Bambini, ragazzi, adulti

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lombard...@libero.it

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Aug 13, 2025, 4:36:12 PMAug 13
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Bambini, ragazzi, adulti
 

C’erano una volta gli scugnizzi, ragazzini di famiglie problematiche, cresciuti in estrema povertà con padri non di rado carcerati e madri intente a mettere qualcosa sulla tavola con mille espedienti, anche oltre il confine della legalità. La loro scuola era la strada, nel senso vero del termine e non come una rima da trap, godevano dell'essere minorenni per la legge, ma d’altro canto speravano di crescere presto per divenire adulti capaci di farsi rispettare e affrancarsi dalla miseria, con ogni mezzo, anche illecito, anche violento. A loro sono stati dedicati libri, romanzi e film di grande successo, che in parte li hanno trasformati in piccoli mostri per la società dei benestanti, il peggior incubo da incontrare al calar delle tenebre o in un vicolo isolato. Ma ci hanno anche aiutato a riflettere sulla loro situazione, su come recuperarli alla scuola, agli affetti, alla vita civile. C’è voluto tanto, tanto tempo, ma possiamo dire che quel fenomeno non esiste più, o si è evoluto in qualcosa di diverso.
 
Oggi abbiamo i figli dei social, di famiglie magari benestanti ma tremendamente conflittuali. Di un modello paterno affetto da machismo narcisistico, dove ci si tatua, si pompano i muscoli, si fanno sport da combattimento, si insegna e pratica la legge del più forte e del più furbo. Padri che alle partite di calcio dei loro campioncini sono disposti a picchiarsi con altri padri per un commento non gradito, ad aggredire l’allenatore per una sostituzione irriverente o l’arbitro per una decisione sfavorevole. Figli di un modello materno compresso nella morsa di una società maschilista che impone alle donne di fare l’uomo con gli attributi sul posto di lavoro, di rincorrere la giovinezza che se ne va, puntando tutto sulle taglie dei vestiti, sulla rotondità delle curve, sul volto levigato e simmetrico. Questi figli sono spesso quelli delle baby gang, della droga facile, del bullismo, dei vandalismi, dell’assenza di rispetto verso qualunque forma di autorità. Il loro impeto è tale da annichilire il peso degli altri ragazzini che con la loro educazione, onestà, spirito solidale, sono considerati dei deboli, dei predestinati al fallimento. Di fronte ad essi ci si sente giustamente spiazzati, non trovando il bandolo di una matassa irrimediabilmente aggrovigliata.
 
E’ talmente scontato subire le scorribande degli adolescenti di questo finto benessere, che quando ci troviamo di fronte ad altri scugnizzi, fortunatamente di dimensioni numeriche irrisorie rispetto al passato, cadiamo dalle nuvole, non sappiamo come reagire, cediamo alla pancia giustamente scossa, quando la soluzione sta lì, scritta nel nostro passato di italiani. Non aprire il cassetto e riprenderla in mano è forse la scelta deliberata di un arruffapopolo da strapazzo, o forse la reazione inconscia che ci impedisce di ricordare che anche noi siamo stati quella cosa lì e che se ne siamo usciti, quando ne siamo usciti, non è stato solo grazie al pugno duro e alle manette, anzi forse è stato malgrado essi. Dimentichiamo perché ricordare ci imporrebbe di capire che non esistono le razze e le etnie, ma solo i contesti da cui, ancora oggi, nessuno sfugge, proprio nessuno, anche quando è certo di esserci riuscito, perché un lussuoso appartamento può essere inaccogliente quanto una baracca.
 
