L'incontro di oggi all'ARS

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andy

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Jun 27, 2018, 1:36:04 PM6/27/18
to opendatasicilia
Buonasera,
oggi come sapete avevamo la riunione all'ARS per parlare del nostro raduno e di OpenARS.
Ci ha ricevuto lo staff del vicepresidente Cancelleri e siamo stati lì circa 2 ore a partire dalle 15.

Questi i punti salienti:
  • la settimana prossima inviamo una richiesta per la sala Mattarella di Palazzo dei Normanni, al presidente dell'ARS, in cui chiedere la disponibilità della sala, il patrocinio dell'ARS e anche un patrocinio oneroso;
  • la richiesta va fatta con alle spalle una (o più) ragione sociale. Quindi le associazioni della nostra galassia potranno inviare una richiesta insieme. Da costruire come richiesta della comunità ODS, a nome  per conto delle associazioni (è un vincolo formale);
  • il giorno consigliato è un giovedì, tra fine settembre e inizio ottobre. Dopo, fino a gennaio, il Parlamento sarebbe molto distratto da diverse scadenze e sarebbe poco presente.
L'ARS è veramente un mondo a parte, anzi proprio uno stato a parte. Pensate che si comporta come se non fosse una PA del nostro stato e che quindi può dire NO a richieste di ANAC (dettaglio meglio appena trovo qualche info correlata). Nella sala che usano per le riunioni del parlamento, non può entrare nessuno, nemmeno le forze dell'ordine.
L'ARS si rifa in ogni caso al Senato, e c'è l'obbligo di giacca e cravatta in tutto il plesso, proprio come al Senato (mentre negli uffici della Camera a Roma c'è più libertà).

Una volta che il presidente ci darà l'ok, avremo una data e poi inviteremo tutti i parlamentari. 
L'idea è quella di fare un giorno a Palazzo dei Normanni (una mattinata di workshop e un pomeriggio di hackathon) e un giorno di convegno/didattica ai cantieri culturali della Zisa. Su quest'ultimo punto per ora è soltanto un'idea, ma l'insieme mi sembra una gran figata.
Per la Zisa inizio io da subito a fare un'esplorazione, e vi riporto tosto gli esiti.

La sensazione è quella di mettere in piedi qualcosa di interesse nazionale e in questo senso penso che dovremmo lavorare.

Siamo stati accolti con disponibilità e attenzione.

Mi fermo e lascio ai compagni di tavolo eventuali aggiunte. E lascio una foto che documenta lo stato in cui ci siamo ridotti :)

Baci

IMG_20180627_165548719.jpg


--
___________________

Andrea Borruso
website: https://medium.com/tantotanto
38° 7' 48" N, 13° 21' 9" E, EPSG:4326
___________________

"cercare e saper riconoscere chi e cosa,
 in mezzo all’inferno, non è inferno, 
e farlo durare, e dargli spazio"

Italo Calvino

renonp64

unread,
Jun 27, 2018, 1:41:11 PM6/27/18
to opendatasicilia
Gran bel risultato!!!
Complimenti!

Giovan Battista Vitrano

unread,
Jun 27, 2018, 2:00:25 PM6/27/18
to opendatasicilia
Ottime idee :-)
complimenti per il lavoro fatto!
a settembre/ottobre si sosfre meno con la cravatta :-) :-)

Grazie

Il giorno mercoledì 27 giugno 2018 19:36:04 UTC+2, Andrea Borruso ha scritto:

Davide Russo

unread,
Jun 27, 2018, 3:01:05 PM6/27/18
to opendat...@googlegroups.com

Salve a tutti i "Compari ODS",

Volevo:

  • fare i miei complimenti per l'ottimo lavoro svolto e ringraziarvi per il tempo impiegato a rappresentarci;
  • comunicare che come Associazione Fare Nostrum siamo a disposizione da subito per collaborare alla buona riuscita dell'evento.

Restiamo in attesa di istruzioni in merito.

