"Ma buona bimba", mi dice il vegliardo, per il quale evidentemente sono
ancora una bambina, "vedi, noi uomini siamo fatti noi stessi per peccare, e
Dio lo sa: per questo, piccola mia, ci ha dato il sacramento della
confessione, affinché confessando le nostre colpe possiamo richiedere il suo
perdono e quindi di nuovo accostarci a Lui."
"E' vero, padre, ma io mi sento tanto in colpa, perché col mio comportamento
lascivo non ho assolto ai miei doveri di madre, oltre che di buona
cristiana."
"E' vero, piccolina, tuttavia il pentimento è il primo passo nella strada
che porta al Signore, e tu stessa, riconoscendo le tue colpe, ti rendi degna
del suo perdono."
"Oh, caro padre, come avevo bisogno delle vostre parole rassicuranti.
Ditemi, come devo fare per riacquistare la fiducia del Signore, ma
soprattutto, da uomo di mondo quale siete, che tanta vita si è lasciato alle
spalle, ditemi, come fare per rimediare al mio peccato più grande, ossia
quello di non aver prestato soccorso al mio povero bambino proprio quando
aveva bisogno di me, pensando piuttosto a soddisfare le mie turpi voglie?"
"Benedetta bambina, quello che devi fare è solo parlare al tuo ragazzo,
senza turbarlo eccessivamente, in quanto ciò potrebbe portare all'effetto
contrario, quanto piuttosto andando per gradi, facendogli capire pian piano,
inculcandogli con quell'amore e con quelle parole che solo una mamma può
avere, che esistono tanti svaghi, tanti modi in cui può utilizzare il suo
tempo libero."
Mentre il prete parlava, io ormai già mi sentivo libera dal mio peccato, e
pensavo al da farsi per ricongiungermi al Signore, riparando, per quel che
potevo, ai miei errori.
Ricevuta l'assoluzione e recitati i rituali Gloria, Ave, Pater, mi accostai
al sacramento dell'Eucarestia risollevata, e tornai a casa carica di buoni
propositi, con l'animo leggero ma deciso a distogliere l'animo di mio figlio
dal suo cammino verso la perversione.