 
Marco Lombardi
 
 

Maria Trionfi

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Aug 14, 2025, 11:41:55 AMAug 14
to 'primarosa pia' via DEPORTATI MAI PIU' [ R-esistiamo ]
Esame equilibrato. Grazie. Ora ci vorrebbe un rimedio. Ma questo mi sembra molto lontano anche solo programmarlo.Maria


 

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vito nicola de russis

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Aug 15, 2025, 3:10:53 PMAug 15
to 'primarosa pia' via DEPORTATI MAI PIU' [ R-esistiamo ]
Caro Marco, 
premesso che ritengo realistico il pezzo da "Oggi" alla fine.
C'erano una volta - io c'ero - anche degli appartamenti piccoli per le famiglie numerose e quasi numerose. Era difficilissimo - inumano - convivere le giornate "chiusi" in quelle case;  e, quindi, "vai a giocare" era l'invito dell'adulto ai bambini (fino a 8 anni), ai ragazzi (da 9 anni a verso i 20 anni che non avevano trovato lavoro e non intendevano arruolarsi nelle forze Armate.). 
Adulti - si diventava per legge - a 21 anni acquisendo la responsabilità personale delle azioni compiute.
La strada pubblica davanti alle abitazioni era il regno delle bambine e dei bambini perchè non esistevano pericoli. Mentre gli adulti erano impegnati a risolvere i problemi del "cosa mangiamo oggi?" e, per l'acquisto degli alimentari si usava il "quadernetto" pagherò, che veniva onorato. C'era allora la "Vergogna" molto attiva e determinata: spesso, decideva la stessa vita di chi era costretto a Vergognarsi
Oggi, l'editoria offre tantissimi libri sul tema "Vergogna"; Vergogna che, secondo me,  è  quasi scomparsa/sconosciuta nel nostro quotidiano. 
Tante, tante e tante volte, vedendo la TV (TG; nei dibattiti; ecc.) ho esclamato: "Ma non si vergogna?". Non ricordo se qualche volta ho riscontrato qualche condivisione.     
102 anni fa venne istituito l'obbligo scolastico per 6 anni: a spese dello Stato (soldi nostri). (Fin dalla  prima classe elementare si rimandava ad ottobre e si bocciava. Cioè: il tuo titolo di studio a 12 anni -  fine obbligo - poteva essere quello di prima elementare. Con questo documento / credenziale iniziava il cammino lavorativo di quella persona..)
Bambini e bambine che, a piedi e da soli (trovavano gli altri scolari sulla strada)  andavano  / tornavano  da casa a scuola. 
La  "SS 16"  tagliava in due il mio paese; e chi la doveva attraversare per diversi motivi (compreso l'andare e tornare da Scuola) lo faceva con quell' '"Attenzione alle auto" ricevuto dall'adulto.con il saluto e il bacetto.
Fino a quando? 
Fino all'invasione delle auto.
Non uragani, incendi, terremoti, guerre, invasioni ma - molto peggio - invasione delle auto cioè il conducente pedone che  caccia ed uccide il pedone.      
Non c'erano raccomandazioni sull'uso dell'acqua pubblica (prelevata in coda alle fontanelle pubbliche) perchè dominava la cultura  dell'acqua preziosa, casta e pura.
Si cucinava per mezzogiorno (e per la sera: riscaldandolo!)
Il vestiario veniva rivoltato; le scarpe, risuolate. 
I ricchi diventavano più ricchi e correvano con le loro auto seminando morti, feriti e incidenti: mentre i poveri diventavano più poveri e più vittime di guerre, di incidenti stradali, di disoccupazione, di salari di fame e, quindi, di ridotta dignità sociale,.
Non c'erano scugnizzi perchè al termine dell'obbligo scolastico arrivava immediata e  perentoria la domanda: "Cosa vuoi fare?". Tra coloro che non vollero continuare si sviluppò l'artigianato e nacquero gli sciùscià, i lustrascarpe che, oltre all'omonimo film di De Sica, sviluppò quella attività.
Si stava in guerra provocata per far diventare l'Italia imperiale e il popolo subiva le sanzioni internazionali.
Caro Marco, 
il film "Sciuscià", nel 1948 (De Sica), ebbe l'Oscar.
Nell'attuale tuo scenario pensi che possa scaturire qualcosa? e che cosa?

Buona salute e buon ferragosto a tutte/i.