Saluti

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Joska Arena

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Jun 27, 2018, 8:21:13 PM6/27/18
to opendatasicilia
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/22/sicilia-la-guerra-dellars-a-cantone-noi-autonomi-qui-anac-non-vale-ma-pubblica-gli-stipendi-dei-superdirigenti/4243438/

L'Anticorruzione ha scritto all'assemblea regionale chiedendo di rendere pubblici gli atti e i compensi dei dipendenti di Palazzo dei Normanni, dai deputati ai portaborse, dai superdirigenti fino ai dipendenti a tempo determinato. E poi documenti legati agli appalti e agli affidamenti diretti. Il consiglio regionale non ne vuole sapere ma svela per la prima volta l'esatta paga erogata ai gran commiss

di F. Q. | 22 marzo 2018

L’autorità Anticorruzione chiede piiù trasparenza all’Assemblea regionale siciliana. Dal parlamento dell’isola, però, non sono d’accordo: in Sicilia c’è l’autonomia e i poteri dell’Anac non valgono. È solo l’ultimo atto della guerra in corso tra Palazzo dei Normanni e l’Authority di Raffaele Cantone. Una battaglia a colpi di carta bollata raccontata sull’edizione palermitana di Repubblica da Antonio Fraschilla.

Cantone, infatti, ha scritto all’Ars lamentando la mancata pubblicazione sul sito degli atti e dei compensi dei dipendenti di Palazzo dei Normanni, dai deputati ai portaborse, dai superdirigenti fino ai dipendenti a tempo determinato, cioè quelli dei gruppi. Ma non solo. Il numero uno dell’Anticorruzzione chiede al consiglio regionale dell’isola di rendere pubblici i documenti legati agli appalti e agli affidamenti diretti varati dall’Ars. Sono in pratica le delibere del consiglio di presidenza che Gianfranco Micciché si è rifiutato più volte di rendere pubbliche nonostante siano provvedimenti di spesa di denaro pubblico.

A Palazzo dei Normanni, però, non sono d’accordo. E se da una parte sostengono di “avere già applicato in autonomia le norme sulla trasparenza su moltissimi punti”, dall’altra rivendicano di essere un parlamento “autonomo e non soggetto al controllo dell’Anac”. “L’Ars, pur nella sua autonomia, deve rispettare in toto la legge del 2013 sulla trasparenza in tutte le sue linee guida ed è soggetta al controllo dell’ Anac”, dice invece Cantone.

Nel frattempo, però, almeno qualche concessione il consiglio regionale siciliano l’ha fatta. E per la prima volta ha pubblicato online gli stipendi dei vari superdirigenti, quelli – per intenderci – che nei mesi scorsi erano stati al centro di roventi polemiche quando il presidente Micciché aveva annunciato la rimozione del tetto a 240mila euro (poi reintrodotto ma senza gli extra). Non si tratta di cifre generiche come in passato, ma di stipendi reali con tanto di nomi e cognomi. Il segretario generale Fabrizio Scimè, per esempio, prende il massimo consentito, e cioè 240mila euro come i vice segretari Salvatore Pecoraro e Mario Di Piazza. Arrivano al salary cup anche Riccardo Anselmo, Patrizia Perino, Laura Salamone e Antonio Tomasello mentre il direttore dei servizi delle commissioni, Filippo Palmeri, prende 232mila euro lordi all’anno. La responsabile ufficio stampa e relazioni con il pubblico, Maria Ingarao, 214mila, il direttore del servizio personale, Fabio Scalia, 213mila euro, la responsabile della rendicontazione dei gruppi parlamentari, Angela Murana, 209mila euro.

Ma non basta. Perché Cantone vorrebbe anche altri dati. Per esempio e le informazioni sui “provvedimenti riferiti agli organi di indirizzo politico- dirigenziale” che risultano “carenti e non aggiornate”. Dall’Ars non ne vogliono sapere. E in certi casi non hanno nemmeno i documenti chiesti da Cantone come nel caso della “valutazione delle performance dei dipendenti”. “In ogni caso, noi siamo autonomi e non soggetti al controllo dell’Anac”, dicono sempre da palazzo dei Normanni. “L’ Assemblea regionale è tenuta al rispetto degli obblighi di trasparenza ed è sottoposta alla vigilanza dell’ Autorità nazionale anticorruzione”, scriveva l’8 marzo scorso Cantone. Che ora potrebbe sanzionare i vertici di Palazzo dei Normanni. Dove le regole anticorruzione valide in tutta Italia rimangono fuori dalla porta.



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Joska Arena

Joska Arena

unread,
Jun 27, 2018, 8:22:19 PM6/27/18
to opendatasicilia


Delibera n. 174 del 21 febbraio 2018

 https://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/AttivitaAutorita/AttiDellAutorita/_Atto?ca=7142


Assemblea Regionale Siciliana – Obblighi di trasparenza - Applicabilità  del d.lgs. n. 33/2013 agli  organi consiliari delle Regioni a statuto speciale.

