On Wed, 29 Jan 2014 20:44:13 +0100, mariolin wrote:
> Una lampada al neon è composta dallo starter, dal reattore e dal tubo al
> neon, quando il neon è quasi esaurito non riesce ad accendersi del tutto
> e lampeggia. Ad ogni lampeggio lo starter gli da una scarica per cercare
> di accenderlo o lo starter cmq entra in gioco solo per pochi secondi
> appena si da corrente? come "capisce" che il neon si è acceso e può
> interrompere il suo lavoro.
Intorno alle lampade fluorescenti girano cosi' tante leggende e storie
che e' difficile trovare in rete le risposte giuste, sepolte come sono
in mezzo al chiacchiericcio del popolo della rete (che puo' diventare
anche piuttosto assordante).
Provo a sfrondare un po'.
Lo starter e' costruito in modo simile agli interruttori ad intermittenza
elettromeccanici dei segnalatori delle frecce sulle auto o delle luci
decorative natalizie. Ma ci sono due differenze:
a) a freddo i contatti sono aperti (mentre quelli ad intermittenza sono
chiusi, N.C.)
b) e' contenuto in un bulbo con un gas ionizzabile
La scarica all'apertura genera impulsi EMC che possono disturbare
la ricezione radio, per questo motivo in parallelo alla ampolla troviamo
un condensatore in genere tra i 0,005 uF ed i 0,02 uF.
Quindi, quello che viene denominato "starter" e' la combinazione di un
bulbo sigillato con al suo interno un interruttore ad intermittenza N.A.
(Normalmente Aperto) immerso in un gas ionizzabile ed in parallelo al
bulbo un condensatore.
Per chi non sapesse come funziona un interruttore ad intermittenza, uno
dei contatti e' una lama composta da due lamine di metalli diversi
rigidamente collegate (aderenti) tra di loro (cosidetta lamina
bimetallica). Negli interruttori ad intermittenza la bilama ha una
sezione modesta in rapporto alla corrente che l'attraversera' in
condizioni normali di funzionamento.
Il risultato e' che quando la bilama viene attraversata dalla corrente
di funzionamento si riscalda. Una opportuna scelta dei metalli causera'
che una delle lamine si allunghera' di piu' (con il calore il metallo si
dilata) e se essa e' la lamina piu' interna (rispetto al punto di
contatto della coppia, il risultato e' che la lamina si apre.
Non e' cosi' negli starter. In essi il calore che mette in movimento la
bilama (posizionata in modo da richiudersi al riscaldamento) e' generato
dalla scarica del gas contenuto nell'ampolla (che si accende come fosse una
lampadina al neon di circa 1W di potenza). Appena il contatto si chiude,
l'ampolla diventa un corto circuito ed il gas non scarica piu'. Percio' la
bilama torna a raffreddarsi ed il contatto si riapre.
Piu' avanti spiego cosa succede quando il contatto si apre.
Notare che mentre il "neon" riscalda la bilama, la corrente che
l'attraversa, passa anche attraverso i filamenti al tungsteno del tubo
fluorescente, preriscaldandoli. Questo preriscaldamento facilita la prima
accensione (altrimenti ci vorrebbe una tensione di accensione ancora piu'
alta di quella prevista).
Per ora rispondo alla sua domanda: ma perche' lo starter ad un certo
punto smette di avviare ? Perche' quando il tubo si accende, abbiamo
un passaggio di corrente all'interno del tubo che, come qualsiasi
passaggio di corrente, porta ad una abbassamento della tensione ai
capi del tubo.
Lo starter e' in parallelo al tubo, percio' vede abbassarsi la tensione
anche ai suoi capi. A quel punto la tensione non e' piu' sufficiente
per provocare una scarica nel gas sufficiente a riscaldare la bilama
che resta percio' aperta. Se pero' il tubo per qualche motivo si spegne,
la tensione ai capi dello starter si rialza ed il ciclo ricomincia.
Uno starter puo' essere sostituito da un semplice pulsante N.A. che
mette in corto i due fili quando premuto. Per accendere il tubo non
dovete fare altro che premere per 2-3 secondo il pulsante e poi
rilasciarlo. Al momento del rilascio il tubo dovrebbe accendersi.