Vito de Russis



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vito nicola de russis

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Aug 17, 2025, 5:18:50 AMAug 17
to 'primarosa pia' via DEPORTATI MAI PIU' [ R-esistiamo ]
  Caro Marco, 
premesso che ritengo realistico il pezzo da "Oggi" alla fine.
C'erano una volta - io c'ero - anche degli appartamenti piccoli per le famiglie numerose e quasi numerose. Era difficilissimo - inumano - convivere le giornate "chiusi" in quelle case;  e, quindi, "vai a giocare" era l'invito dell'adulto ai bambini (fino a 8 anni), ai ragazzi (da 9 anni a verso i 20 anni che non avevano trovato lavoro e non intendevano arruolarsi nelle forze Armate.). 
Adulti - si diventava per legge - a 21 anni acquisendo la responsabilità personale delle azioni compiute.
La strada pubblica davanti alle abitazioni era il regno delle bambine e dei bambini perchè non esistevano pericoli. Mentre gli adulti erano impegnati a risolvere i problemi del "cosa mangiamo oggi?" e, per l'acquisto degli alimentari si usava il "quadernetto" pagherò, che veniva onorato. C'era allora la "Vergogna" molto attiva e determinata: spesso, decideva la stessa vita di chi era costretto a Vergognarsi
Oggi, l'editoria offre tantissimi libri sul tema "Vergogna"; Vergogna che, secondo me,  è  quasi scomparsa/sconosciuta nel nostro quotidiano. 
Tante, tante e tante volte, vedendo la TV (TG; nei dibattiti; ecc.) ho esclamato: "Ma non si vergogna?". Non ricordo se qualche volta ho riscontrato qualche condivisione.     
102 anni fa venne istituito l'obbligo scolastico per 6 anni: a spese dello Stato (soldi nostri). (Fin dalla  prima classe elementare si rimandava ad ottobre e si bocciava. Cioè: il tuo titolo di studio a 12 anni -  fine obbligo - poteva essere quello di prima elementare. Con questo documento / credenziale iniziava il cammino lavorativo di quella persona..)
Bambini e bambine che, a piedi e da soli (trovavano gli altri scolari sulla strada)  andavano  / tornavano  da casa a scuola. 
La  "SS 16"  tagliava in due il mio paese; e chi la doveva attraversare per diversi motivi (compreso l'andare e tornare da Scuola) lo faceva con quell' '"Attenzione alle auto" ricevuto dall'adulto.con il saluto e il bacetto.
Fino a quando? 
Fino all'invasione delle auto.
Non uragani, incendi, terremoti, guerre, invasioni ma - molto peggio - invasione delle auto cioè il conducente pedone che  caccia ed uccide il pedone.      
Non c'erano raccomandazioni sull'uso dell'acqua pubblica (prelevata in coda alle fontanelle pubbliche) perchè dominava la cultura  dell'acqua preziosa, casta e pura.
Si cucinava per mezzogiorno (e per la sera: riscaldandolo!)
Il vestiario veniva rivoltato; le scarpe, risuolate. 
I ricchi diventavano più ricchi e correvano con le loro auto seminando morti, feriti e incidenti: mentre i poveri diventavano più poveri e più vittime di guerre, di incidenti stradali, di disoccupazione, di salari di fame e, quindi, di ridotta dignità sociale,.
Non c'erano scugnizzi perchè al termine dell'obbligo scolastico arrivava immediata e  perentoria la domanda: "Cosa vuoi fare?". Tra coloro che non vollero continuare si sviluppò l'artigianato e nacquero gli sciùscià, i lustrascarpe che, oltre all'omonimo film di De Sica, sviluppò quella attività.
Si stava in guerra provocata per far diventare l'Italia imperiale e il popolo subiva le sanzioni internazionali.
Caro Marco, 
il film "Sciuscià", nel 1948 (De Sica), ebbe l'Oscar.
Nell'attuale tuo scenario pensi che possa scaturire qualcosa? e che cosa?

Buona salute e buon ferragosto a tutte/i.

Vito de Russis


Maria Trionfi

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Aug 17, 2025, 5:18:50 AMAug 17
to 'primarosa pia' via DEPORTATI MAI PIU' [ R-esistiamo ]
Che immagini quelle dei bambini dell' epoca! Non giocavo per la strada ma nel giardino dei padroni di casa con la loro figlia della mia età. Ma ricordo la fame. È indimenticabile! 

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