Visto il d.lgs. 33/2013;
Visto l’appunto dell’Ufficio PNA e regolazione anticorruzione  e trasparenza;

Il  Consiglio dell’Autorità

Considerato in fatto
Nell’ambito dell’esercizio  dell’attività di vigilanza dell’Autorità, è emersa l’esigenza di approfondire la  questione concernente l’applicabilità della normativa in materia di trasparenza  di cui al d.lgs. n.33/2013 all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), in quanto organo legislativo disciplinato  dallo statuto speciale della Regione e dotato di propria autonomia normativa e  organizzativa rispetto al Governo della Regione Siciliana. In particolare, in  virtù dell’art. 4 dello statuto, all’Assemblea è riconosciuta una riserva di  regolamento per la materia dell’auto-organizzazione e dell’amministrazione in  senso stretto (cfr. Cass. SS.UU. ord. 3 marzo 2016, n. 4190). Le incertezze  interpretative sono sorte anche alla luce della giurisprudenza del Consiglio di  Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana (cfr. sentenze n. 85 e n. 86  del 2011), che ha affermato la non diretta applicabilità all’ARS del d.lgs. n.  165/2001 (Testo unico del pubblico impiego).

Ritenuto  in diritto
Nell’affrontare la questione  dell’applicabilità della normativa in materia di prevenzione della corruzione e  della trasparenza all’ARS, occorre innanzitutto tener presente che, ai sensi  dell’art. 4 dello statuto, come sopra accennato, la stessa gode di una riserva  di regolamento per la materia dell’auto-organizzazione e dell’amministrazione  in senso stretto1.
E’ necessario osservare, tuttavia, che la  medesima autonomia organizzativa connota anche gli organi consiliari delle  altre Regioni, sia a statuto speciale che ordinario.2 Il diritto di adottare propri regolamenti interni è, infatti, riconosciuto  anche agli altri Consigli Regionali, sia delle Regioni a statuto speciale sia  delle Regioni a statuto ordinario (cfr. art. 26, co. 2, statuto Regione  Campania: “Il Consiglio regionale ha  autonomia organizzativa e, nell’ambito dello stanziamento assegnatogli dal  bilancio, autonomia amministrativa e contabile. Dispone di propri uffici dei  quali si avvalgono l’Ufficio di presidenza, le commissioni, i gruppi consiliari  ed i singoli consiglieri”; art. 22 statuto Regione Toscana: “Il Consiglio approva un regolamento interno  di disciplina dell'organizzazione e del funzionamento delle attività  consiliari”; art. 20, co. 2, statuto Regione Abruzzo: “Il Consiglio ha autonomia organizzativa, amministrativa, contabile e  patrimoniale, che esercita a norma dello Statuto, delle leggi e dei regolamenti  adottati sulla base dei principi fissati dalla legge.”; art. 19 statuto  Regione Sardegna: “Il  Consiglio regionale elegge, fra i suoi componenti, il Presidente, l'Ufficio di  presidenza e Commissioni, in conformità al regolamento interno, che esso adotta  a maggioranza assoluta dei suoi componenti.”;art.  19 statuto speciale  Regione Valle d’Aosta: “Il Consiglio regionale  elegge, fra i suoi componenti, il Presidente, l'Ufficio di presidenza e le  Commissioni, in conformità al regolamento interno, che esso adotta a  maggioranza assoluta dei suoi componenti”; art. 18, co. 1, statuto Regione Friuli  Venezia Giulia: “Il  Consiglio regionale procede, come primo suo atto, alla costituzione  dell’Ufficio di presidenza, con la elezione del Presidente, di due  vicepresidenti e di segretari, secondo le norme che saranno stabilite nel  regolamento interno del Consiglio.”). 
Tale profilo non appare pertanto idoneo a  escludere l’ARS dall’applicazione della normativa nazionale in materia di  trasparenza.
Al riguardo, si fa presente che il  principale riferimento normativo per stabilire se gli organi regionali, sia  delle Regioni a statuto speciale, sia delle Regioni a statuto ordinario, siano  tenuti agli obblighi di trasparenza ai sensi del d.lgs. 33/2013, è innanzitutto  l’art. 2-bis che definisce l’ambito soggettivo di applicazione del  decreto.  Il co. 1 dell’art. 2-bis  specifica che per “pubbliche  amministrazioni” si intendono quelle di cui all’art. 1, co. 2, del d.lgs.  n. 165/2001 tra cui sono espressamente ricomprese  le Regioni. Nel d.lgs. 33/2013, il rinvio al  d.lgs. 165/2001 è, dunque, operato dal legislatore esclusivamente per la  identificazione dei soggetti tenuti al rispetto della disciplina sulla  trasparenza. 
