Ampliamento
Fox Petroli a Pesaro in piena area a rischio
alluvione del fiume Foglia:
il Forum
Italiano dei Movimenti per l'Acqua diffida gli
enti
"In area a massimo rischio esondazione non dovrebbe essere
realizzato un pollaio, figurarsi un grande impianto
industriale classificato a massimo rischio di incidente
rilevante come Calenzano"
In Italia ogni volta che piove intensamente sentiamo
recriminazione per i morti causati da uno scriteriato uso
del territorio: a Pesaro e al Ministero dell'Ambiente
tutto ciò non sembra aver insegnato nulla visto che si
vuole addirittura ampliare e rendere ancora più rischioso
un impianto industriale che ricade in piena zona R4 del
fiume Foglia.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua ha quindi
inviato una diffida gli enti pubblici a vario titolo
coinvolti nel procedimento autorizzativo per l'ampliamento
dell'impianto industriale della Fox Petroli a Pesaro che
come detto è progettato, per stessa ammissione dei
proponenti, in piena area classificata R4 del Fiume
Foglia, cioè il massimo grado di rischio per le alluvioni.
E' assolutamente incredibile che nella regione della
tragedia del fiume Misa venga spacciata addirittura come
"riqualificazione" un progetto che è in realtà un palese
ampliamento visto che si aggiungono nuove funzioni e
attività industriali pericolose a quelle esistenti che non
vengono smantellate e che peggiora in maniera
inequivocabile il livello di rischio industriale. Una vera
e propria fake quella spacciata da alcuni amministratori
locali che viene smentita dagli stessi documenti
progettuali.
Infatti rimarranno numerosi serbatoi per il commercio di
gasolio e oli, provvedendo a smantellare solo quelli già
oggi inutilizzati, a cui saranno affiancati ben 10 nuovi
serbatoi per lo stoccaggio del Gas Naturale Liquefatto che
sarà prodotto nelle due nuove linee produttive
dell'impianto, alimentate da due motori a metano da 15 MW
di potenza, anch'essi da realizzare ex novo.
Per l'impianto si avrà un aggravio del rischio di
incidenti rilevanti, in quanto nella classificazione della
Direttiva Seveso sul rischio industriale si passerà dalla
classe di soglia inferiore a quella superiore, cioè la
peggiore (cioè lo stesso livello di Calenzano, per
intenderci), come ammesso dai proponenti.
Il tutto verrebbe allagato in caso di evento alluvionale
da una quota di 70 mc/s della piena del Fiume Foglia, come
riportato negli elaborati progettuali!
Tra l'altro l'associazione fa notare che il livello di
rischio è pure sottovalutato visto che è stata considerata
la portata di piena del Foglia con frequenza duecentenaria
quando oggi si usa normalmente quella con portata della
piena cinquecentenaria, vista l'estremizzazione del clima.
"E' assolutamente sconfortante - dichiara Paolo Carsetti,
presidente dell'Associazione Acqua Bene Comune - che si
giunga a mistificare i contenuti di un progetto che
chiunque può leggere e verificare e, soprattutto, che la
cosiddetta prevenzione dei rischi si limiti alla retorica
che ascoltiamo dopo ogni tragedia che scuote il nostro
paese senza comportare alcun ravvedimento operoso. Quante
volte abbiamo sentito sostenere da ministri, sindaci e
presidenti di regione "non bisognerebbe costruire nelle
aree fluviali"? Le lezioni evidentemente non sono servite,
visto che lo stesso Ministero dell'Ambiente, rilasciando
la Valutazione di Impatto favorevole, ha letteralmente
picconato le norme di derivazione comunitaria sui vincoli
da imporre nelle aree classificate a rischio che con
grande difficoltà il nostro paese sta recependo. Nella
diffida chiediamo al Ministero di revocare in auto-tutela
il provvedimento incautamente rilasciato e agli altri
enti, dall'Autorità di Bacino ai VV.FF., di non rilasciare
autorizzazioni o pareri favorevoli. La cultura del rischio
non solo stenta ad affermarsi ma addirittura viene negata
da scelte in cui viene meno anche l'applicazione del mero
buon senso".
Si allega la lettera di diffida.