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Certificato medico per capacità intendere e volere

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Malcom X

unread,
Oct 31, 2007, 5:13:04 AM10/31/07
to
Tizio in ospedale, debilitato fisicamente, probabilmente destinato a
passare a miglior vita, ma lucido e coscente di tutto quello che fa.

Il medico stesso accerta che, seppur le condizioni fisiche siano gravi,
mentalmente lo stesso è perfettamente lucido.

Tizio vuole fare testamento pubblico e per questo scopo chiama un notaio in
ospedale.
Il notaio richiede obbligatoriamente un certificato medico in cui si
attesti che Tizio è perfettamente in grado di intendere e volere,
altrimenti non può redarre testamento.

Il medico che lo segue non vuole rilasciare tale certificato in quanto dice
che spetta solo ad uno psichiatra.

Intanto le condizioni di salute peggiorano.

Cosa bisogna fare? Chiamare un medico legale?
Il medico curante? Un altro medico?


grazie e scusate la domanda ma non mi è mai capitato un caso del genere

Sparrow

unread,
Oct 31, 2007, 7:01:20 AM10/31/07
to
Malcom X scrisse:
[cut]

> altrimenti non può redarre testamento.

Redigere!

> Il medico che lo segue non vuole rilasciare tale certificato in
> quanto dice che spetta solo ad uno psichiatra.

> Cosa bisogna fare? Chiamare un medico legale?

Uno psichiatra?


Miguel

unread,
Oct 31, 2007, 7:54:32 AM10/31/07
to
"Malcom X" ha scritto nel messaggio
[cut]

> Intanto le condizioni di salute peggiorano.
> Cosa bisogna fare? Chiamare un medico legale?
> Il medico curante? Un altro medico?

Non credo che qualcuno redigerà e rilascerà a cuor leggero un simile
certificato, anche perchè l'unico soggetto legittimato a dichiarare la
sussistenza dello stato di incapacità mentale (o di capacità) è il giudice
che nei casi limite si avvale della consulenza di un perito (direi più
psicologo che psichiatra, scarterei il medico legale).
Delle due una, o trovi un medico chicchessia che fa il certificato o trovi
un altro notaio che non rompa i coglioni, suggerisco un marchigiano
recentemente alla ribalta!


Malcom X

unread,
Oct 31, 2007, 10:05:09 AM10/31/07
to
Il Wed, 31 Oct 2007 11:01:20 GMT, Sparrow ha scritto:

> Redigere!

cakkio.
gravissimo questo.
scappato nella foga

Tex29

unread,
Oct 31, 2007, 12:19:35 PM10/31/07
to

"Malcom X" <lu...@hotmail.com> ha scritto nel messaggio
news:4vkprogw0xh0$.1fpkeildigi2u$.dlg@40tude.net...

> Il Wed, 31 Oct 2007 11:01:20 GMT, Sparrow ha scritto:
>
>> Redigere!
>
> cakkio.
> gravissimo questo.

Su, non ti flagellare troppo.

Ai tempi di Nicolaibocoso ti avrebbero senz'altro messo dietro la lavagna, e
sono certo che il sullodato reazionario ti passerebbe ancora oggi per le
armi.

Ma l'uso della forma errata č cosě diffuso appo i pennivendoli che qualche
dizionario (http://www.demauroparavia.it/92040) ne ha preso atto e s'č
adeguato.

D'altronde, qui:
http://books.google.com/books?lr=&hl=it&as_brr=0&q=redarre+crusca trovi
conferma che aliquando dormitat et Homerus.

--
Ciao,
Francesco
Risposte solamente sul newsgroup

Nikolai Bolkonskij

unread,
Oct 31, 2007, 12:36:29 PM10/31/07
to
Tex29 wrote:

> aliquando dormitat et Homerus.


giusto! non come venne riferito qualche giorno fa dal presidente di una
squadra di pallone, che disse: et bonus Homerus aliquando _dormet_

Cribbio!