Se la luce si spegne, ripremere un'altra volta. Dopo 3-4 tentativi
dovrebbe restare acceso. In parallelo al pulsante occorre pero' anche
una lampadina al neon da 1W (potete recuperarlo da uno starter "rotto")
[*]
Uno starter (avviatore) funzionante dovrebbe aprirsi almeno 7 volte
nel giro di 25 secondi, normalmente il tempo massimo perche' un tubo
si accenda o, se lo starter e' munito di protezioni termica, scatti la
sicurezza ed interrompa i tentativi di accensione.
> Se un neon comincia a lampeggiare, meglio spegnerlo, può danneggiare
> starter
Piu' che "danneggiare" lo starter, lo "usura". Lo starter ha un certo
numero di accensioni di vita. Se continua a tentare di accendere la
lampada, direi che comincia a consumare rapidamente la sua vita utile,
non trova ?
> e reattore
Per quanto riguarda i reattori elettromagnetici, non vedo problemi.
Per quanto riguarda quelli elettronici, dovrebbero "vedere" i tentativi
inutili dello starter e quindi interrompere il processo a vuoto oppure
fanno direttamente a meno dello starter (starterless).
> o si può lasciare andare fino a completo esaurimento?
Se vuole gettare via anche lo starter.
E nel frattempo continuare a consumare energia elettrica per niente.
> (pensiamo se serve ad illuminare una zona di passaggio, finché non si ha
> tempo di cambiarlo è sempre meglio del buio)
Deve proprio essere buio pesto, perche' quando il tubo si esaurisce
normalmente si tratta di un bagliore rossastro poco luminoso (ma molto
energetico).
Riguardo al cosidetto reattore/trasformatore in realta' il suo nome
completo e' "reattore induttivo" ovvero non e' altro che un induttore
(reattore deriva da "reattanza" come induttore sta ad "induttanza").
Gli inglesi la chiamano "zavorra elettrica" o "zavorra" (ballast).
Infatti un tubo fluorescente funziona come un LED: va regolato in
corrente se non si vuole che si autodistrugga. La "zavorra" serve
a regolare la corrente, evitando che salga fino al punto di distruzione
della lampada.
L'induttore e' un oggetto elettrico che si comporta tranquillo se
variate lentamente la corrente che lo attraversa (aumentandola o
diminuendolo gradualmente). Ma se gli aumentate o calate di colpo la
corrente, si ribella alzando violentemente la tensione ai suoi capi.
Ora, quando lo starter chiude i contatti, provoca un aumento
della corrente (che all'inizio era limitata dalla resistenza dei due
filamenti di tungsteno in serie alla lampadina al neon). L'induttore
accumula cosi' ulteriore energia, che appena lo starter "apre", provoca
una sovvratensione che appare tra i due filamenti del tubo fluorescente,
innescando l'arco che accende il tubo fluorescente.
[*] quando sostituendo con un tubo nuovo, notate che se, ruotandolo
(quindi alimentadolo e disalimentandolo a mano mentre ruota sui
contatti) si accende, ma se usando l'interruttore si limita a diventare
rosso, e' prova sufficiente ed evidente che lo starter e' andato.
Nota 1: ho descritto il tubo a preriscaldamento, il genere che piu' usato
negli impianto domestici e per lunghezze di tubo di 120 cm o meno.
Senza starter o circuiti ausiliari.
Nota 2: un induttore ha solo due "morsetti" e si trova collegato in serie
al tubo (ovvero da un lato e' collegato alla rete o interruttore,
dall'altro e' collegato ad uno dei morsetti del tubo fluorescente.
Se invece ci sono piu' morsetti si tratta di un autotrasformatore che serve
ad alzare o abbassare la tensione verso il tubo fluorescente.
Ma per il resto funziona come un induttore semplice, seppure la tensione
cambia rispetto a quella altrimenti fornita solo dalla rete.
Notare che essendo un autotrasformatore, uno dei morsetti di ingresso
e' direttamente connesso ad uno dei morsetti di uscita.