Di conseguenza, non rileva l’argomento  offerto dal Responsabile per la trasparenza dell’ARS all’ANAC sulla base delle  considerazioni svolte nelle pronunce nn. 85 e 86 del 2011 dal Consiglio di  Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana, secondo il quale le  disposizioni del d.lgs. 165/2001 non sono direttamente applicabili alle procedure  concorsuali dell’ARS, tenuto conto del fatto che l’assunzione del personale dell’Assemblea  è regolata da regolamenti speciali, ai sensi dell’art. 166 del regolamento  interno dell’Assemblea. 
Inoltre, giova rammentare che, ai sensi dell’art.  1, co. 15, della l. 190/2012 e dell’art. 1, co. 3, del d.lgs 33/2013, la  trasparenza è intesa quale livello essenziale delle prestazioni erogate dalle  pubbliche amministrazioni a fini di trasparenza, prevenzione, contrasto della  corruzione e della cattiva amministrazione, a norma dell’art. 117, secondo  comma lett. m) della Costituzione. Dunque essa deve essere garantita su tutto  il territorio nazionale e non residuano margini per disciplinare la materia in  modo difforme a livello regionale, al di sotto dei livelli minimi fissati nella  normativa statale. 
Per  le Regioni a statuto speciale, il legislatore ha poi effettuato una valutazione  alla luce della particolare autonomia che le connota laddove ha disposto,  all’art. 49, co. 4, del d.lgs. 33/2013, non modificato dal d.lgs. 97/2016, che Le Regioni a Statuto speciale e le province  autonome di Trento e Bolzano possono individuare forme e modalità di  applicazione del presente decreto in ragione della peculiarità dei propri  ordinamenti”. 
Tale previsione è da intendersi riferita esclusivamente  alle “forme e modalità” attuative  delle disposizioni in materia di trasparenza contenute nel suddetto decreto. Di  tanto l’Anac ha dato conto anche nella determinazione n. 1310 del 28 dicembre 2016  «Prime linee  guida recanti indicazioni sull'attuazione degli obblighi di pubblicità,  trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel d.lgs. 33/2013 come  modificato dal d.lgs. 97/2016». Nella  determinazione si è  precisato che “Resta fermo quindi che le Regioni a statuto  speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano possono individuare forme e  modalità di applicazione del decreto in ragione della peculiarità dei propri  ordinamenti. Si evidenzia al riguardo che, anche alla luce dell’esperienza  maturata dall’Autorità nell’esercizio della attività di vigilanza e controllo sul rispetto degli  obblighi di trasparenza, tale previsione è da intendersi riferita  esclusivamente alle «forme e modalità» attuative delle disposizioni in materia  di trasparenza contenute nel d.lgs. 33/2013.” (§1.4). 
Ciò  comporta che non possono essere ammesse, comunque, deroghe alle disposizioni  del d.lgs. 33/2013 che abbiano l’effetto di limitare o condizionare i contenuti  degli obblighi di trasparenza. Né, tanto meno, appare legittima l’esclusione  dall’applicazione del d.lgs. 33/2013 dell’organo consiliare, seppure dotato di  autonomia organizzativa e amministrativa disciplinata dallo statuto speciale. 
Si fa  presente, altresì, che nella determinazione n. 241 dell’8 marzo 2017, «Linee guida recanti indicazioni  sull’attuazione dell’art. 14 del d.lgs. 33/2013 “Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di  incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari  di incarichi dirigenziali” come modificato dall’art. 13 del d.lgs. 97/2016», l’Autorità  haespressamente indicato, tra i  titolari di incarichi politici nelle regioni, oltre al presidente e ai  componenti della giunta, anche i componenti del consiglio.

Pertanto, in base a quanto sopra esposto

Delibera

considerato che, ai sensi dell’art.1, co. 15, della l. 190/2012 e  dell’art. 1, co. 3, del d.lgs. 33/2013, la trasparenza dell’attività amministrativa  integra l’individuazione del livello essenziale delle prestazioni erogate dalle  pubbliche amministrazioni, a norma dell’art. 117, secondo comma lett. m) della  Costituzione, ritiene che sia le Regioni a statuto ordinario sia le Regioni a  statuto speciale e i rispettivi organi legislativi ed esecutivi debbano  rispettare le disposizioni del d.lgs. 33/2013. 
In conformità a quanto previsto all’art.  49, co. 4, le Regioni a statuto speciale possono individuare “forme e modalità” attuative delle  disposizioni del d.lgs. 33/2013, ma non derogare ai contenuti degli obblighi  previsti dal medesimo decreto, non residuando margini per disciplinare la  materia a livello regionale al di sotto dei livelli minimi fissati dalla  normativa statale.  
L’Assemblea Regionale Siciliana è pertanto  tenuta al rispetto degli obblighi di trasparenza di cui al d.lgs. 33/2013 ed è  sottoposta alla vigilanza di ANAC ai sensi, in particolare, dell’art. 45 del  d.lgs. 33/2013.

