Dall’1.1.1948 la Repubblica ha dimenticato il suo compito (art. 3 della Costituzione)
di eguagliare i morti sul lavoro con i morti sulla strada; e i Presidenti della Repubblica,
nei loro messaggi, consolidano quella dimenticanza.
Pertanto, dobbiamo essere noi a spezzare la catena (o sottrarre il testimone) al vertice
dello Stato.
Come i precedenti Presidenti, quello uscente, nel suo normale messaggio di fine anno
2021, coincidente con la fine del suo settennato, tra l'altro, ci ha detto:
"“. . . . . .Nel corso di questi anni la nostra Italia ha vissuto e subito altre gravi sofferenze.
La minaccia del terrorismo internazionale di matrice islamista, che ha dolorosamente
mietuto molte vittime tra i nostri connazionali all’estero. I gravi disastri per responsabilità
umane, i terremoti, le alluvioni. I caduti, militari e civili, per il dovere. I tanti morti sul lavoro.
Le donne vittime di violenza.
(omissis)
Tante volte abbiamo parlato di una nuova stagione dei doveri. Tante volte, soprattutto negli
ultimi tempi, abbiamo sottolineato che dalle difficoltà si esce soltanto se ognuno accetta di
fare fino in fondo la parte propria.
Se guardo al cammino che abbiamo fatto insieme in questi sette anni nutro fiducia. . . . . “
Nell'area del IV Potere si sostiene che i fatti delle notizie non pubblicate non esistono.
Anche per il Presidente uscente la ecatombe/mattanza stradale italiana non esiste e pacatamente
serenamente umanamente nutre fiducia nel domani.
Dovrebbe essere comune la richiesta di UMANIZZARE LA MOBILITA' URBANA RIDANDO VALORE
ALLA VITA, ALLA DIGNITA' E AI DIRITTI DELLA PERSONA UMANA (che da 3 anni è la Campagna
dell’ADP-Assoc. Diritti Pedoni).
Resta inutile lo straziante "MAI PIU' " dei famigliari di tutte quelle vittime (decedute e ferite).
Resta la speranza che ..... addà cagnà, semp male nun po' ji.