Tex29

unread,
Oct 31, 2007, 12:54:24 PM10/31/07
to

"Nikolai Bolkonskij" <Nik...@LysyeGory.it> ha scritto nel messaggio
news:4728abf8$0$10625$4faf...@reader2.news.tin.it...

> giusto! non come venne riferito qualche giorno fa dal presidente di una
> squadra di pallone, che disse: et bonus Homerus aliquando _dormet_

E sì che i salesiani menavano, ai tempi.

Sparrow

unread,
Oct 31, 2007, 3:57:23 PM10/31/07
to
Tex29 scrisse:

> Ma l'uso della forma errata č cosě diffuso appo i pennivendoli che
> qualche dizionario (http://www.demauroparavia.it/92040) ne ha preso
> atto e s'č adeguato.

S'e' adeguato? Lo segnala come BU (basso uso). E meno male!

> D'altronde, qui:
> http://books.google.com/books?lr=&hl=it&as_brr=0&q=redarre+crusca
> trovi conferma che aliquando dormitat et Homerus.

Il collegamento indica semplicemente una pubblicazione dell'Accademia
della Crusca.
Non e' dato conoscerne il contenuto, se non leggendo quegli "Atti del
Seimnario" (e' scritto cosi').
Quale conferma se ne dovrebbe trarre?


Tex29

unread,
Oct 31, 2007, 7:21:25 PM10/31/07
to
Sparrow wrote:
> Tex29 scrisse:
>> Ma l'uso della forma errata è così diffuso appo i pennivendoli che

>> qualche dizionario (http://www.demauroparavia.it/92040) ne ha preso
>> atto e s'è adeguato.
>
> S'e' adeguato?

Beh, sì.
Mi sembra solarmente evidente visto che lo registra come lemma senza
segnalarne l'erroneità.

> Lo segnala come BU (basso uso).

Già. E non mi sembra peregrino domandarsi cosa voglia il demauroparavia con
"basso uso".
A voler credere al demauroparavia (che parmi fonte attendibile quando
interpreta sé stesso) la risposta è
"BU: di basso uso; sono così marcati vocaboli rari, tuttavia circolanti
ancora con qualche frequenza in testi e discorsi del Novecento."
(http://www.demauroparavia.it/avv05.php).

Insomma il "basso" di BU si riferisce alla frequenza, non al livello
stilistico; così come "alto uso" [AU] significa significa di uso frequente e
non "di elegante prosa". E' di "alto uso" 'multa' nel significato di
"sanzione stabilita per le contravvenzioni"; mentre è marcato BU
"bolsaggine" per indicare ad es. la condizione umana degli assistenti UNEP,
con accezione che non riuscirei a definire errata.

Ma in ogni caso, definire un termine "di basso uso" nell'accezione che
pensavi (a torto) applicata dal demauroparavia è diverso dal qualificarlo
uno svarione.

Potrebbe non piacerti il De Mauro, e politicamente sarei d'accordo con te.
Ma anche il Garzanti online registra impunemente "redarre", rinviando alla
definizione di "redigere" ma senza alcuna indicazione di non correttezza
della prima forma. E qui siamo sulla neutralità politica, direi.
Il mio reazionario Devoto-Oli cartaceo riporta invece redarre come "forma
errata, ma che sempre più va diffondendosi nell'uso, dell'infinito di
redigere": è una definizione che -da reazionario- sottoscriverei.
Ma il doppio tomo è del 1987, e non escludo che il vocabolo sia stato
sdoganato in via definitiva nelle successive edizioni.

Puoi contestare la scelta d'inserire il lemma nei dizionari, e potrei essere
d'accordo con te.
Ma è la solita polemica tra descrittività e normatività dei vocabolari.

