In Italia si fanno le leggi ma c'è sempre qualcuno che pensa di essere furbo
nel trovare il modo per violarle.
Il punto è che la violazione delle norme di contenimento anti covid vanno a
danno di tutti noi. Poi, ci si lamenta del perché delle zone rosse.
Il caso delle palestre.
Furbetti della palestra: come hanno aggirato le norme della zona rossa (e
non solo)
A riportare la vicenda è Il Fatto Quotidiano che ha contattato diverse
palestre che, anche nei giorni scorsi, hanno pubblicato annunci (sui social
o con un altro tipo di strategia di marketing) in cui parlavano di
riapertura e cercavano nuovi iscritti. Ma come è possibile se le norme non
permettono agli sportivi amatoriali di recarsi in questi luoghi, limitando
l’attività fisica alla corsa in solitaria (nei pressi della propria
abitazione, in zona rossa)?
Abbiamo contattato – scrive Virginia Della Sala sul Fatto – dieci diverse
palestre in ogni parte d’Italia, partendo dagli annunci messi sui canali
online: Facebook, contatti telefonici, chat. “Ciao! Mi hanno mandato il tuo
post sulla riapertura della sala attrezzi. È possibile iscriversi?”
chiediamo. “Ciao! sì, ma bisogna consegnare certificato agonistico
pesistica” è la risposta istantanea. Chiediamo come funzioni: “Bisogna fare
l’iscrizione, 29 euro l’anno che servirà insieme al certificato per avere
il nulla osta. Poi la mensilità è di 39 euro”. Lo possono fare tutti, ci
spiegano. Basta andare dal medico sportivo e pagare. La struttura sportiva,
affiliata a una federazione riconosciuta farà risultare l’iscrizione a una
gara riconosciuta di “preminente interesse nazionale” c he però poi si può
anche evitare di disputare.
https://www.nextquotidiano.it/furbetti-della-palestra-zona-rossa/
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Lo Scopritore