*Il caso e la necessità
Giunta a casa, come ogni Domenica, preparai il pranzo ed attesi che mio
figlio rincasasse, per mangiare insieme.
A tavola, iniziammo, come eravamo soliti fare, a parlare del più e del meno,
ed il discorso, non so quanto involontariamente da parte mia, cadde sull'
argomento masturbazione.
Io dal canto mio, animata dai più buoni propositi, snocciolavo a Piero tutto
il panegirico che avevo sorbito dal buon padre, con un tale trasporto che
mio figlio ne dovette rimanere molto impressionato, se è vero che solo una
timida obiezione mosse, riguardo al punto che, sebbene non fosse il suo
caso, un maschio normale si sarebbe riempito le palle fino a scoppiare senza
una donna, se non avesse avuto la libertà di masturbarsi, che non era come
per le ragazze, che ogni mese (ogni 28 giorni, gli faccio io di rimando.)
hanno le mestruazioni.
Tutti argomenti deboli, comunque, che comunque il Signore mi diede la forza
di ribattere subito, fino al punto di dire al piccolo che, sebbene non fosse
il suo caso, se avesse avuto bisogno di aiuto, avrebbe potuto rivolgersi
tranquillamente e con fiducia alla sua mammina.
"Non preoccuparti, mamma, io certe cose non le faccio", rispose imbarazzato
il briccone di cui avevo ancora impressa nella mente l'immagine del glande
violaceo che eruttava sperma.
"Non si sa mai. Ed ora va', non voglio trattenerti oltre; spero che tu abbia
capito che io oltre che tua madre sono anche tua amica."
Mentre si allontana, con la coda dell'occhio ho l'impressione di scorgere un
rigonfiamento tra le gambe di mio figlio. Rimuovo questa sensazione e
continuo titubante a sbucciare la mela che avevo nel piatto.
Il tempo passava; un giorno, poi due, tre, poi una settimana, quindi due
settimane, mentre la nostra vita sembrava essere tornata alla normalità:
dopo quel discorso, nulla più fu detto tra noi riguardo l'argomento sesso.
Io dal canto mio, presi la risoluzione di astenermi dalla spiare mio figlio,
a maggior ragione quando si recava al bagno, decisa a concedergli la massima
fiducia, più per paura delle mie reazioni che per il fatto che forse il mio
ometto se la meritasse davvero.
Una domenica mattina, tuttavia, non resisto: il mio istinto materno mi
obbliga a verificare. Appena scorgo che mio figlio fa per recarsi al bagno,
di soqquatto gli vado dietro, inginocchiandomi ancora una volta dietro la
porta del bagno, che mi accorgo di nuovo essere chiusa a chiave.
Non immaginereste mai la mia sorpresa nel vedere mio figlio che si avvicina
al cesso, slaccia la cintura, apre il pantalone e se lo lascia cadere alle
caviglie, abbassa gli slip fino alle ginocchia, rivelando un cazzetto
semiduro che quasi istantaneamente, al primo tocco, riprende vita.
Tentando di controllarmi, pensando che comunque la predica non è servita a
nulla, osservo il ragazzo che con una dimestichezza ormai a me nota inizia a
menarselo: "La predica non è servita a nulla, o forse ha sortito solo un
effetto temporaneo", dico tra me e me osservando ancora una volta il cazzo
tumescente pronto ad esplodere, "Dovrò prendere seri provvedimenti,
sorprenderlo sul fatto, magari, e se è il caso punirlo, anche severamente se
necessario: la deve smettere."
Mentre confusamente risoluzioni contrastanti si accavallano nella mia mente,
con l'occhio ancora incollato al buco della serratura osservo mio figlio che
d'un colpo lascia il cazzo, che per effetto della potente erezione rimane
turgido, a mezz'aria, dondolante come un condannato a morte che attenda il
colpo finale del boia che ponga fine alle sue sofferenze, si rimette gli
slip che a stento riescono a contenerne il pacco gonfio, si riallaccia i
pantaloni ed aprendo la porta quasi non mi sorprende a spiare, stupita quale
ero del fatto che stranamente non aveva portato a termine la sua opera.
Trascorsi alcuni minuti, ancora incredula di quanto avevo assistito, mi reco
in bagno, alla ricerca di qualche traccia che provasse che mi ero sbagliata,
che il ragazzo avesse cioè sborrato da qualche parte senza che io me ne
accorgessi, per quanto strano potesse essere. Ebbene, nulla. Il bagno era
limpido così come io l'avevo lasciato poco prima che lui entrasse.
Dopo quella esperienza, che per la verità mi lasciò alquanto incuriosita,
iniziai a spiare mio figlio non solo tutte le volte che si recava al cesso,
ma anche nei suoi più piccoli movimenti, alla ricerca di una traccia, di un
indizio che mi inducesse anche solo ad illudermi che il mio bambino avesse
perso sperma, in realtà per dare un senso alle sue pratiche e trovare così
il vizio che lo oberava. Perché si lisciava il cazzo senza venire? Più e più
volte al giorno lo osservavo recarsi al cesso, cacciare fuori il cazzo
semiturgido ed ormai sempre sensibilissimo, remenarselo per 4 o 5 volte,
tante cioè quante bastavano in quel suo stato a condurlo ad un piccolo passo
dal piacere, per poi lasciare l'asta penzolare a mezz'aria per ricacciarsela
tra i pantaloni.
Questa morbosità aveva iniziato a prendere il sopravvento nella mia vita;
non c'era attimo in cui non mi domandassi a che scopo si ostinava ad
abbandonarsi in una pratica tanto assurda la quale, mentre non gli procurava
piacere per il semplice fatto che non la portava mai a termine, doveva anche
procurargli non pochi problemi, per quello stato di semierezione che doveva
continuare a portarsi dietro.
Un giorno, per esempio, feci apposta in modo di sfiorargli delicatamente ed
apparentemente senza rendermene conto, il pacco che aveva tra le gambe: mai
immaginereste lo sgomento che provai, mentre sforzandomi di fingere
noncuranza assistetti alla violenta erezione che gli avevo provocato.