Redarre è senz'altro forma sconsigliabile nell'ufficialità, e a mio parere
rimane da evitare anche a un livello meno sorvegliato.
Ma non ritengo che scriverlo su un medium come usenet (il cui stile
colloquiale è simile al parlato) costituisca peccato capitale. E prendo atto
che almeno due dizionari si sono arresi all'uso e lo registrano come termine
accettabile: posso non essere d'accordo, ma il minimo di umilità che mi
residua mi suggerisce di dissentire con pacatezza.
Stesso discorso farei per 'transare', che non mi piace affatto, ma per il
cui uso non è agevole comminare la flagellazione.

>> D'altronde, qui:
>> http://books.google.com/books?lr=&hl=it&as_brr=0&q=redarre+crusca
>> trovi conferma che aliquando dormitat et Homerus.
>
> Il collegamento indica semplicemente una pubblicazione dell'Accademia
> della Crusca.

Accademia della Crusca che -lo ricordiamo al colto ed all'inclita- a
dispetto del nome non è un consesso di agronomi, ma la più autorevole
istituzione italiana quanto a linguistiche cose.
Quel "semplicemente" mi pare dunque un po' infelice.

> Non e' dato conoscerne il contenuto, se non

...un frammento di pagina 14, sufficiente a suffragare la mia osservazione
che 'aliquando dormitat et Homerus' visto che vi si legge "redarre un elenco
delle possibilità".
Books.google si basa sull'OCR ed è tutt'altro che infallibile; ma 'redarre'
in quel contesto non è, evidentemente, un errore di digitalizzazione.

> leggendo quegli "Atti del
> Seimnario" (e' scritto cosi').

No, nella pagina cui posta il link che ho qui incollato è scritto "Atti del
Seminario".
Da quella pagina, -volendo- si perviene ad altra pagina che contiene un
refuso, ma non è quella che ho linkato.

> Quale conferma se ne dovrebbe trarre?

Che "aliquando dormitat et Homerus", giacché la forma sconsigliabile è
comparsa addirittura nella pubblicazione di alcuni atti del seminario
dell'Accademia della Crusca.

Debbo dire che mi hai deluso: avrei scommesso che la tua colta pedanteria si
scagliasse sulla difformità del mio "aliquando dormitat et Homerus" rispetto
all'originale oraziano ("indignor quandoque bonus dormitat Homerus/verum
operi longo fas est obrepere somnum").

Nel caso, avrei replicato che la versione entrata nell'uso popolare ha un
significato diverso dall'originale, e che intendevo esprimere il concetto di
tolleranza suggerito dalla prima, e non incazzoso dell'ars poetica. Ma avrei
apprezzato l'erudizione, giacché citare Orazio correttamente è cosa non
comune.

Costringermi a chiosarti le abbreviazioni di un vocabolario, invece, non è
chic.

Sparrow

unread,
Oct 31, 2007, 8:07:29 PM10/31/07
to
Tex29 scrisse:

> E' di "alto uso" 'multa' nel significato di "sanzione stabilita
> per le contravvenzioni"

Che strano. Io sapevo che la sanzione pecuniaria prevista per le
contravvenzioni fosse l'ammenda.

> Il mio reazionario Devoto-Oli cartaceo riporta invece redarre come
> "forma errata, ma che sempre più va diffondendosi nell'uso,
> dell'infinito di redigere": è una definizione che -da reazionario-
> sottoscriverei.

Mi associo.

>> Il collegamento indica semplicemente una pubblicazione dell'Accademia
>> della Crusca.
>

> Quel "semplicemente" mi pare dunque un po' infelice.

Ho scritto cosi' poiche' il collegamento rimanda a una pagina in cui si
legge "semplicemente" redarre.

> Debbo dire che mi hai deluso: avrei scommesso che la tua colta
> pedanteria si scagliasse sulla difformità del mio "aliquando dormitat
> et Homerus" rispetto all'originale oraziano ("indignor quandoque
> bonus dormitat Homerus/verum operi longo fas est obrepere somnum").

