il manifesto 25/10/2025

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Pier Luigi Fanetti

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Oct 27, 2025, 11:09:22 AM (3 days ago) Oct 27
to r-esistiamo
Strage di Marzabotto 1944, attualità di una sentenza
Davide Conti
Strage nazifascista La Corte d’Appello di Bologna, con parole che richiamano all’oggi, conferma la condanna della Germania a risarcire con 50 milioni di euro i parenti delle vittime civili.
Nel difficile tempo presente restituire significato alla conoscenza della storia è senz’altro compito complesso ma resta l’unica possibilità per liberare il nostro rapporto con il passato dalle soffocanti spire delle retoriche pubbliche che sempre più mortificano il senso della sua conoscenza agli occhi delle nuove generazioni.
La storia al tempo di Gaza impone, dunque, di superare le ormai svuotate formule dei «mai più» e dei «per non dimenticare», provando a dare corpo a quel rapporto dialettico e pendulo tra i due spazi temporali sintetizzato da Marc Bloch «lo studio del passato deve basarsi sull’osservazione del presente».
PER QUESTO le parole della recente sentenza della Corte d’Appello di Bologna, che confermano la condanna della Germania al pagamento di 50 milioni di euro ai parenti delle vittime della strage di Montesole-Marzabotto del 29 settembre-5 ottobre 1944, risuonano come una chiave di lettura non analogica (ovvero schiacciata sull’attualità) ma interpretativa di ciò che si è dispiegato di fronte ai nostri occhi negli ultimi due anni su
almeno tre questioni. L’azione di un esercito regolare che si scaglia contro persone inermi e disarmate con lo scopo di «sterminare la popolazione civile -si legge nella sentenza- al fine di fare terra bruciata intorno alle bande partigiane» è un richiamo alle nozioni della «guerra ai civili» e della «controguerriglia», applicate in modo sistemico dai nazifascisti e diventate prassi delle guerre successive del Novecento: dall’Algeria della decolonizzazione al Vietnam fino alla «democrazia esportata» con le bombe degli anni Duemila.
La «Guerra totale» intesa come cornice di un preordinato sterminio di massa concretato in «meditati e organizzati massacri di civili, anziani, donne e bambini tutti soggetti – scrivono i giudici felsinei – considerati quali ausiliari essenziali delle bande partigiane» è oggi espressione consueta del dibattito internazionale sui conflitti. La violazione di ogni diritto umano e dei popoli umiliato da una «opera di bonifica consistita in condotte delittuose ad altissimo contenuto di disvalore e manifesta criminosità» si colloca ieri come oggi fuori da
qualsiasi convenzione «non esiste norma, -si legge sempre nella sentenza di Bologna- né di diritto interno né di diritto internazionale, che consenta di fare di civili inermi il bersaglio diretto della vis bellica».
È ATTRAVERSO questo movimento rovesciato della storia che possiamo risignificare con sguardo e parole di oggi ciò che è accaduto ieri, riconoscendo l’orrore che si dipana nel presente grazie alle categorie che provengono dal passato senza il timore di dare ad esse il nome che meritano. Per poterlo fare, però, è necessario misurarsi con un approccio critico e non analogico rispetto alla tragedia di oggi, onde evitare che la sua seconda apparizione si tramuti in farsa da talk show.
SI PUÒ e si deve riconoscere un genocidio dai caratteri inconfondibili (figlio di un’occupazione militare che dura dal 1967) anche attraverso l’individuazione della profonda e radicale differenza che passa tra la Resistenza partigiana di ieri (che mai ebbe obiettivo delle sue azioni armate i civili del campo nemico) e l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Ciò per dare più forza alla parte giusta della storia e poter esprimere un giudizio più intransigente di una sentenza su chi come Mertz (il cancelliere tedesco di oggi che come i suoi predecessori rifiuta di risarcire i familiari delle vittime di Montesole- Marzabotto) ha sostenuto che i crimini di guerra compiuti nella Striscia di Gaza erano «un lavoro sporco che stavano facendo per noi», dimostrando come nulla egli abbia appreso dal suo stesso passato.
Restano, infine, le macerie fumanti e la rovina di migliaia di morti. Per le quali se la storia si è già espressa senza appello, la giustizia ha dovuto aspettare oltre ottanta anni, scontrandosi con la «realpolitik» di ieri (la Guerra Fredda) che si pretende di applicare oggi – secondo il mantra «pace attraverso la forza» promosso da Trump e da von der Leyen sulla pelle del popolo palestinese, e da Putin da una parte e dalla Nato dall’altra sulla pelle del popolo ucraino.
IL NODO, dunque, sta nel rivendicare il diritto alla vita, alla libertà e all’autodeterminazione per i popoli oppressi ma anche una veloce e indispensabile chiamata a rispondere dei crimini di guerra e del genocidio perpetrato dalle classi dirigenti economico-politiche e militari.
Senza attendere decenni e senza il muro dell’immunità degli Stati. Queste e quelle vicende
non sono affare privato delle vittime ma storia collettiva che ci chiede di essere donne e
uomini piantati con i piedi nel presente, per porre al passato le giuste domande.



Privo di virus.www.avast.com

Maria Trionfi

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Oct 28, 2025, 2:53:54 AM (2 days ago) Oct 28
to 'primarosa pia' via DEPORTATI MAI PIU' [ R-esistiamo ]
Speriamo che i soldi che la Germania ci dà, siano dati immediatamente agli eredi dei martiri di Marzabotto e non servano a costruire statue o ricordi di fascisti!

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