Quel giorno stetti male: io avevo deliberatamente e di nascosto provocato un
'erezione a mio figlio. Piansi, e mi decisi a spiarlo con ancora maggior
zelo, per vedere fin dove arrivava in quella che aveva tutta l'aria di
essere il principio di una perversione.
Iniziai a spiarlo anche quando si recava al bagno per i suoi bisogni
fisiologici. Lo vedevo calarsi le brache, pisciare riuscendo a stento a
dirigere il getto nel water, quindi riallacciarsi i vestiti non senza prima
aver dato qualche botta al suo randello, giusto per farlo rizzare; lo vedevo
sedersi sulla tazza del cesso e stare così a volte anche per più di un'ora,
dopo aver espletato i suoi bisogni strettamente fisiologici, continuando a
remenarsi il pisello, tassativamente senza sborrare mai, con in mano magari
uno di quei giornaletti con le donnine spogliate di cui abbondano le
edicole, o più raramente con qualche foto manifestamente pornografica, che
evitavo di sequestrargli per non farlo insospettire.
Una volta addirittura si chiuse in bagno, e dopo aver tolto pantaloni e
slip, tira fuori un preservativo e se lo infila.
Incuriosita mi accosto più che posso al buco della serratura, speranzosa che
finalmene il piccolo si è deciso a "concludere", e che la trovata del
preservativo (dove lo avrà trovato? Noi non ne abbiamo in casa.) serve solo
per dare più solennità alla cosa, magari per misurare quanto sperma ha
prodotto nel periodo di castità.
Ebbene, niente di più sbagliato, anzi: il piccolo si esibisce in un piccolo
numero acrobatico; dopo essersi infilato il goldone, che gli calza a
pennello il cazzo duro, si poggia con i piedi sulla tazza del cesso, col
buco del culo diretto verso lo scolo ed inizia a spingere, mentre con aria
visibilmente soddisfatta e tocchi sapienti, titilla il cazzo fino all'
eccesso.
Mi sento svenire; le gambe improvvisamente mi vengono a mancare e faccio
appello a tutta la forza residua per sostenermi, costringendomi a guardare,
mio malgrado, lo stronzo scuro che mano a mano si fa largo tra le chiappe
del ragazzo, il quale sembra dosare magistralmente i colpi al cazzo, quasi a
voler evitare che una improvvisa contrazione dello sfintere anale possa
prematuramente tranciare a metà il capolavoro che va partorendo.
Tutta l'operazione non durò che una trentina di secondi, compreso il flop
dello stronzo nella tazza del cesso, ma a me sembrò un'eternità, in cui
dovetti furiosamente lottare contro me stessa ed in special modo contro la
mia vagina che aveva iniziato a produrre copiosi umori.
Sentivo la troia che era in me che riaffiorava, prepotentemente decisa a
prendere di nuovo il sopravvento, mentre intanto il piccolo, esausto per la
abnormale posizione in cui si è costretto lungamente, rimette i piedi a
terra e si sfila il goldone col cazzo ancora in erezione.
Mi accorgo allora che ancora una volta non ha sborrato, mentre un fiotto di
sborra uterina mi fuoriesce dalla vagina, allagando le grandi labbra.
Si', è la troia che vuole prendere il sopravvento, ma io non ci sto: devo
avere i sensi lucidi, capire, vagliare ogni soluzione e capire cosa sta
succedendo a mio figlio. Non ci sto a lasciarmi trasportare dalla
perversione. Risoluta, mentre il ragazzo dirige il getto della doccia sul
glande tumido, quindi alle palle e poi al culo, per una accurata pulizia
(almeno questo.), io introduco una mano tra le cosce, percependo
distintamente il contatto del clitoride con le dita, raccolgo quindi con la
mano a coppa quanto più succo vaginale possibile e quella stessa mano, che
sembra quasi bagnata tanto di quel succo di cui è imbevuta, me la passo per
dietro e la porto al culo: un colpo secco, un dolore forte, allucinante, che
dura pochi istanti ma che sembra spaccarmi in due il cervello, non urlo per
penitenza, quando ormai tre delle quattro dita di quella stessa mano che
poco prima avevo strusciato sulla fica infuocata mi penetrano nel retto,
dall'indice all'anulare.
Il mio ragazzo si sta asciugando, ha il cazzo rivolto verso la porta, ignaro
del fatto che la sua mammina è a pochi passi da lui in ginocchio, con tre
dita infilate nel culo, unte di quegli stessi umori che lui
involontariamente ha provocato.
Osservo estasiata l'indugiare dell'asciugamani lungo le pieghe del cazzo,
delle palle, mentre quello che prima era un dolore lancinante, pian piano
assume connotati più tenui, fino ad affievolirsi tramutandosi in una soffice
nuvoletta di piacere; le gambe iniziano a tremare, non riesco a tenere il
corpo fermo. Dio, no, fa che non sia. no, noooo.
Gooodoo.
Sono venuta.
Il capo reclinato all'indietro, lascivamente distesa su di un fianco con
ancora le dita piantate nel culo, sono venuta. Non so fino a che punto
involontariamente, né quando esattamente la mia volontà ha ceduto, ma so che
sono venuta, e per giunta sono venuta di culo.
Ma non c'è tempo per i rimorsi, almeno non ora: il ragazzo avrà sicuramente
finito e si starà rivestendo. Tra poco uscirà e non deve vedermi in questo
stato.
Spingo forte e lentamente faccio uscire le mie dita dal culo; mi rimetto in
ordine e mi allontano, proprio un attimo prima che Piero apra la porta; sia
lodato Iddio: non si è accorto di nulla!
[to be continued]
PS: Cari 25 lettori, che fino a questo punto avete avuto la pazienza di
seguirmi, se volete conoscere il seguito di questa storia, non dovete far
altro che votarla: se la voterete in tanti, segno che la narrativa erotica
femminile ha ancora qualche speranza si sopravvivenza, io pubblicherò
volentieri il continuo che custodisco gelosamente sul mio hard disk!
Bacini bacioni a tutti i 25!
By Naima!