 

Raffaele Cantone

Depositato  presso la Segreteria del Consiglio in data 8 marzo 2018
Il  Segretario Maria Esposito

Formato  pdf 141 kb


1“L'Assemblea regionale elegge nel suo seno il Presidente, due  Vice Presidenti, i Segretari dell'Assemblea e le Commissioni permanenti,  secondo le norme del suo regolamento interno, che contiene altresì le  disposizioni circa l'esercizio delle funzioni spettanti all'Assemblea  regionale”

2 Analogamente, la tutela  privilegiata apprestata dall’art. 122 Cost., co. 4, richiamata nell’ordinanza  della Cassazione civile, Sezioni Unite, n. 4190/2016, è a favore dei  consiglieri regionali con riferimento sia alle Regioni a statuto ordinario sia  alle Regioni con statuto speciale (I  consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni  espresse e dei voti dati nell’esercizio delle proprie funzioni), a tutela  dell’esercizio delle primarie funzioni (legislativa, di indirizzo politico e di  controllo) delle quali l’organo regionale di rappresentanza politica è  investito.

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Joska Arena

Joska Arena

unread,
Jun 27, 2018, 8:25:36 PM6/27/18
to opendatasicilia
però c'e anche una proposta in corso.

28 marzo 2018 di REDAZIONE

Muore la Commissione Antimafia siciliana. Nasce un’ANAC anche in Sicilia?


Cambia volto la "Commissione parlamentare di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia" che diventa la "Commissione parlamentare di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia".

Cambia volto la “Commissione parlamentare di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia”, la vecchia “Commissione Antimafia”, che diventa la “Commissione parlamentare di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia”.

La nuova Commissione assume le caratteristiche di un organismo politico-parlamentare operante esclusivamente nell’ambito della Regione siciliana. Non si tratta insomma di un’autorità indipendente, come l’ANAC, con la quale tuttavia condivide il raggio d’azione.

In tal senso è stata concepita la l.r. n. 3 del 28 febbraio 2018, pubblicata sulla G.U.R.S. n. 11 del 9 marzo 2018, che ha arrecato modifiche alla l.r. n. 4 del 1991 e alla l.r. n. 15 del 2008.

Le attività della “nuova” Commissione Antimafia e Anticorruzione

L’art. 3 della l.r. n. 4/1991, così come modificato dalla n. 3/2018 individua le attività e i compiti della Commissione. In particolare, essa dovrà:

– vigilare ed indagare sulle attività dell’amministrazione regionale e degli enti sottoposti al suo controllo per la verifica di possibili infiltrazioni mafiose;
– svolgere attività di prevenzione e contrasto della corruzione, della concussione ed in genere di tutti i reati contro la pubblica amministrazione e delle illegalità nella Regione e negli enti del sistema regionale;
– verificare la regolarità delle procedure e della corretta destinazione dei finanziamenti erogati dalla PA regionale;
– contribuire ad assicurare la piena ed efficace adozione delle misure di prevenzione della corruzione approvato dall’ANAC.
Inoltre, la Commissione avrà il compito di svolgere un’attenta disamnina e di intervenire a livello regionale sulle cause e i fattori scatenanti dei comportamenti corruttivi, con la verifica della congruità della normativa vigente e dell’iniziativa legislativa per rendere più coordinata ed incisiva l’iniziativa della Regione e degli Enti locali nella lotta contro la mafia e le altre forme di criminalità organizzata.

Infine, importanti saranno le indagini sul rapporto mafia e politica, sulle modalità di selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature alle assemblee elettive, 

mafia e politica, sulle modalità di selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature alle assemblee elettive, il monitoraggio sui tentativi di condizionamento e di infiltrazione mafiosa negli enti locali e la promozione di iniziative finalizzate alla diffusione di una cultura di contrasto e superamento dei fenomeni mafiosi.
Su tali attività dovrà presentare una relazione annuale all’ARS.

Va detto che in assenza di relazione, il Presidente dell’ARS assegna alla Commissione un termine di due mesi, scaduti i quali avviene la decadenza della Commissione stessa.

Qui il testo della L.R. 3/2018



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Joska Arena
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