Il pedante sei tu.
Avevo segnalato un uso che ritengo errato. Anche se novelli Omeri
continuano a sonnecchiare.
Tu sembri concordare. Ma poi divaghi su temi non pertinenti.
Lascia riposare Quinto Orazio Flacco sull'Esquilino.

felix.

unread,
Nov 1, 2007, 12:37:04 AM11/1/07
to
On 31 Ott, 10:13, Malcom X <lu...@hotmail.com> wrote:
> Tizio in ospedale, debilitato fisicamente, probabilmente destinato a
> passare a miglior vita, ma lucido e coscente di tutto quello che fa.
>
> Il medico stesso accerta che, seppur le condizioni fisiche siano gravi,
.................................................................................................................

> Cosa bisogna fare? Chiamare un medico legale?
> Il medico curante? Un altro medico?

Un altro notaio! ciao.

royflinker

unread,
Nov 1, 2007, 10:53:16 AM11/1/07
to
Il Wed, 31 Oct 2007 10:13:04 +0100, Malcom X <lu...@hotmail.com> ha
scritto:

Ti fornisco qualche spunto di riflessione. Naturalmente per la
delicatezza e complessità del problema prendili solo come tali e
chiedi maggiori lumi o soluzioni magari al notaio.

A mio avviso lo stato in cui si trova il paziente non è quello
relativo ad una malattia mentale ma una incapacità somatica legata a
condizioni fisiche.
Ad esempio è in stato febbricitante e delira, oppure ha poco sangue
che irrora il cervello, ipossia e perdita di conoscenza, la morfina
crea in lui torpore e stato confusionale.
Per accertare uno di questi stati a mio avviso basta il medico
generico che rilasca un certificato di questo tipo:


_______________________________
Dott. ____________
Medico Chirurgo
Via ___________, n° ______
CAP______, Città _________
Tel. ____________________
Medicina Generale
_____________, li __/__/____

SI CERTIFICA CHE

il Sig. _____________
nato a ________ il __/__/____
residente in via _________ - città __________

da me interrogato, appare ben orientato nel tempo e nello spazio,
risponde con proprietà e pertinenza alle domande, riconosce le persone
che gli sono vicine, è a conoscenza dei maggiori fatti di attualità,
mostra di conoscere il valore del denaro e si mostra consapevole e
cosciente dello scopo del nostro incontro.

In conclusione si certifica che, al momento attuale il paziente è sano
di mente, capace di intendere e di volere.

Si rilascia a richiesta dell'interessata per gli usi consentiti dalla
legge.


In fede,

Dott. _________________
__________________________________

C'e' un obbligo al rilascio di questo certificato?

A mio avviso si,' all'art. 31 del codice deontologico: il medico non
può rifiutarsi di rilasciare direttamente al cliente certificati
comprovanti la malattia.

E in caso di rifiuto?

Si potrebbe seguire la strada dell'art. 328 c.p.:
Il pubblico ufficiale o l'incaricato del pubblico servizio, che
indebitamente rifiuta un atto dell'ufficio che, per ragioni di
giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e
sanita', deve essere compiuto senza ritardo, e' punito con la
reclusione da sei mesi a due anni.
Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o
l'incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla
richiesta di chi vi abbia interesse non compie l'atto del suo ufficio
e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, e' punito con la
reclusione fino ad un anno o con la multa fino a lire due milioni.
Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di
trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa.

Questo risolve tutti i problemi?

No, qualcuno potrà sempre sostenere che il soggetto compisse ad
esempio delle stranezze, proprio in virtu' del suo stato psichico
causato dalla debilitazione dela malattia. Ma l'escusione delle stesse
o il loro accertamento non puo' certo essere effettuato da uno
psichiatra al momento della redazione del testamento, ma invece deve
essere valutato dal giudice con una perizia sul morto.

ciao
roy


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