Scoiattola

unread,
Nov 2, 1999, 3:00:00 AM11/2/99
to
Io non sopporto le storie di incesti, però questa è scritta bene. Il
seguito me lo leggerei!

Maurizio Moretti

unread,
Nov 3, 1999, 3:00:00 AM11/3/99
to
La voto sicuramente

----------
Nell'articolo <7vn8ig$h7b$1...@nslave2.tin.it>, "lmXever" <lmx...@tin.it> è
stato scritto:

giulia

unread,
Nov 3, 1999, 3:00:00 AM11/3/99
to
On Tue, 2 Nov 1999 18:49:40 +0100, "lmXever" <lmx...@tin.it> wrote:

Non male, a mio parere. Abbastanza strano il contrasto dei sentimenti
di questa madre, che passa da bigotta a troia in pochi millesimi di
secondo...
Cmunque è ben scritto, tranne alcune imperfezioni, si legge bene, e
immagino sarà anche eccitante per qualcuno. A me piacciono le storie
leggermente più verosimili, ma comunque mi è piaciuto.


>Era una domenica mattina, ed io stavo come al solito rassettando la casa
>prima di recarmi, come ogni domenica, in chiesa, quando all'accingermi ad
>entrare in bagno per rassettarlo,

"Rassettare" è un po' ripetuto.


>malgrado, l'occhio alla fessura, vedo mio figlio, Piero, in piedi sull'orlo
>della tazza del water che se lo mena alla grande, col viso rivolto per aria,
>le gambe divaricate, e la mano sinistra che carezza furiosamente le due
>palle sode.

[...]


>osservando morbosamente la scena di mio figlio il quale intanto, poco più
>che quindicenne, con la mano sinistra si carezza i coglioni mentre con la
>destra se lo mena oscenamente,

La funzione delle 2 mani l'hai già descritta prima, inutile ripeterlo.


>In fretta, dopo aver assistito a quello spettacolo raccapricciante, mi
>rialzo, con il viso congestionato, faccio per rimettermi in ordine, ed in
>silenzio mi allontano dalla porta del bagno, provando una sensazione di
>appiccicaticcio nel basso ventre, come quando in certi bar andavo in bagno a
>fare pipì e mi accorgevo che mancava la carta igienica, e non avendo
>fazzoletti di carta ero costretta, mio malgrado, a rimettermi le mutandine
>con le labbra ancora umettate di urina.

