On 2011-10-31 22:45:40 +0000, Alessandro Riolo said:
> On Oct 31, 9:51�pm, rootkit <
root...@email.it> wrote:
>> scusa eh... ma se in italia abbiamo un sistema clientelare non
>> meritocratico � colpa dell'articolo 18? secondo te se le aziende
>> potessero licenziare pi� liberamente licenzierebbero il "figlio di tizio"
>> piuttosto che il "raccomandato da caio" facendo trionfare finalmente la
>> meritocrazia?
>
> S�, � anche colpa di un art. 18 insostenibile. S�, inizierebbe come
> dici tu, alcune ditte licenzierebbero quelli che non sono figli di
> nessuno e non sono raccomandati da nessuna. Infatti abolire l'art. 18
> da solo non servirebbe a molto. Per� se nel frattempo si
> liberalizzasse, l'azienda che si tiene gli incapaci figli ed amici di
> qualcuno, perderebbe competitivit� nei confronti di quella che assume
> i capaci senza raccomandazione, e la prima non sopravviverebbe a
> lungo.
Questa e' una favola.
La mancanza di competitivita' dell'Italia e' assolutamente sistemica, e
deriva dal fatto che la stragrande maggioranza di aziende sopravvive
grazie ad un sistema clientelare che funziona sul breve termine e
fallisce sul lungo termine, e di cui l'assunzione e il mito del posto
fisso sono solo una piccola componente.
Quello che mi sembra tu sostieni e' un sistema di lavoro all'americana,
dove puoi licenziare liberamente ma puoi anche assumere liberamente, e
quindi un lavoratore che viene licenziato non e' *totalmente* alla
canna del gas, deve solo trovarsi un altro posto. Anche negli stati
uniti c'e' un sistema simile a quello italiano in alcuni ambiti, ad
esempio quello scolastico, e ovviamente calato nella realta' americana
funziona malissimo e da cui deriva appunto questa necessita' di
"cervelli" dagli altri paesi.
In Italia pero' una azienda su mille punta sulla competitivita', la
stragrande maggioranza si accontenta del proprio piccolo orticello da
cui pescare, e interviene regolarmente o sul prezzo del prodotto o
attraverso altri favori piccoli o grandi.
Inoltre si dovrebbero scegliere delle priorita': non puoi togliere
fondi alla scuola e alla ricerca e nel contempo mettere mano all'art.
18, o fai l'uno o fai l'altro. Se togli fondi alla scuola hai la
certezza matematica che sarai meno competitivo proprio perche' avrai
meno eccellenze da mettere sul mercato, ovvero meno prodotti, un range
di industrie e aziende minore, e tutto cio' che ne consegue.
Qui la competitivita' diventa solo e unicamente contrattuale, insomma,
"imprenditorino che apre sede in Romania per fare merdolini a basso
prezzo", e continueremo ad essere un paese puramente manifatturiero,
con l'euro, quindi con un potere d'acquisto basso.
Se davvero vuoi aumentare la competitivita' devi non solo togliere, ma
anche investire, ad esempio sul rapporto tra aziende e universita'. Ma
qui e' un casino terribile anche solo ricevere fondi dall'estero, alla
faccia degli "investimenti" di cui si parla in continuazione, che
vengono visti sempre a livello di "apertura della sede in Italia" e
cagate di questo tipo.
Puo' anche andare bene toccare pensioni e art. 18, ma all'interno di un
progetto. Togliere tutto a tutti con i soliti tagli sistematici e'
autodistruzione, e infatti col cavolo che le motivazioni di questa
genialata e' la "competitivita'", devono batter cassa perche'
altrimenti si finalizza il disastro che hanno creato negli ultimi 20
anni.
ngw
--
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