Questa frase è un po' lunga...

Insomma, piccole imperfezioni, appunto, che se vuoi puoi correggere.
Per il resto, il linguaggio di questa madre cambia repentinamente da
educato e formale a volgare, con uso di termini tipicamente
"maschili", ma forse è un effetto voluto!

>[to be continued]
>PS: Cari 25 lettori, che fino a questo punto avete avuto la pazienza di
>seguirmi, se volete conoscere il seguito di questa storia, non dovete far
>altro che votarla: se la voterete in tanti, segno che la narrativa erotica
>femminile ha ancora qualche speranza si sopravvivenza,

Mah, io non credo che le speranze di sopravvivenza dipendano solo dal
voto a questo racconto... credo che finchè ci sono donne che
scrivono...va tutto bene.

> io pubblicherò
>volentieri il continuo che custodisco gelosamente sul mio hard disk!
>Bacini bacioni a tutti i 25!
>By Naima!

Pubblica tranquillamente, non hai bisogno dell'approvazione dei
"maschietti", per farlo.. ;o)

giulia

>


Ciccio

unread,
Nov 3, 1999, 3:00:00 AM11/3/99
to
A me il racconto č piaciuto moltissimo e chiedo che la storia continui
VAI NAIMA!!!!!!

SIM

unread,
Nov 3, 1999, 3:00:00 AM11/3/99
to
Ance a me è piaciuto tanto
Ciccio ha scritto nel messaggio <7vpb58$ms0$1...@nslave1.tin.it>...
>A me il racconto è piaciuto moltissimo e chiedo che la storia continui
>VAI NAIMA!!!!!!
>
>

Tony

unread,
Nov 6, 1999, 3:00:00 AM11/6/99
to
bella storia continua

Firelord

unread,
Nov 8, 1999, 3:00:00 AM11/8/99
to
aspetto con ansia il seguito!!
VOTO a favore anche per 2 se necessario!!

--

1 saluto

firelord

ncecco

unread,
Nov 13, 1999, 3:00:00 AM11/13/99
to
BRAVA, mi hai veramente incuriosito....
lmXever <lmx...@tin.it> wrote in message 7vn8ig$h7b$1...@nslave2.tin.it...

driss...@gmail.com

unread,
Aug 6, 2013, 3:15:30 PM8/6/13
to


bella storia ,continua naima
--
Newsgroup robomoderato - tutti gli articoli sono approvati automaticamente.

driss...@gmail.com

unread,
Aug 6, 2013, 3:17:04 PM8/6/13
to
bella storia continua naima

Stelvio Dal Piaz

unread,
Jul 21, 2021, 6:00:03 AM7/21/21
to
lasciati andare e fai fare a tuo figlio l'esperienza di chiavare la madre. lui te ne sarà grato e te avrai soddisfatto giustamente il tuo desiderio

gianni judica

unread,
Nov 16, 2021, 2:24:02 AM11/16/21
to

Alessandra Pani

unread,
Apr 27, 2022, 5:24:03 PM4/27/22
to
Il giorno martedì 2 novembre 1999 alle 09:00:00 UTC+1 Scoiattola ha scritto:
> Io non sopporto le storie di incesti, però questa è scritta bene. Il
> seguito me lo leggerei!

Andrea Manera

unread,
May 7, 2022, 12:30:03 PM5/7/22
to

Angelo Cameli

unread,
Jun 6, 2022, 3:24:03 PM6/6/22
to

vincenzo vitobello

unread,
Jul 23, 2022, 10:18:03 AM7/23/22
to
Questo racconto è rimasto così...

Mi interessava il seguito, l'ho cercato e trovato la stessa identica prima parte su un altro sito, con i nomi cambiati, pubblicato nel 2009, 10 anni dopo il post originale.

Esiste la seconda parte?

Io ho scritto alcuni racconti (eroticiracconti), se qualcuno si voglia cimentare nella scrittura della seconda parte mi faccia sapere che lo leggerò (o contribuirò) volentieri.

lini bongini

unread,
Oct 26, 2022, 4:48:03 AM10/26/22
to
Il giorno mercoledì 27 aprile 2022 alle 23:24:03 UTC+2 Alessandra Pani ha scritto:
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